Scrive questa parola nella causale del bonifico e gli bloccano il conto per un mese

Giacomo Astaldi

06/02/2024

06/02/2024 - 10:59

condividi

Ad un risparmiatore è stato congelato il conto corrente per un mese a causa di una parola “sospetta” nella causale di un bonifico.

Scrive questa parola nella causale del bonifico e gli bloccano il conto per un mese

Con il miglioramento della tecnologia anche nel settore bancario e dei relativi sistemi di monitoraggio, le transazioni finanziarie - anche i semplici bonifici - sono diventate sempre più sicure ed efficienti. Tuttavia, ciò non impedisce che si verifichino situazioni alquanto insolite, come nel caso di un uomo che ha visto il suo conto corrente bloccato per un mese a causa di una parola “sospetta” utilizzata all’interno della causale di un bonifico.

Tutto è iniziato quando l’uomo, dopo aver partecipato a un seminario di lavoro a Helsinki, ha deciso di addebitare le spese del viaggio per i biglietti del treno e l’albergo, pagate con la propria carta di credito, al datore di lavoro.

Scrive questa parola nella causale del bonifico e gli bloccano il conto

L’incontro nella capitale finlandese era a tema attività culturali per le aree rurali scarsamente popolate, che in finlandese è riassumibile con l’acronimo “HAMA”.

Nell’eseguire il bonifico dell’importo di 572 euro, l’uomo ha scritto nella causale la parola “hama-seminaari”, ovvero seminario hama. Ma quella “S” del sostantivo “seminaari”, così vicina all’acronimo “hama”, ha fatto scattare l’allarme nel circuito bancario, temendo si trattassero fondi indirizzatati ad Hamas, organizzazione terroristica palestinese al centro del Conflitto israelo-palestinese.

Le banche utilizzano sistemi automatizzati e il supporto di esperti per monitorare le transazioni finanziarie e individuare eventuali attività sospette o soggetti presenti su liste di controllo. Nel caso dell’uomo, la parola «hama-seminaari» ha innescato un allarme nel sistema di monitoraggio.

Un lungo processo di risoluzione

Non appena l’uomo si è reso conto che il suo conto bancario era stato bloccato, ha cercato di risolvere la situazione contattando il suo datore di lavoro e la sua banca. Tuttavia, la risoluzione del problema si è rivelata un processo lungo e frustrante. L’uomo ha dovuto aspettare quasi quattro settimane prima che la sua banca lo contattasse per chiedergli spiegazioni sulla parola sospetta utilizzata nella causale del bonifico.

Durante questo periodo, l’uomo ha inviato numerosi messaggi al servizio clienti della sua banca per cercare di velocizzare il processo di scongelamento dei fondi. Ma solo quando il suo datore di lavoro ha contattato l’altra banca coinvolta nella transazione la situazione è finalmente progredita.

Una lunga attesa per riavere accesso ai propri soldi

Secondo l’uomo, la sua banca non ha fatto alcuno sforzo per cercare di comprendere il contesto al quale era collegata la parola sospetta e la connessione con il suo lavoro. Nonostante la banca sapesse chi fosse il suo datore di lavoro, non hanno preso in considerazione la possibilità di consultare altre fonti per verificare la validità delle informazioni.

L’uomo lavora per un’organizzazione che si occupa di fornire servizi culturali a comunità rurali scarsamente popolate. La parola “hama” in riferimento al seminario a cui aveva partecipato è un acronimo ufficiale utilizzato per identificare le zone rurali scarsamente popolate (in finlandese harvaan asutusta maaseudusta). Se la banca avesse speso anche solo qualche minuto per fare una ricerca su Internet, avrebbe potuto confermare la validità delle informazioni fornite dall’uomo.

Alla fine, l’uomo è riuscito a risolvere il problema parlando personalmente con un rappresentante della banca, fornendo spiegazioni dettagliate sulla parola sospetta utilizzata nella transazione. Ha anche inviato un’email alla banca con ulteriori dettagli sul suo lavoro e sulla natura del seminario a cui aveva partecipato. Solo allora i suoi fondi sono stati sbloccati e gli è stata concessa un’indennità di 100 euro per l’inconveniente subito.

Una riflessione (o più) è d’obbligo

Questo caso solleva diverse questioni importanti sul funzionamento delle banche e dei loro sistemi di monitoraggio. Mentre è essenziale garantire la sicurezza delle transazioni finanziarie e prevenire attività illegali, è altrettanto importante che le banche siano in grado di distinguere tra attività sospette e transazioni legittime.

La mancanza di comunicazione e comprensione da parte delle banche nei confronti dei loro clienti può causare notevoli disagi e ritardi nella risoluzione di situazioni come quella vissuta dall’uomo in questo caso. È fondamentale che le banche adottino un approccio più proattivo e si impegnino a comprendere meglio il contesto delle transazioni sospette prima di prendere misure drastiche come il congelamento dei fondi.

La notizia è stata divulgata e confermata dai media finlandesi a partire dal 3 gennaio 2024.

Argomenti

Iscriviti a Money.it