Busta paga, puoi richiedere tutti questi arretrati dello stipendio

Simone Micocci

12 Marzo 2024 - 17:35

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Se lo stipendio presenta errori, oppure ci sono somme volutamente non pagate dal datore di lavoro, ci si può rivolgere a un esperto per far valere il proprio diritto. E spettano anche gli arretrati.

Busta paga, puoi richiedere tutti questi arretrati dello stipendio

Sarebbe opportuno per il lavoratore dipendente controllare con attenzione ogni busta paga (qui le istruzioni su come leggerla), anche facendosi assistere da un esperto estraneo all’azienda presso cui si è impiegati, in modo da rendersi conto se il calcolo effettuato è corretto oppure se ci sono errori commessi (anche in buona fede) dal datore di lavoro.

È importante sapere infatti che l’azienda per il calcolo dello stipendio deve attenersi tanto alla legge quanto alla contrattazione di primo e secondo livello. Ad esempio, come sottolineato dalla Corte di Cassazione con la sentenza n. 27711 del 2023, nonostante in Italia manchi una legge che fissa un salario minimo per ogni ora di lavoro bisogna comunque che lo stipendio tenga conto di quanto stabilito dall’articolo 36 della Costituzione essendo dunque “proporzionale alla quantità e alla qualità del lavoro” nonché “sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”.

In caso di errori nel calcolo dello stipendio, di aumenti non corrisposti o di emolumenti non pagati, il dipendente ha la facoltà di rifarsi contro il datore di lavoro richiedendo anche le somme arretrate.

Quali sono gli arretrati che si possono richiedere al datore di lavoro

Come anticipato, esistono diverse ragioni che possono portare a un calcolo errato dello stipendio e a somme non corrisposte al dipendente.

Ad esempio, potrebbe succedere che il datore di lavoro mantenga lo stipendio stabile nel tempo non riconoscendo quegli aumenti che invece spetterebbero di diritto. Secondo la normativa, infatti, ogni retribuzione beneficia di un aumento per:

  • anzianità, con il Contratto collettivo di riferimento che fissa la scadenza per ogni scatto (in alcuni casi è biennale, in altri è quinquennale);
  • cambio mansioni. In tal caso, laddove ne dovesse seguire un aumento della responsabilità nonché della professionalità richiesta il datore di lavoro è obbligato a promuovere il dipendente facendolo avanzare di livello (con conseguente aumento della retribuzione);
  • rinnovo del contratto di primo o secondo livello, con il datore di lavoro che dovrà adeguarsi obbligatoriamente ai nuovi importi minimi.

Ma potrebbe essere che sia proprio il contratto collettivo applicato a non prevedere un importo adeguato alla quantità e alla qualità del lavoro, violando così quanto stabilito dall’articolo 36 della Costituzione.

O ancora, potrebbe succedere che l’azienda non paghi le ore di straordinario effettuate, oppure che non effettui alcun pagamento di tredicesima e quattordicesima, come pure di altre indennità specifiche riconosciute dalla contrattazione collettiva.

La prescrizione dei crediti da lavoro

Trattandosi di veri e propri diritti del lavoratore dipendente questi possono essere percepiti anche in un secondo momento, compresi di arretrati. Ma è bene sottolineare che per la richiesta degli arretrati ci sono dei limiti temporali in quanto anche i crediti da lavoro (come possono essere gli aumenti non riconosciuti) sono soggetti a prescrizione.

La durata è quinquennale ma va fatta chiarezza su come si calcolano i termini della prescrizione. Come spiegato dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro con la nota n. 1959 del 30 settembre 2022 per quanto riguarda i crediti di lavoro il termine di prescrizione quinquennale inizia a decorrere solamente dalla cessazione del rapporto di lavoro.

Il che significa che in costanza di rapporto di lavoro si possono richiedere gli arretrati a cui si ha diritto senza alcun limite temporale, mentre dopo la cessazione solamente quelli riferiti agli ultimi 5 anni di lavoro.

Come chiedere gli arretrati della busta paga

La prima cosa da fare è rivolgersi a un esperto - che può essere un consulente del lavoro o anche un sindacato rappresentativo nel vostro settore di impiego - per valutare se ci sono importi mancanti in busta paga o comunque se lo stipendio percepito non è conforme ai requisiti fissati dalla legge.

In tal caso dovrete decidere come procedere, per quanto il consiglio è di farlo solamente dopo aver consultato un avvocato che sarà sicuramente consigliarvi su quali sono le modalità per richiedere quanto spetta compreso di arretrati.

Dopo una possibile conciliazione con l’azienda, che è sempre un passaggio consigliato, ci sono perlopiù due possibilità: la vertenza sindacale o la vera e propria causa contro l’azienda, con procedure e oneri differenti a seconda dei casi.

Gli arretrati degli assegni al nucleo familiare

Concludiamo ricordandovi che c’è un’altra componente presente in busta paga della quale si possono richiedere gli arretrati per gli ultimi 5 anni: si tratta degli assegni al nucleo familiare (conosciuti anche come assegni familiari), erogati in favore dei lavoratori dipendenti con figli a carico fino a febbraio 2022, prima di essere sostituiti dall’Assegno unico.

Chi non ha mai fatto domanda di assegni al nucleo familiare (Anf) e ne soddisfava i requisiti può farne ancora richiesta, ma più il tempo passa e più sono i periodi caduti in prescrizione (con termine sempre quinquennale).

Considerando che ormai siamo nel 2024, a oggi si può fare domanda - rivolgendosi a un patronato oppure in autonomia dal sito Inps - solamente per gli assegni familiari non percepiti tra il 2019 e il 2022.

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