Riforma pensioni approvata, ma quanto ci costa: il conto da pagare nei prossimi 10 anni

Simone Micocci

25 Gennaio 2019 - 09:19

Ultime notizie pensioni: la riforma è stata approvata dalla Ragioneria di Stato. Il testo oggi dovrebbe arrivare al Quirinale, dopodiché ci sarà la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Spaventano i costi: 48 miliardi di euro fino al 2028.

Riforma pensioni approvata, ma quanto ci costa: il conto da pagare nei prossimi 10 anni

La riforma delle pensioni appena approvata dal Consiglio dei Ministri manderà in pensione 2 milioni e mezzo di italiani, i quali potranno ricorrere a Quota 100 o all’Opzione Donna per anticipare l’uscita dal lavoro.

Lo ha svelato la Ragioneria di Stato che in queste ore ha valutato il testo della riforma delle pensioni, analizzandone i costi e facendo delle previsioni su quanto questa peserà sui bilanci dei prossimi anni. Nel dettaglio, dallo studio effettuato è emerso che la riforma delle pensioni, nonostante sia limitata nel tempo (Quota 100 è stata introdotta solo per tre anni, mentre Opzione Donna è stata prorogata per uno), peserà sul bilancio dello Stato per i prossimi 10 anni, con una spesa di 48 miliardi e 234 milioni fino al 2028.

Nei prossimi dieci anni, quindi, ci sarà un innalzamento medio di 4,8 miliardi di euro della spesa previdenziale. Il Governo spera che nel frattempo ci sia una crescita dell’economia del Paese, con una stima del +1% già per il prossimo anno; non sono d’accordo invece Bankitalia e FMI che invece prevedono una crescita più lenta.

Ed è per questo motivo che c’è chi già parla di manovra correttiva, ipotesi smentita dal Ministro dell’Economia Tria il quale ha escluso “che la minore crescita possa portare alla necessità di rifare i conti della Manovra”.

Per mandare in pensione circa 2 milioni e mezzo di lavoratori, quindi, il Governo ha scelto di farsi carico nei prossimi 10 anni di oltre 48 miliardi di spesa; un investimento azzardato, ma che non spaventa le forze politiche della maggioranza, convinte della sostenibilità della riforma nel lungo termine.

Riforma pensioni, ultime notizie: testo approvato dalla Ragioneria di Stato

Nonostante i costi siano particolarmente elevati, la Ragioneria di Stato ha finalmente dato il via libera al testo che introduce Quota 100 e reddito di cittadinanza. Lo ha confermato in conferenza stampa il Ministro dell’Economia Giovanni Tria, annunciando poi dei “piccoli affinamenti nel testo che però non riguardano problemi di Ragioneria”.

La riforma delle pensioni quindi può continuare il suo iter legislativo; già oggi il testo del decreto legge dovrebbe sbarcare in Quirinale e dopo la firma da parte del Presidente della Repubblica questo sarà finalmente pubblicato in Gazzetta Ufficiale e diventerà immediatamente operativo, seppur in via provvisoria.

Entro i prossimi 60 giorni, infatti, spetterà al Parlamento convertire il decreto legge per far sì che diventi definitivo.

I costi della riforma delle pensioni

48 miliardi e 235 milioni di euro: è questo il costo totale che da oggi al 2028 l’Italia dovrà pagare per la riforma delle pensioni, con un pesante inasprimento della spesa pubblica.

A pesare maggiormente sui conti pubblici è sicuramente Quota 100, per la quale solamente nel 2019 è prevista una spesa di 3,7 miliardi di euro. A poter accedere a questa misura sono circa 290.000 lavoratori, di cui 100.000 facenti parte del settore pubblico e altri 88.000 autonomi. Dal prossimo anno, invece, le uscite anticipate dovrebbero essere 327.000, per poi salire a 356.000 nel 2021.

Complessivamente, però, la riforma delle pensioni - se si comprendono tutti gli interventi - costa altri 820 milioni di euro nel 2019. Altri 430 milioni di euro, infatti, sono stati stanziati per permettere allo Stato di siglare convenzioni con gli istituti di credito per l’anticipo del TFS dei dipendenti pubblici, mentre 400 milioni sono previsti per la proroga di Opzione Donna, dell’Ape Sociale e per sterilizzare gli effetti dell’adeguamento con le aspettative di vita per la pensione anticipata.

Nessun problema costi nel triennio

Secondo le previsioni della Ragioneria di Stato, nonostante i costi elevati, non ci sono rischi insostenibilità per il prossimo triennio quando la riforma delle pensioni costerà circa 22 miliardi di euro.

Anzi, il risultato delle valutazioni della Ragioneria è persino inferiore a quanto stanziato con la Legge di Bilancio. Solamente per Quota 100, infatti, si stima una spesa di 3,78 miliardi, 7,85 miliardi e 8,31 miliardi nel triennio, mentre con la Legge di Bilancio ne sono stati stanziati rispettivamente 3,9 (2019), 8,3 (2020) e 8,6 (2021) miliardi di euro.

Inoltre, nel testo finale della riforma delle pensioni è stata resa più severa la clausola salva spesa per Quota 100; nel testo definitivo - che già oggi dovrebbe essere esaminato dal Presidente della Repubblica - è stato reso mensile (e non più bimestrale) il monitoraggio dell’Inps sulle domande per il pensionamento anticipato che verrà inviato al Ministero dell’Economia; questo, qualora si dovesse rendere conto di sforamenti rispetto a quanto stanziato, potrà proporre al Presidente del Consiglio un taglio lineare compensativo partendo dai capitoli di spesa del Ministero del Lavoro e poi - se necessario - su altre voci di Bilancio dello Stato.

Insomma, nonostante il costo elevato della riforma delle pensioni possa spaventare, sembra che il Governo - almeno per ora - abbia tutto sotto controllo, prevedendo correttivi in corsa qualora ci si renda conto di un innalzamento, al momento non previsto, della spesa previdenziale oltre i limiti preventivati.

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