Università italiane a rischio chiusura: quali sono gli atenei che pagano il calo degli iscritti

Giorgia Bonamoneta

20 Febbraio 2023 - 23:09

Le università del Sud Italia rischiano la chiusura. Ecco quali sono gli atenei, le motivazioni e le possibili soluzioni alla crisi delle università.

Università italiane a rischio chiusura: quali sono gli atenei che pagano il calo degli iscritti

Molte università sono a rischio chiusura. Si sta palesando un problema piuttosto grave per le strutture universitarie: l’emorragia di studenti. Tra i motivi non soltanto della bassa natalità, ma anche della dispersione scolastica e universitaria che colpisce principalmente il Sud Italia. Sono molti gli studenti e le studentesse che scelgono di trasferirsi per proseguire gli studi in atenei che reputano migliori e molti altri neo diplomati e diplomate che decidono di proseguire gli studi all’estero.

Un mix di fenomeni che si concretizzano in università sempre più vuote e a rischio chiusura. I più colpiti sono gli atenei del Mezzogiorno che non riescono ad attirare studenti da altre Regioni o dall’estero e per questo, secondo un nuovo studio condotto l’Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno (Svimez), nei prossimi 10 anni sono a rischio chiusura o con un numero ridotto di nuovi iscritti.

È evidente che un simile scenario è controproducente da diversi punti di vista, prima di tutto quello dell’isolamento del Mezzogiorno per il mercato del lavoro, ma non meno importante è la dispersione dei giovani in uscita dalla scuola dell’obbligo. Fenomeni che, nel complesso, possono aumentare la pressione sociale e la differenza economica tra Nord e Sud Italia.

Ecco quali sono gli atenei che stanno perdendo e perderanno sempre più iscritti in futuro fino al rischio chiusura.

Gli atenei a rischio chiusura: la classifica in rosso

È evidente dalla classifica stilata da Svimez quali saranno gli atenei a rischio chiusura e isolamento locale e regionale: gli atenei del Sud Italia. Per potersi muovere alla ricerca di una soluzione bisogna anche rendersi conto dell’entità dei dati. Lo studio prendo in considerazione non soltanto la perdita di iscrizioni in un breve lasso di tempo, ma anche la perdita di iscritti tra oltre 10 anni.

Nella classifica sotto riportata (Fig.1) prendiamo a esempio i dati di perdita di iscritti tra il 2031 e il 2041.

Fig.1 Fig.1 Fonte: Rapporto Svimez sulle università che perderanno più iscritti

Università in chiusura: le soluzioni

I fenomeni che comportano la diminuzione degli iscritti e quindi il rischio di chiusura delle università nel Mezzogiorno sono molteplici, meno sono le soluzioni, ma ci sono.

Punto di partenza è quello di cercare di attrarre quanti più studenti stranieri e per farlo le università del Mezzogiorno devono essere catalizzatrici di investimenti che le rendano poli di attrazione per struttura e livello educativo. Se i paesi del Nord sono attratti dall’università del Nord Italia, l’università del Sud Italia potrebbe attrarre i paesi affacciati sul Mediterraneo o i nuovi paesi emergenti per numero di popolazione, come la Nigeria.

Per attrarre nuovi studenti dalle regioni mediterranee si dovrebbe puntare a specializzazioni capaci di interessare chi le dinamiche del Sud Italia e del mondo le vive: crisi ambientale, sociale ed economica, paesi marginalizzati e razzializzati.

Un metodo più semplice, meno costoso, ma anche meno lungimirante è la riorganizzazione degli atenei tra specializzazioni e collaborazioni. Potrebbe essere però una soluzione interessante quella di creare corsi di aggiornamento e distribuire in maniera equilibrata offerte formative che seguono trend innovativi del mercato del lavoro.

Infatti se sono sempre di meno i giovani iscritti, saranno sempre di più gli over 30-40 intenzionati a specializzarsi e settorializzarsi nel proprio campo di lavoro.

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