Voto ai fuori sede ma non alle europee 2024: perché al governo conviene

Alessandro Cipolla

05/07/2023

In Parlamento è arrivato il primo ok per il voto ai fuori sede ma difficilmente si farà in tempo per le elezioni europee del giugno 2024: perché al governo conviene ritardare?

Voto ai fuori sede ma non alle europee 2024: perché al governo conviene

Alle elezioni europee del 9 giugno 2024 i fuori sede potranno votare nel proprio Comune di domicilio? Le opposizioni a riguardo sembrerebbero non avere dubbi: no, non si farà in tempo nonostante il primo disco verde arrivato dal Parlamento.

La Camera con 159 sì, nessun voto contrario e 84 astenuti, tutti quelli delle opposizioni, ha approvato la proposta di legge, assunta come testo base, recante delega al governo in materia di esercizio del diritto di voto per i fuori sede che in Italia si stima siano circa 5 milioni.

Nel dettaglio la proposta di legge riguarda la possibilità di votare in un Comune diverso da quello di residenza in caso di impedimenti per motivi di studio, lavoro o cura. Al momento infatti in Italia questo non è permesso con ogni elettore che, per poter esprimere il proprio voto, deve recarsi nel seggio dove si ha la residenza. Il pensiero così subito va alle elezioni europee che si terranno tra poco meno di un anno.

Nel rispetto dell’articolo 48 della Costituzione - si legge nel testo base -, al fine di consentire l’esercizio del diritto di voto a tutti i cittadini, garantendo la piena partecipazione degli elettori al processo democratico, il governo è delegato ad adottare, entro diciotto mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, uno o più decreti legislativi volti a disciplinare, nel rispetto dei principi di uguaglianza, personalità, libertà, segretezza e sicurezza del voto: le modalità atte a garantire l’esercizio del diritto di voto degli elettori che per motivi di studio, lavoro o cura si trovano in un comune diverso da quello di residenza in occasione dello svolgimento di consultazioni elettorali o referendarie; una rimodulazione della tariffa agevolata applicata dagli enti e dalle società che gestiscono i servizi di trasporto in favore degli elettori residenti in Italia e all’estero che devono recarsi a votare nei rispettivi Comuni di iscrizione elettorale”.

Una legge sostanzialmente condivisa da tutti i partiti in Parlamento ma allora perché le opposizioni si sono astenute? Tutto sta nei tempi che il governo si è dato per licenziare i vari decreti attuativi: è molto forte il rischio che non si possa fare in tempo per le elezioni europee del giugno 2024.

Fuori sede: a rischio il voto alle europee 2024

Le nuove normative riguardanti i fuori sede vedranno la luce quando anche il Senato approverà il testo composto da un solo articolo; il governo poi avrà 18 mesi di tempo per adottare i vari decreti legislativi per rendere operativa la legge delega.

Proprio questo strumento scelto dal governo Meloni - la legge delega - è stato fortemente contestato dalle opposizioni visto che secondo loro così facendo non si farà in tempo a garantire ai fuori sede di poter votare alle elezioni europee 2024 nel Comune di domicilio e non per forza in quello di residenza.

La destra - ha attaccato il deputato del Pd Silvio Lai - con un vergognoso espediente normativo impedisce di fare votare fuori dal comune di residenza a studenti, lavoratori e cittadini con problemi di salute alle prossime elezioni europee”.

Per i dem infatti si sarebbe dovuto votare subito il testo base, proposto dal Pd, che però alla fine è stato mutato dal governo in una legge delega. Critico anche Carlo Calenda che ha sottolineato come la maggioranza abbia bocciato un emendamento “per stringere i tempi, in modo da impegnare il governo ad agire velocemente; la maggioranza ha preferito tenere 18 mesi quindi se siete fuori sede scordatevi le elezioni Europee 2024”.

Ma perché il governo Meloni sembrerebbe temere così tanto il voto dei fuori sede? La convinzione storica sarebbe che studenti e lavoratori che vivono in un’altra città siano fondamentalmente per buona parte elettori di centrosinistra.

Da qui la scelta della legge delega e dei 18 mesi per i decreti: considerati i tempi lunghi del governo, alle elezioni europee 2024 difficilmente i fuori sede potranno votare nel loro Comune di domicilio.

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