Quando si prescrive il 2018?

Ilena D’Errico

29/11/2023

29/11/2023 - 21:10

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Quando si prescrive il 2018: i termini di prescrizione e l’inizio della decorrenza per i diritti più importanti per i cittadini.

Quando si prescrive il 2018?

I tempi di prescrizione sono spesso un bel dilemma, perché non c’è una regola univoca sulla durata del periodo necessario e sull’inizio della decorrenza. Più precisamente, non è che manchi una regola fissa (il termine ordinario è pari a 10 anni) ma ci sono moltissime eccezioni da tenere in considerazione. In tema di tributi, oltretutto, sono frequenti gli interventi legislativi volti ad alleviare la situazione dei contribuenti, creando però molta confusione.

I diritti che vanno in prescrizione sono molti, abbiamo perciò individuato quelli che maggiormente interessano i cittadini e cioè quelli la cui prescrizione può sollevare da oneri gravosi, pagamenti e sanzioni. Ecco quando si prescrive il 2018.

Dichiarazioni dei redditi

Per quanto riguarda le dichiarazioni dei redditi, il termine per l’accertamento delle dichiarazioni infedeli è di 5 anni, ma sale a 7 anni per le dichiarazioni omesse. Il tempo per l’accertamento scade il 31 dicembre del quinto o settimo anno, ma per i periodi di imposta 2016, 2017 e 2018 è in vigore una proroga di 85 giorni.

Dunque, in riferimento alla dichiarazione dei redditi 2018, il termine di accertamento è il 26 marzo 2024, per la dichiarazione omessa il 26 marzo 2026.

Bollo auto

Il bollo auto è una fra le tasse che i contribuenti sopportano meno volentieri, forse anche per questo le dimenticanze dei pagamenti sono molto frequenti. Anche il bollo auto, però, è soggetto a prescrizione. O meglio, il diritto di riscossione del credito da parte dell’Agenzia delle entrate si prescrive.

La legge stabilisce che il bollo auto si prescrive in 3 anni e il calcolo del tempo utile alla prescrizione deve iniziare il 1° gennaio dell’anno successivo a quello in cui era dovuto il pagamento. Chi non ha pagato il bollo auto dovuto nel 2018 può quindi dormire notti serene: il debito è ormai prescritto, a meno che ci siano stati atti interruttivi (richieste di pagamento) entro il 31 dicembre 2022.

In questo caso, il termine di 3 anni deve essere calcolato dall’ultimo avviso ricevuto. Al contrario, chi riceve richieste di pagamento successive ai termini (senza che questi siano stati precedentemente interrotti) può opporre l’intervenuta prescrizione e non pagare.

Le tasse

Secondo l’articolo 2948 del Codice civile, alcuni crediti si prescrivono in 5 anni, perciò dopo questo termine i relativi debiti non devono più essere pagati. Le tasse rientrano per lo più in questa categoria, infatti si prescrivono in 5 anni le tasse e le imposte dovute a Comune, Province e Regioni, dunque:

  • Imu;
  • Tari;
  • Icp;
  • Tosap;
  • Dpa;
  • Tassa di soggiorno;
  • Ipt;
  • Inail;
  • Inps.

Queste tasse dovute nel 2018 e non pagate si prescrivono fra più di un anno, precisamente saranno prescritte soltanto il 1° gennaio 2025.

Ci sono poi tasse che si prescrivono in 10 anni, si tratta:

  • Irpef;
  • Irap;
  • Ires;
  • Iva;
  • imposte di bollo;
  • imposta ipotecaria;
  • imposta catastale;
  • canone Rai;
  • contributi Ccia.

Anche in questo caso, il termine è calcolato a partire dal 1° gennaio successivo all’anno in cui era previsto il pagamento delle tasse. Chi non ha pagato nel 2018 una delle tasse appartenenti al secondo gruppo deve quindi attendere il 1° gennaio 2029 affinché il debito sia prescritto. Tutte le richieste di pagamento notificate entro il 31 dicembre 2028 interrompono la decorrenza.

Bollette

I termini di prescrizione delle bollette sono fra i più ostici, perché le regole sono differenti a seconda dell’anno in cui era dovuto il pagamento, nonché del tipo di consumo da pagare. Le bollette della luce emesse dal 1° marzo 2018 si prescrivono in 2 anni, quelle precedenti in 5 anni.

Per quanto riguarda il gas, la prescrizione delle bollette è biennale solo per quelle emesse dal 1° gennaio 2019. Infine, per le bollette dell’acqua la prescrizione è di 2 anni per i consumi a partire dal 1° gennaio 2020. Le precedenti si prescrivono in 5 anni.

Per tutte le bollette dovute nel 2018, tuttavia, non è così importante tenere in considerazione questa differenza, poiché sono ormai trascorsi 5 anni per la maggior parte delle bollette.

Reati

Dopo un certo periodo di tempo i reati non possono più essere contestati, dunque chi li ha commessi non può essere perseguito penalmente e chi li ha subiti non ha più possibilità di difendersi. La prescrizione dei reati corrisponde al massimo della pena stabilita dal Codice penale, con il minimo di 6 anni per i delitti e 4 anni per le contravvenzioni. Per semplicità, si consideri che le contravvenzioni sono punite nel Codice con arresto e/o ammenda.

Il tempo di prescrizione si calcolo dal momento in cui è stato commesso il fatto, perciò è probabile che si siano già prescritte le contravvenzioni commesse nel 2018. La prescrizione del reato non ha nulla a che fare con i tempi di querela, pari a 3 mesi dal momento in cui si ha avuto notizia del fatto (i tempi salgono a 12 mesi per i reati contro la libertà sessuale).

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