Perché la tregua tra Israele e Hamas può portarci a una terza guerra mondiale

Alessandro Cipolla

24 Novembre 2023 - 11:16

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Tregua tra Israele e Hamas ma resta alto il timore di una terza guerra mondiale: quando Tel Aviv attaccherà il Sud della striscia di Gaza, Hezbollah potrebbe non restare a guardare.

Perché la tregua tra Israele e Hamas può portarci a una terza guerra mondiale

Perché parlare di terza guerra mondiale quando finalmente, dopo oltre quaranta giorni di conflitto, con la mediazione del Qatar ha preso il via una tregua di quattro giorni tra Israele e Hamas? Può sembrare un paradosso ma il rischio invece è tristemente concreto.

Alle ore 6 di questa mattina è entrata in vigore la tregua tra Israele e Hamas, mentre alle ore 15 avverrà il primo scambio di prigionieri: i miliziani rilasceranno 13 ostaggi mentre gli israeliani scarcereranno 39 detenuti palestinesi, tutti donne e bambini.

La speranza dell’Occidente è che questo cessate il fuoco possa durare più dei quattro giorni concordati, stoppando in maniera permanente questa guerra che sta infiammando tutto il Medio Oriente e il mondo arabo.

Non è stato facile però convincere Benjamin Netanyahu ad accettare la tregua che Hamas ha proposto quasi un mese fa: decisivo a riguardo è stato non solo il pressing degli Stati Uniti, ma anche quello dei parenti dei sequestrati sostenuti da buona parte degli israeliani.

Per i sondaggi però la maggioranza in Israele non vorrebbe che la guerra si interrompesse ora, visto che l’attacco del 7 ottobre ha fatto maturare la convinzione tra i cittadini dello Stato ebraico che Hamas debba essere sconfitto una volta per tutte.

Questi quattro giorni di tregua così saranno utili all’esercito israeliano per riposizionare le proprie truppe e spostare i complessi armamenti, il tutto per preparare la seconda fase dell’invasione della striscia di Gaza.

Un attacco al Sud dell’enclave, dove si sono rifugiati la maggior parte degli abitanti della striscia di Gaza, andrebbe ad aggravare la catastrofe umanitaria in corso spingendo potenzialmente Hezbollah, ma anche i ribelli yemeniti per non parlare di quelli siriani e dell’Iran, a entrare nel conflitto: una eventualità del genere costringerebbe gli Stati Uniti a correre in aiuto di Israele e, a quel punto, una terza guerra mondiale diventerebbe una tragica realtà.

Israele-Hamas: dalla tregua alla terza guerra mondiale?

Come ha fatto notare Papa Francesco qualche tempo fa, attualmente si potrebbe dire che sia in corso una terza guerra mondiale però “a pezzetti”, visti i diversi conflitti che stanno caratterizzando questo periodo post pandemico.

Una vecchia massima recita che ogni grande guerra è la soluzione a ogni grande crisi economica: oltre ai fronti sempre caldi in Africa, l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia prima e l’attacco senza precedenti di Hamas a Israele poi, hanno sconvolto i vari assetti geopolitici che difficilmente torneranno a essere come prima.

In Terra Santa la volontà di Israele ormai è chiara, ovvero “schiacciare” una volta per tutte Hamas anche se poi resta da capire quale potrà essere il futuro della striscia di Gaza ma anche della Cisgiordania.

Israele però non sarà mai al sicuro finché ci sarà anche Hezbollah, tanto che molti analisti sono convinti che una volta risolta la questione Hamas gli israeliani cercheranno di annientare anche il Partito di Dio libanese.

Hezbollah però potrebbe giocare d’anticipo e dichiarare guerra a Israele se l’attacco nella parte Sud della striscia di Gaza dovesse generare un nuovo massacro per la popolazione civile palestinese. Considerando la forza militare dei combattenti libanesi, in uno scenario del genere gli Stati Uniti hanno fatto capire che interverrebbero a sostegno di Tel Aviv: da settimane gli americani hanno schierato uomini e mezzi record sia nel Mediterraneo orientale sia nelle basi a stelle e strisce dislocate in Medio Oriente.

Se la tregua dovesse durare solo i quattro giorni pattuiti, l’incubo di una terza guerra mondiale resterebbe drammaticamente reale senza considerare la sciarada rappresentata dal conflitto in Ucraina, dove la Russia sta vincendo con la Nato che non può permettersi un epilogo del genere.

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