Wall Street: cosa farà l’S&P 500 nel 2019? Al 70% lo dice gennaio

Ufficio Studi Money.it

3 Gennaio 2019 - 17:54

L’Ufficio Studi di Money.it ha effettuato un’analisi sul principale listino statunitense, mettendo in relazione le performance di gennaio degli ultimi trent’anni e quelle rilevate alla fine dell’anno

Wall Street: cosa farà l’S&P 500 nel 2019? Al 70% lo dice gennaio

Il 2019 in Borsa procede sull’onda dell’elevata volatilità, con i principali indici americani che si mantengono nervosi, in scia alla fine del 2018. In queste prime sedute dell’anno sono emerse numerose incognite, da ultimo il caso del warning di Apple, che minacciano la stabilità dei mercati finanziari globali.

A tal proposito, l’Ufficio Studi di Money.it ha effettuato un’analisi sull’S&P 500, mettendo in relazione le performance di gennaio degli ultimi trent’anni e quelle rilevate alla fine dell’anno: i risultati sono molto interessanti.

Elaborazione Ufficio Studi di Money.it

In generale, dal 1988, nel 61,30% dei casi il primo mese dell’anno è risultato positivo: in particolare, è bene evidenziare che il gennaio migliore si è avuto nel 1989, dove il principale listino statunitense ha segnato un +7,12%. Dal lato opposto, il 2009 ha visto il gennaio peggiore degli ultimi 30 anni: in quel caso l’indice a stelle e strisce ha lasciato sul terreno l’8,54% di valore. In media, dal 1988, il primo mese dell’anno è positivo dello 0,41%.

Nel periodo considerato, nel 67,74 % dei casi le performance di gennaio e quelle di fine anno sono concordi: ciò significa che statisticamente c’è un’elevata possibilità di assistere ad anni positivi in caso di risultati con il segno più gennaio. Viceversa, è probabile vedere una chiusura annuale negativa nel caso in cui il primo mese dell’anno venga archiviato con una performance con il segno meno.

Performance di gennaio vs fine anno dal 2008 su S&P 500. Elaborazione Ufficio Studi di Money.it

Dal 2008, questo rapporto è stato meno presente, si contano infatti cinque casi, il 2009, il 2010, il 2014, il 2016 e il 2018, in cui la variazione di gennaio e quella alla chiusura di dicembre hanno segno opposto.

Si potrebbe pertanto ipotizzare un ritorno verso la media di quella che possiamo definire come una regola del mercato: ciò significa che ci sono elevate probabilità di assistere ad una correlazione positiva tra la chiusura del mese corrente e del 2019.

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