Cos’è il Giurì d’onore: cosa fa e da chi è composto

Alessandro Cipolla

18 Dicembre 2023 - 16:19

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In pochi mesi per due volte è stato tirato in ballo in Parlamento il Giurì d’onore: ecco cosa fa e da chi è composto questo organo giudiziario previsto dall’ordinamento italiano.

Cos’è il Giurì d’onore: cosa fa e da chi è composto

Che cos’è il Giurì d’onore? Una domanda questa di stretta attualità visto che, nell’ambito parlamentare, questo organismo negli ultimi mesi è stato tirato in ballo per ben due volte dopo che il suo ricorso è stato una sorta di rarità nelle precedenti legislature.

A inizio anno sono state le parole del deputato di Fratelli d’Italia Giovani Donzelli sul caso dell’anarchico Alfredo Cospito a essere oggetto di un’indagine da parte del Giurì d’onore della Camera, con l’esponente di Fdi che dopo due mesi è stato “assolto” in quanto la sua uscita non sarebbe stata lesiva nei confronti dei tre colleghi del Pd menzionati in Aula.

Adesso invece è stata la volta di Giuseppe Conte a invocare il Giurì d’onore: nel mirino del leader del Movimento 5 Stelle ci sarebbe niente di meno che Giorgia Meloni, con la premier rea di “aver detto il falso in Aula” sulla questione della riforma del Mes.

Ma quali sono le funzioni del Giurì d’onore? Da chi è composto? Cerchiamo allora di fare un po’ di chiarezza in merito a questo organo giudiziario previsto dal nostro ordinamento.

Giurì d’onore: cos’è, come funziona e da chi è composto

Il Giurì d’onore per quanto riguarda la politica è un organo giudiziario previsto dal regolamento sia della Camera sia del Senato. A Palazzo Madama con questo termine si indica la Commissione d’indagine istituita - per decisione del presidente - a seguito della “ richiesta di un senatore che sia accusato, nel corso di una discussione, di fatti che ledano la sua onorabilità ”.

Il Giurì d’onore così “svolge le indagini e giudica sul fondamento dell’accusa e le sue conclusioni, comunicate dal Presidente del Senato all’Assemblea, non possono costituire oggetto di dibattito”.

Il regolamento della Camera al tempo stesso prevede che il presidente “può nominare, su richiesta di un deputato che si senta leso nella sua onorabilità da accuse che gli siano state mosse nel corso di una discussione, una Commissione d’indagine a norma dell’ art. 58 del regolamento - detta Giurì d’onore - che valuti la fondatezza delle accuse”. Al Giurì “viene solitamente assegnato un termine per riferire all’Assemblea sugli esiti della sua attività” e della relazione l’Assemblea “si limita a prendere atto, senza dibattito né votazione”.

In Parlamento come è stato riportato dall’Ansa questi sono i tre presupposti per invocare il Giurì d’onore:

  • l’addebito personale e diretto di un parlamentare nei confronti di un altro nel corso di una discussione;
  • in secondo luogo l’attribuzione di fatti determinati e non quindi l’espressione di un giudizio o una opinione;
  • la possibilità che la Commissione di indagine - che non dispone di poteri coercitivi - possa acquisire elementi di conoscenza in ambito parlamentare o attraverso testimonianze spontanee degli interessati.

In passato spesso sono bastate delle scuse da parte dell’accusato per evitare il ricorso a questo organo, ma nel caso di Giovanni Donzelli invece il Giurì d’onore è stato chiamato a comporre una sua relazione che ha reputato non lesive le parole del deputati di Fdi.

A comporre il Giurì ci sono cinque colleghi che non fanno parte del gruppo della persona accusata. Nel caso di Giovanni Donzelli a presiederlo è stato il deputato M5s Sergio Costa, mentre gli altri componenti sono stati Fabrizio Cecchetti (Lega), Annarita Patriarca (Forza Italia), Roberto Giachetti (Azione-Italia viva) e Alessandro Colucci (Noi con l’Italia), in totale tre della maggioranza e due dell’opposizione.

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