Incentivi alle imprese, come cambieranno

Dario Colombo

2 Marzo 2023 - 18:39

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Il Parlamento lavora a una revisione degli incentivi alle imprese. Semplificazione, riduzione degli incentivi e regia unica dovranno potenziare l’ecosistema dell’innovazione, secondo Cristina Crupi.

Incentivi alle imprese, come cambieranno

Una nuova legge delega approvata dal Consiglio dei ministri e ora al vaglio del Parlamento vuole fare una revisione del sistema di incentivi alle imprese.
Si tratta di semplificare, rendere più efficienti ed efficaci e definire gli ambiti degli incentivi alle imprese in Italia.

Di fatto ciò che uscirà dalle aule del Parlamento sarà un codice unico degli incentivi.
Un testo che è partito dal governo Draghi, che lo aveva approvato nel maggio scorso. Poi il Ddl è decaduto per fine legislatura, è stato ripreso dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy di Adolfo Urso ed è atterrato ora, riveduto, corretto e, pare, anche ampliato.

Una volta approvato il disegno di legge delega serviranno anche i decreti attuativi (si parla di due anni, troppo) ma intanto serve parlare a tutto il mondo imprenditoriale perché si organizzi, dato che la strada è tracciata.

Ne abbiamo parlato con Cristina Crupi, legale, esperta di innovazione e autrice del Codice Unico delle Pmi e del Codice Unico delle Startup, per capire qual è il punto di partenza del disegno di legge delega sugli incentivi e gli obiettivi a cui tende.

Come dovranno essere gli incentivi alle imprese in Italia

Il Ddl incentivi punta alla riduzione e semplificazione degli oneri amministrativi per le imprese beneficiarie degli incentivi, con contenimento dei tempi delle attività istruttorie. Si prevedono protocolli operativi per accelerare il rilascio del Durc (Documento unico regolarità contributiva) e della certificazione antimafia.

Altro cardine logico del provvedimento è evitare le duplicazioni tra incentivi del governo e delle regioni, compresi quelli finanziati con i fondi europei, ossia quelli relativi ai fondi strutturali Fse (Fondo Sociale Europeo) e Fesr (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale).

I principi che applicherà saranno la misurabilità dell’impatto, con valutazioni in itinere ed ex-post delle misure oggetto di incentivi, in termini di obiettivi socio-economici che si raggiungono.

Target finale sarà quello di finanziare solamente investimenti che altrimenti non sarebbero stati fatti, in perfetta condivisione di spirito con un macro programma di incentivi quale è il programma europeo 2021-2027 InvestEU, che intende mettere sul piatto 372 miliardi di euro per Pmi, infrastrutture e coesione sociale.

Si farà anche la definizione dei contenuti minimi dei bandi, delle direttive e dei provvedimenti per attivare gli incentivi e definizione di un insieme limitato e ordinato di modelli di agevolazione. Meno confusione insomma, meno effetto giungla, come dice Cristina Crupi.

Fra questi si sono la coesione territoriale (ancora una volta, il Mezzogiorno) l’efficientamento energetico, le grandi transizioni (ecologica e digitale), la valorizzazione delle imprese del Made in Italy (ovviamente), l’imprenditoria femminile e quella giovanile (le startup, quindi?) e l’attrazione degli investimenti esteri, obiettivo che tesse un forte legame con quello del programma InvestEU.

Incentivi alle imprese: gli obiettivi da raggiungere

Con Cristina Crupi abbiamo affrontato varie questioni: come impatterà il cambio di rotta sugli incentivi sulle Pmi e startup? Qual è la situazione adesso in termini di complessità di accesso agli incentivi e di duplicazione? I settori di intervento sono quelli giusti per facilitare il nascere di una nuova imprenditoria, come le startup?

A proposito di coesione territoriale, il Sud non attrae investimenti e nemmeno incentivi: dei 50 miliardi di euro di incentivi dal 2018 al 2021 (dati Mimit), 36,5 sono andati al centro nord e 12,5 al sud. Abbiamo un problema di bilanciamento che si può risolvere?

Infine c’è il tema, strettamente legato all’innovazione, che è quello tecnologico e nella fattispecie riguarda il grande tema dell’intelligenza artificiale, che entra nel Ddl Incentivi per il monitoraggio dello stato di attuazione degli incentivi. La strada dell’AI è percorribile davvero anche in questo senso?

Semplificazione, coordinamento e revisione organica del sistema degli incentivi, secondo Cristina Crupi, serviranno a dare corpo e sostanza all’ecosistema dell’innovazione in Italia, sempre che i tempi di attuazione non si protraggano come avvenuto in passato per altri tentativi di riforma.

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