Cos’è l’EBIT? Definizione, calcolo, significato e utilizzo

C. G.

26 Maggio 2017 - 10:59

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EBIT: cos’è, a cosa serve e quali la sua definizione e il suo vero significato? Ecco cosa c’è da sapere sul risultato ante oneri finanziari e sulla sua differenza con l’EBITDA.

Cos’è l’EBIT? Definizione, calcolo, significato e utilizzo

Cos’è l’EBIT, a cosa serve e quali la definizione, il vero significato e le modalità di calcolo di risultato ante oneri finanziari, anche definito come reddito operativo aziendale?

Nel dare una definizione di EBIT bisogna innanzitutto fare una distinzione rispetto all’EBITDA che, come abbiamo visto in una nostra recente guida sull’argomento, si riferisce a qualcosa di simile, ma non troppo.

Nelle righe che seguiranno cercheremo di evidenziare cos’è l’EBIT, qual è la sua definizione, quale il suo significato, le sue modalità di calcolo e di utilizzo. Per ora basti sapere che sia l’EBIT che l’EBITDA vengono utilizzati nell’analisi dei risultati economici portati a casa dalle società in un determinato periodo di tempo.

Essendo l’EBIT un indicatore del risultato aziendale prima delle imposte e degli oneri finanziari, esso viene usato molto spesso dagli analisti in ottica comparativa. Vediamo allora cos’è L’EBIT e quali sono la sua definizione, il suo significato, le modalità di calcolo e il suo utilizzo.

EBIT: cos’è? Definizione e significato

Come già accennato nelle righe precedenti, il significato di EBIT, anche detto reddito operativo, é letteralmente quello di Earnings before Interest & Tax, ossia di risultato aziendale ante oneri finanziari (tasse e interessi). In parole più semplici la sua definizione è quella di risultato operativo prima della deduzione degli oneri finanziari e delle imposte; si ricordi che l’EBIT è anche definito come Operating Income Before Taxes.

Il significato di EBIT viene spesso associato a quello di MON, ossia di margine operativo netto anche se in realtà i due termini presentano qualche differenza. L’EBIT prende in considerazione non soltanto le componenti operative di reddito, ma anche oneri, proventi e quanto derivante da gestioni accessorie, oltre che proventi finanziari derivanti dalla gestione attiva.

Per definizione l’EBIT non prende in considerazione né le imposte né gli interessi pagati dalla società e così facendo si concentra esclusivamente sull’abilità della stessa di generare profitti dalle operazioni, ignorando variabili come il peso fiscale e la struttura del capitale.

EBIT: cos’è e a cosa serve? L’utilizzo

Ora che abbiamo ben chiari sia la definizione che il vero significato di EBIT possiamo passare a definire le modalità di utilizzo dello stesso. In altre parole ci stiamo chiedendo a cosa serve l’EBIT e perché viene utilizzato dagli analisti. A tal proposito vale innanzitutto la pena di notare come il cosiddetto risultato ante oneri finanziari sia anche utilizzato per ottenere il Return on Investment (ROI) tramite la seguente formula:

ROI = EBIT / Capitale Investito Netto

Oltre ad essere utilizzato per trovare gli indici di bilancio di una società, l’EBIT è anche considerato una misura del risultato operativo della stessa tramite l’esame dei flussi di cassa. Il fatto di ignorare le variabili come le imposte permette all’EBIT di rendersi particolarmente adatto in diversi ambiti.

Per esempio, se un investitore sta pensando di comprare un’impresa, nei suoi calcoli l’esistente struttura di capitale sarà di certo meno importante rispetto al potenziale di profitto e qui entrerà in gioco l’EBIT.

Seguendo lo stesso ragionamento, il risultato ante oneri finanziari (EBIT appunto) può avere anche un utilizzo comparativo. Facciamo l’esempio di un investitore che vuole paragonare due compagnie della medesima industria che tuttavia operano secondo due regimi fiscali differenti e hanno diverse strategie per il proprio finanziamento.

In un’ottica comparativa, considerare le tasse, gli oneri finanziari e le spese distrarrebbe dalla domanda principale: in che modo queste società generano profitti dalle loro operazioni? Ecco a cosa serve l’EBIT ed ecco perché il suo utilizzo può essere molto importante.

EBIT: cos’è? Il calcolo

Dopo aver esaminato la definizione, il significato e l’utilizzo dell’EBIT bisognerà affrontare un altro discorso, ossia quello relativo al calcolo del risultato ante oneri finanziari. Ci sono diversi modi per calcolare l’EBIT e in genere si comincia sottraendo dal fatturato totale i costi operativi, inclusi i costi di vendita dei beni - nel calcolo dell’EBIT possono anche essere esclusi i costi o i ricavi straordinari di vendita, dato che essi nulla hanno a che vedere con le operazioni core dell’azienda, ma comunque posso anche essere inclusi.

Nel calcolo dell’EBIT vale la pena di fare una precisazione importante. Se una compagnia vanta anche profitti non operativi, come ad esempio quelli derivanti da investimenti, può scegliere sia di non inserirli nel calcolo sia di inserirli. Nel caso in cui scelga di inserire tali profitti non operativi nell’equazione allora deve essere distinta dal reddito operativo che per definizione non include voci non-operative.

Senza procedere ad altre distinzioni, vediamo ora come si calcola nella maniera più semplice e generale, il nostro EBIT. Il reddito ante oneri finanziari è in realtà calcolabile in diversi modi:

  • Possiamo innanzitutto prendere in considerazione il reddito netto aggiungendo le spese e i costi riguardanti le tassi e gli oneri finanziari.
  • Contemporaneamente possiamo definire il calcolo dell’EBIT come una sottrazione: dalle entrate totali togliamo le spese operative.

Per meglio comprendere il calcolo dell’EBIT procediamo con un esempio pratico prendendo in considerazione i dati economici (espressi in milioni di dollari) della Procter & Gamble Co. (PG) al 30 giugno 2015.

(Fonte: Investopedia)

Come calcolare il nostro EBIT? Secondo la formula, o meglio le formule, prima definite, basterà prendere il dato delle vendite totali ($76.279 milioni) e da esso si sottrarranno sia il costo dei prodotti venduti ($38.876 milioni) sia le spese di vendita, generali e amministrative ($23.585 milioni), sia la voce “Venezuela charge” ($2.028). Poi aggiungeremo i profitti non operativi ($531 milioni), inclusi gli interessi attivi ($151 milioni).

EBIT = $12.472

Un altro metodo volto al calcolo dell’EBIT è il seguente: si parte dai guadagni netti ($7.144 milioni), si ignorano gli interessi variabili dato che siamo interessati soltanto alle operazioni della compagnia, e si aggiungono le perdite nette date da operazioni cessate ($1.786 milioni) per la stessa ragione. Poi si aggiunge il dato sull’income taxes ($2.916 milioni) e quello delle spese fiscali ($626 milioni). Quello che otteniamo è sempre lo stesso EBIT di $12.472 milioni.

Facciamo un altro esempio per chiarire al meglio cos’è l’EBIT ma soprattutto come si calcola. Supponiamo che l’azienda X abbia un fatturato di 14.246 euro, un costo del venduto di 11.390 euro e ammortamenti pari a 1.500 euro.

EBIT = 14.246 - 11.390 - 1.500 = 1.356

Differenze EBIT-EBITDA

Qual è la differenza tra l’EBIT fino ad ora esaminato e l’EBITDA. Se la definizione di EBIT è quella di Earnings Before Interest and Taxes, quella di EBITDA è letteralmente: Earnings Before Interest, Taxes, Depreciation and Amortisation. Stiamo parlando di una misura di margine operativo lordo che si ottiene sommando l’EBIT al valore degli ammortamenti.

Esempio pratico: si consideri l’azienda X con un fatturato di 14.246 euro, un costo del venduto di 11.390 euro e costi operativi di 1.500 Euro. Come calcolo l’EBITDA?

14.246 - 11.390 = 2.856 euro

Mentre secondo la formula prima esaminata il mio EBIT sarà di:

14.246 - 11.390 - 1.500 = 1.356

Ecco, insomma, che cos’è l’EBIT, quali sono il suo significato, la sua definizione e le sue modalità di calcolo e utilizzo.

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