Con il Covid si può andare al lavoro?

Simone Micocci

4 Dicembre 2023 - 16:17

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Chi è positivo al Covid può andare al lavoro? Le regole sono cambiate rispetto allo scorso anno, ecco come bisogna comportarsi.

Con il Covid si può andare al lavoro?

I casi di Covid sono di nuovo in aumento in Italia: 52.175 i contagi registrati nell’ultima settimana, spinti dalla variante Pirola la cui incidenza è in crescendo.

A tal proposito, alla luce di tutte le modifiche normative intervenute negli ultimi mesi, è lecito chiedersi cosa bisogna fare laddove si risultasse positivi al Covid, in particolare in ambito lavorativo.

La domanda che molti si pongono è: se sono positivo posso comunque andare al lavoro? La risposta fino allo scorso inverno era scontata vista la persistenza dell’obbligo di quarantena per tutti i positivi, asintomatici e non, ma con la regressione da pandemia a endemia le regole sono cambiate.

Oggi, infatti, il Covid è trattato al pari di qualsiasi altra malattia virale non essendo più previsto l’obbligo di isolamento per chi è positivo.

A modificare le regole è stato il Consiglio dei ministri che si è tenuto il 7 agosto scorso, con il quale sono state introdotte le norme che ancora oggi si applicano nei confronti di chi è positivo al Covid. Qui viene stabilito che la positività al Covid da sola non è sufficiente per giustificare l’assenza al lavoro: non vale più, quindi, la regola secondo cui bastava il tampone positivo per far scattare il diritto all’indennità di malattia, d’ora in avanti bisognerà dimostrare che a causa della positività al virus non si è nella condizione di poter esercitare regolarmente il proprio lavoro, al pari di quanto già succede per ogni altra patologia.

Facciamo dunque chiarezza su come deve comportarsi un lavoratore subordinato positivo al Covid per non rischiare una sanzione, nonché cosa bisogna fare per farsi riconoscere i giorni.

Chi è positivo al Covid può andare al lavoro

Dal momento in cui è venuto meno l’obbligo di isolamento per chi è positivo al Covid sono cambiate anche le regole per i posti di lavoro. Un tampone che attesta la positività, infatti, da solo non è più sufficiente per impedire la prosecuzione dell’attività lavorativa.

Emblematico il caso degli asintomatici, o comunque di chi ha lievi sintomi: pur essendo nella condizione di poter svolgere regolarmente la loro attività, questi non potevano comunque recarsi al lavoro visto l’obbligo di isolamento presso la propria abitazione per un periodo di almeno 5 giorni. D’altronde in quel particolare periodo storico si voleva evitare la diffusione dei contagi, ecco perché le condizioni di salute del lavoratore non erano così rilevanti.

Un divieto che in alcune realtà veniva aggirato attraverso il ricorso allo smart working, ma dove ciò non era possibile l’unica alternativa era il certificato medico con assenza giustificata almeno fino al successivo tampone negativo.

Oggi però la situazione è cambiata e si può andare al lavoro anche da positivi. Il tampone non è più un sintomo: per questo motivo il medico rilascia il certificato di malattia solo se nel contempo risulta anche una sintomatologia tale da compromettere la capacità lavorativa del paziente.

Quando chi è positivo al Covid può non andare al lavoro

Ricapitolando, il Covid viene trattato al pari di ogni malattia virale: ciò significa che solo in presenza di sintomi rilevanti sarà riconosciuta dal medico la possibilità di restare a casa fino a completa guarigione (con obbligo di reperibilità alle visite fiscali).

Di conseguenza, stop ai certificati medici per telefono - diventati un’abitudine nel periodo della pandemia - visto che servirà sempre il parere di un medico che dovrà accertare personalmente se davvero il lavoratore si trova in uno stato di salute che impedisce lo svolgimento della propria attività.

Chi è sintomatico dovrà quindi recarsi dal proprio medico il quale dovrà accertare se i sintomi rilevati sono sufficienti per riconoscere un periodo di riposo. E paradossalmente non sarà neppure necessario un tampone positivo, visto che per avere dei giorni di malattia non servirà per forza essere positivi al Covid-19 in quanto - come anticipato - questa sarà considerata al pari di qualsiasi altra malattia infettiva. Anche perché, è bene ricordarlo, il tampone non è più obbligatorio salvo che nel caso in cui serva attestare la negatività per accedere alle strutture ospedaliere o nelle Rsa (ma solo in alcuni casi specifici).

Cambia quindi la ratio alla base del certificato medico: il diritto all’astensione dell’attività lavorativa scatta per tutelare il diritto alla salute del lavoratore non più per proteggere i colleghi da un eventuale contagio.

Può andare al lavoro chi è positivo al Covid e ha sintomi?

Resta comunque facoltà del lavoratore decidere il da farsi, in quanto anche in presenza di sintomi non è obbligato a recarsi dal medico per farsi riconoscere dei giorni di malattia. A differenza di quanto succedeva in passato, non c’è alcun divieto per il lavoratore, il quale può recarsi regolarmente al lavoro anche laddove dovesse presentare una sintomatologia da Covid.

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