Pensioni: idea riscatto della laurea flessibile (ma non per tutti)

Simone Micocci

28 Novembre 2018 - 15:53

Il riscatto della laurea potrebbe diventare flessibile: in tal caso, sarebbe il diretto interessato a decidere quanto pagare, accettando però una riduzione della pensione.

Pensioni: idea riscatto della laurea flessibile (ma non per tutti)

Riscattare la laurea ai fini previdenziali presto potrebbe essere meno costoso rispetto ad oggi.

Secondo le ultime indiscrezioni, infatti, il Governo sembra intenzionato ad introdurre il riscatto della laurea flessibile, con il diretto interessato che potrà decidere quanto pagare per riscattare il corso di studi universitario così da farlo valere ai fini previdenziali.

Una possibilità però riservata solamente a coloro che rientrano interamente nel calcolo retributivo della pensione, ossia a chi ha iniziato a lavorare dopo il 1° gennaio 1996.

Questa novità - come confermato in queste ore da diverse agenzie di stampa - dovrebbe essere prevista nel decreto legge con il quale verrà definito il funzionamento di Quota 100, permettendo così a chi fosse interessato di riscattare la laurea senza “svuotare il portafoglio”.

Quanto costa oggi il riscatto della laurea

Oggi, infatti, il meccanismo per il riscatto della laurea ai fini previdenziali è particolarmente oneroso, con il costo che varia a seconda della data in cui fa riferimento il corso di studi.

Nel dettaglio, per i contributi facenti riferimento al periodo antecedente al 31 dicembre 1995 si utilizza la riserva matematica; per il riscatto degli anni di laurea successivi al 1° gennaio 1996, invece, bisogna prendere l’aliquota contributiva - che per la maggior parte dei lavoratori è pari al 33% della retribuzione - e moltiplicarla per il numero di anni da riscattare.

Consideriamo un lavoratore con reddito annuo di 20.000 che deve riscattare 5 anni di un corso universitario tenutosi tra il 2000 e il 2005; questo deve pagare il 33% di 20.000€ per 5 anni, quindi un totale di 33.000€. Una cifra non certamente alla portata di tutti; ecco perché - nonostante sia possibile dilazionare il pagamento in più rate - sono molto pochi i lavoratori che decidono di riscattare la laurea.

Questo però potrebbe cambiare qualora le indiscrezioni emerse in queste ultime ore si rivelassero corrette: introducendo il riscatto flessibile, infatti, il costo totale di questa operazione sarebbe notevolmente più basso, con degli svantaggi però per gli interessati.

Come funziona il riscatto della laurea flessibile

Con il riscatto flessibile della laurea è l’interessato a decidere quanto corrispondere tenendo però in considerazione un importo minimo che dovrebbe essere stabilito dal decreto apposito.

Pur pagando meno di quanto previsto con l’attuale sistema di calcolo, l’interessato potrà far valere i 3 o 5 anni (a seconda della durata del corso) di Università ai fini previdenziali, così da guadagnare tempo e andare in pensione prima.

C’è però una cosa importante da sapere: pagando meno di quanto previsto attualmente, l’interessato dovrà accettare una pensione più bassa. Decidendo di pagare solamente una parte del costo totale del riscatto della laurea, infatti, si sarà soggetti ad una riduzione del montante contributivo, con un conseguente abbassamento dell’assegno previdenziale.

Insomma, da una parte c’è il vantaggio di poter incrementare i contributi maturati così eventualmente da poter anticipare l’uscita dal lavoro; dall’altra, però, risparmiando bisognerà accettare una riduzione dell’assegno variabile a seconda della propria posizione contributiva.

Quindi, qualora questa possibilità dovesse divenire reale, vi consigliamo di consultare un esperto prima di decidere se riscattare o meno la laurea in maniera flessibile così da avere un’idea chiara di quanto si abbasserà la pensione.

Iscriviti a Money.it