Quante ore può lavorare un tirocinante (e quali giorni)

Ilena D’Errico

29 Aprile 2024 - 23:50

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Il contratto di tirocinio (o stage) prevede una durata massima della giornata lavorativa, oltre a limiti sull’occupazione in alcuni giorni, come la domenica e i festivi, o in turno notturno.

Quante ore può lavorare un tirocinante (e quali giorni)

Il contratto di tirocinio permette agli studenti di affiancare la formazione teorica all’acquisizione di esperienza pratica sul campo, iniziando al contempo l’inserimento nel mondo del lavoro sin da molto giovani. Non esistendo un’età massima, tuttavia, molto spesso lo stage viene svolto anche da adulti che hanno difficoltà lavorative e si mettono alla prova per imparare nuove competenze.

Il tirocinio è finalizzato alla futura occupazione, ma non costituisce di per sé un contratto lavorativo, tantoché non prevede una retribuzione ma solo un rimborso spese (da 300 a 800 euro a seconda della Regione), a cui l’azienda può facoltativamente aggiungere un riconoscimento ulteriore.

Per questo motivo la legge prevede dei limiti rigorosi all’orario di lavoro dei tirocinanti, al fine di preservare le finalità del tirocinio e tutelare gli stagisti da oneri eccessivamente gravosi non il linea con il percorso intrapreso. Ecco quante ore può lavorare un tirocinante e in quali giorni.

Quante ore può lavorare un tirocinante

Secondo la contrattazione collettiva nazionale i tirocinanti devono lavorare per un minimo di 20 ore settimanali e per un massimo di 40 ore. L’impegno inferiore alle 20 ore è infatti considerato insufficiente per l’apprendimento della professione sul campo, mentre il limite massimo è necessario a conciliare lo stage con le esigenze formative, oltre a non gravare eccessivamente sullo stagista a cui è riservato soltanto un rimborso spese.

La normativa nazionale può comunque subire delle modificazioni dalle leggi regionali, che hanno la facoltà di diminuire le ore massime di impiego per i tirocinanti, ma non di aumentarle. Tendenzialmente, comunque, le Regioni si adeguano alla contrattazione collettiva. In ogni caso, lo stagista non può essere impiegato per più di 8 ore giornaliere e non può, quindi, fare straordinari.

L’orario di lavoro, che può articolarsi come full-time, part-time (verticale o orizzontale) o su turni, deve comunque essere esplicitato nel contratto, insieme a tutte le condizioni riguardanti il rimborso spese, le mansioni da svolgere e le competenze da apprendere.

Il tirocinante può lavorare la domenica e i festivi?

Il tirocinante non è equiparato al lavoratore dipendente, ma può comunque lavorare il sabato, la domenica, nelle festività nazionali e infrasettimanali. L’impiego in questi giorni non ha alcun impatto sul rimborso spese concordato, ma il datore di lavoro e il tutor aziendale devono garantire allo stagista di recuperare il giorno di riposo.

Così come per il monte massimo di ore settimanali, tuttavia, anche riguardo al lavoro nei giorni festivi la normativa regionale può imporre regole più stringenti. Diversamente da come accade per il limite orario, sono diverse le Regioni che vietano lo svolgimento dello stage nei giorni festivi e la domenica, a meno che indispensabile per le esigenze formative correlate alla professione.

Il tirocinio può avere turni serali e notturni?

La contrattazione collettiva nazionale stabilisce che l’orario di lavoro dei tirocinanti possa svolgersi dalle 06:00 alle 24:00, dunque gli stagisti non possono svolgere turni notturni, ma possono lavorare la mattina presto o la sera fino a mezzanotte. Il lavoro notturno, però, non è sempre vietato ed è infatti ammissibile in via eccezionale quando indispensabile per la formazione professionale.

In tal proposito è necessario rifarsi alla contrattazione collettiva specifica del settore, meglio ancora se approvata dalle organizzazioni sindacali di categoria. Va da sé, che tutto cambia a seconda della professione per cui si svolge lo stage. Per esempio, per i tirocinanti infermieri il turno notturno è spesso una prassi, per quanto provante.

Quanto può durare il tirocinio

La durata del tirocinio dipende dalla sua tipologia, infatti la legge distingue tra:

  • tirocini formativi e di orientamento;
  • tirocini di inserimento o reinserimento nel mondo del lavoro;
  • tirocini per soggetti svantaggiati.

I tirocini formativi e di orientamento vengono attivati dopo la laurea per apprendere la professione sul campo e non possono durare più di 6 mesi. Le altre tipologie, invece, hanno una durata massima di 12 mesi. Fa eccezione il tirocinio per soggetti svantaggiati rivolto a persone con disabilità, per le quali la durata massima si estende a 24 mesi.

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