Perché le borseggiatrici della metro non vengono arrestate?

Alessandro Nuzzo

31 Marzo 2023 - 11:26

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Sono una piaga sociale difficile da debellare anche perché nella maggior parte dei casi riescono a farla franca con estrema semplicità. Vediamo il perché.

Perché le borseggiatrici della metro non vengono arrestate?

Negli ultimi anni i casi di furti sui mezzi pubblici soprattutto nelle grandi città come Milano o Roma sono in forte aumento. Il problema è stato spesso denunciato anche da diversi organi di stampa ma difatti ad oggi nessun provvedimento è stato preso per arginare il problema. Anzi capita spesso che chi viene oggi beccato a rubare, il giorno dopo è già di nuovo al suo posto a commettere nuovi furti senza alcun tipo di conseguenza.

Il motivo sta soprattutto nell’articolo 146 del codice penale. Una legge che chi commette questo tipo di reati conosce bene e sa che gli garantisce l’impunità. Altro motivo per cui le borseggiatrici hanno vita facile sta nella cosiddetta Legge Cartabia che per snellire il sistema giudiziario italiano ha modificato la norma che consentiva alle forze dell’ordine di procedere con la denuncia d’ufficio anche contro reati come i furti. La Legge ora lo vieta per questo tipo di reati e difatti adesso c’è bisogno sempre di una querela/denuncia da parte chi subisce il furto. Vediamo come riescono a farla franca le borseggiatrici.

Perché le borseggiatrici non vengono arrestate

Le metropolitane sono i luoghi preferiti dalle borseggiatrici. Persone distratte, turisti ignari del pericolo, sovraffollamento dei mezzi nelle ore di punta ed ecco che entrano in azione con mano lesta pronte a sottrarre oggetti di valore dagli zaini o tasche dei malcapitati. Le borseggiatrici cercano soprattutto portafogli per rubare denaro contante e poi gettare tutte le altre cose nei bidoni della spazzatura o dietro i distributori automatici costringendo le vittime ad una lunga trafila per riottenere i duplicati dei documenti o nuove carte di credito.

Molto spesso chi compie il furto passa immediatamente la refurtiva ad una complice che si allontana rapidamente. In questo modo se venisse beccata dalle forze dell’ordine risulterebbe pulita e potrebbe proseguire nel suo lavoro.

Nelle grosse città come Milano e Roma sono diventate una piaga difficile da debellare. Sono nati addirittura gruppi social dove vengono pubblicate foto segnaletiche per avvisare della presenza di borseggiatrici. Metodo poco ortodosso per difendersi visto che nella maggior parte dei casi chi commette questi reati resta impunito.

Il furto è disciplinato dall’art. 624 del Codice Penale che recita: "Chiunque s’impossessa della cosa mobile altrui, sottraendola a chi la detiene, al fine di trarne profitto per sé o per altri, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da euro 154 a euro 516". La pena può essere aumentata ulteriormente in caso di circostanze aggravanti.

Ma nella maggior parte dei casi queste pene restano sulla carta a causa di un’altro articolo, il 146 del codice penale. Questa legge recita che "l’esecuzione di una pena che non sia pecuniaria è differita se deve avere luogo nei confronti di una donna incinta o se deve aver luogo nei confronti di madre di infante di età inferiore ad anni uno". Quindi se la borseggiatrice è incinta o è mamma di un neonato, il giudice è costretto a sospendere la pena.

Cosa significa pena sospesa

La pena sospesa significa che questa viene congelata in attesa di esecuzione, ovvero nel momento in cui decadono le circostanze per cui non può essere resa eseguibile una condanna. Fino a quel momento i reati si possono accumulare. Alcuni anni fa nella metropolitana di Milano venne fermata una borseggiatrice di 26 anni che aveva già accumulato per i suoi furti una pena definitiva di 25 anni di carcere.

Per capire se possono essere arrestate dovrebbero essere fermate di nuovo dalle forze dell’ordine. Chi commette questi reati fa parte di una cerchia ben più ampia che conosce benissimo la legge e manda a delinquere proprio donne incinte o neo mamme perché sanno dell’impunità.

Poi a rendere più complicato la situazione è arrivata ora anche la Legge Cartabia che non consente più alle forze dell’ordine di procedere con la denuncia d’ufficio per reati come i furti sui mezzi pubblici ma serve adesso la denuncia della vittima.

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