Superbonus, per la proroga presto potrebbe arrivare un decreto ad hoc

Nadia Pascale

29 Settembre 2023 - 12:39

Ultime notizie Superbonus, bocciati gli emendamenti di proroga nel decreto Asset, ma sarebbe in discussione un decreto ad hoc, tutte le indiscrezioni trapelate.

Superbonus, per la proroga presto potrebbe arrivare un decreto ad hoc

Brutte notizie per condomini e proprietari di casa che sono impegnati con i lavori legati al Superbonus: la Commissione Ambiente e Industria del Senato ha bocciato le proposte di proroga del Superbonus per i lavori in corso, a rischio sarebbero 20.000 cantieri impossibilitati nel continuare i lavori iniziati.

Nel frattempo arrivano prime indiscrezioni sulla volontà del Governo di proporre un nuovo decreto ad hoc per il riordino delle norme con possibilità di aliquote di agevolazione fiscale diversificate in base all’efficientamento energetico prodotto o in base al reddito.

Ecco tutte le ultime notizie sul Superbonus.

Emendamenti proroga Superbonus bocciati

Gli emendamenti con proroga del Superbonus per i lavori in corso avevano l’obiettivo di tutelare i cantieri già aperti che stanno usufruendo di percentuali di detrazione più elevate rispetto a quelle previste per il 2024. In particolare la norma ora in vigore prevede per il 2024 la possibilità di usufruire di detrazioni al 70% e per il 2025 il 65%.

Gli articoli 24 e 25 del decreto Asset ora in sede di conversione prevedono:

  • la proroga al 31 dicembre 2023 per l’utilizzo del superbonus 110% da parte delle unifamiliari che al 30 settembre 2022 hanno già completato il 30% dell’intervento complessivo;
  • la comunicazione all’Agenzia delle Entrate del mancato utilizzo del credito indiretto.

Questo testo è però ritenuto insufficiente a far fronte alle esigenze di costruttori e proprietari che si ritrovano con cantieri fermi a causa della poca liquidità disponibile per i crediti incagliati maturati.
Gli emendamenti sono stati proposti dall’opposizione, e in particolare dal PD e dal Gruppo Misto, ma anche dalla stessa maggioranza.

Le modifiche proposte, anche se con diverse formulazioni, prevedevano tutte una proroga dei termini per i cantieri bloccati in modo che i soggetti interessati possano continuare a usufruire delle stesse agevolazioni su cui hanno fatto affidamento nel momento in cui hanno iniziato i lavori.

Uno dei testi su cui si riponeva maggiore fiducia prevedeva la possibilità di una proroga del Superbonus alle stesse condizioni previste al 31 dicembre 2023 fino al 30 giugno 2024. Un altro emendamento invece prevedeva la proroga al 31 dicembre 2024.

Il primo emendamento di cui abbiamo parlato prevedeva la possibilità di avvalersi di tale proroga nel caso in cui siano sussistenti le condizioni previste dall’articolo 2, comma 2, del decreto-legge 16 febbraio 2023, n. 11. Le condizioni previste dall’emendamento sono:

  • presentazione della Cilas per gli interventi diversi da quelli realizzati su condomini;
  • delibera assembleare che ha approvato l’esecuzione dei lavori e risulti presentata la CILAS per i condomini;
  • presentazione dell’istanza per l’acquisizione del titolo abilitativo per gli interventi comportanti la demolizione e la ricostruzione degli edifici.

Nulla di fatto però perché tutti gli emendamenti sono stati bocciati in Commissione e di conseguenza non arriveranno in Parlamento, sede in cui dovrà essere convertito il decreto Asset (decreto 104 del 2023).
Critiche sono arrivate dall’opposizione che hanno sottolineato la scarsa attenzione alle istanze provenienti da migliaia di cittadini e lavoratori preoccupati e dai rappresentanti di categorie economiche come l’Ance.

Ci sarà un nuovo decreto Superbonus? Ecco le ultime notizie

Nonostante questa bocciatura, si vocifera della possibilità che il Governo adotti prima della manovra un decreto dedicato proprio al Superbonus con l’obiettivo di riordinare la materia.

Secondo alcune indiscrezioni trapelate sembra si stia lavorando a un’ipotesi di diversificazione delle aliquote delle agevolazioni:

  • la detrazione massima del 90%potrebbe essere riconosciuta se si raggiunge almeno la classe D di efficienza energetica o se si migliora di due classi se l’edificio è già in classe E o D;
  • la percentuale di detrazione sarebbe invece fissata all’80% negli altri casi,m ma sempre con recupero di almeno 2 classi energetiche.

Si tratta però di indiscrezioni ancora non confermate e molto probabilmente da verificare avendo in considerazione i conti pubblici. Questa scelta potrebbe aiutare a far fronte alle modifiche richieste dall’Europa per l’adeguamento alla direttiva Case green.

Tra le ipotesi in discussione sembra vi sia la possibilità anche di definire le percentuali del bonus in base al reddito con una progressiva riduzione dell’aliquota per i redditi superiori a 80.000 euro, fino a un massimo del 40% per i redditi superiori a 150.000 euro.

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