Scuola, ritorna la didattica a distanza per risparmiare sull’energia? Cosa c’è di vero

Giorgia Bonamoneta

29/08/2022

Per risparmiare sull’energia la scuola potrebbe inserire la settimana corta e tornare in Dad. L’ipotesi non piace, ma è sul tavolo tra le altre per combattere la crisi energetica. Cosa sappiamo.

Scuola, ritorna la didattica a distanza per risparmiare sull’energia? Cosa c’è di vero

Negli ultimi giorni ci stanno aggiungendo diverse proposte al tavolo su come risparmiare energia in vista del difficile inverno. La scuola è protagonista di una di queste proposte che prevedrebbe la settimana corta e il ritorno della didattica a distanza. La proposta è stata lanciata dalla provincia di Verona ed è stato calcolato che farebbe risparmiare il 4% solo sul trasporto pubblico.

Al momento non sembra una proposta allettante e il sottosegretario all’Istruzione della Regione ha respinto la proposta, poiché andrebbe a penalizzare chi ha sofferto di più in pandemia, cioè i bambini e i ragazzi. Discorso chiuso? Anche il presidente dell’Anp di Roma, Mario Rusconi, non si trova d’accordo con la proposta, definendola un’aggressione per tutti gli studenti e la loro formazione.

A momento sembra che nessuno abbia voglia di risparmiare sulla scuola, perché sarebbe come non investire sul futuro del Paese. Il segretario della Uil scuola, Giuseppe D’Aprile, propone piuttosto di tagliare sugli sprechi, come per esempio i termosifoni accesi 24h su 24h in Parlamento.

La scuola non si tocca e per risparmiare energia vengono fatte nuove proposte, come per esempio abbassare la luce nei centri commerciali, o tenerli direttamente chiusi di domenica, oppure abbassare i riscaldamenti negli uffici pubblici e nelle attività. In generale, il risparmio energetico non deve toccare scuola od ospedali, che sono invece da tutelare e gli ultimi da prendere in considerazione per proposte simili.

Scuola ridotta per risparmiare: la proposta

Al momento l’ipotesi di tagliare un giorno alla settimana scolastica per risparmiare sull’energia non sembra essere piaciuta a molti. L’iniziativa, partita dal Veneto con l’idea di risparmiare sui riscaldamenti di istituti dal venerdì alla domenica e riaccenderli così solo il lunedì, non ha ottenuto sostegni. Né l’ipotesi di fare lezione il sabato mattina in Dad, né quella di dividere le ore di sabato nel resto della settimana è stata considerata applicabile.

La Regione al momento deve capire se la propria ipotesi non è gradita né agli organi competenti, né alle famiglie. In ogni caso, sembra che le altre Regioni italiane non applicheranno un simile sistema, poiché il presidente dell’Associazione Nazionale Presidi, Antonello Giannelli, si è già espresso in maniera contraria. Giannelli ha dichiarato che si possono ritoccare gli orari, ma non va intaccato il diritto allo studio. L’importante è agire compatti, senza creare discriminazioni tra gli studenti.

In generale, sia la scuola che la sanità non si devono toccare, se non come ultima spiaggia in caso i tagli ad altri settori non dovessero bastare per mettere al sicuro famiglie e imprese. Tra le proposte alternative alla scuola si trova per esempio il taglio del riscaldamento in Parlamento, nei centri commerciali e negli uffici pubblici.

ll ritorno a scuola è a rischio?

Il ritorno a scuola tra poche settimane è un obiettivo importante poiché segna un nuovo atteggiamento nei confronti della pandemia. L’annuncio di una possibile Dad parziale per risparmiare energia non piace proprio perché mette a rischio un’istituzione già fortemente colpita dalla pandemia.

Al momento le indicazioni anti-Covid attive nella scuola sono tutte decadute. Non è più prevista la Dad per gli alunni positivi e non è più obbligatoria la mascherina in aula. Potrebbero emergere nuove regole in merito al ritorno a scuola nei prossimi giorni, ma sembra che l’obbligo per le mascherine non sarà inserito, se non in contesti utili e per la sicurezza dei soggetti fragili. Dipenderà tutto dall’evoluzione epidemiologica dei primi giorni di rientro tra mezzi di trasporto e classi piene.

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