Reddito di cittadinanza, diventa più semplice aumentare l’entrata mensile: ecco come fare

Simone Micocci

29/11/2022

Reddito di cittadinanza, nel 2023 si può lavorare senza subire tagli alla ricarica. Ecco in quali casi e cosa prevedono le nuove regole introdotte in legge di Bilancio.

Reddito di cittadinanza, diventa più semplice aumentare l’entrata mensile: ecco come fare

Reddito di cittadinanza, nella legge di Bilancio 2023 non ci sono solamente tagli: tra le novità introdotte dalla manovra, infatti, ce n’è una che contribuirà a incrementare l’importo del proprio reddito familiare.

Di fatto, non si tratta di una novità che inciderà direttamente sull’importo del reddito di cittadinanza, bensì sulle entrate mensili complessive. Questo perché grazie alla legge di Bilancio 2023 sarà possibile svolgere dei lavoretti, regolarmente retribuiti, senza dover temere una riduzione dell’importo del reddito di cittadinanza.

Oggi, infatti, redditi da lavoro e reddito di cittadinanza non sono pienamente cumulabili. Sono compatibili, visto che il Rdc spetta anche a chi lavora ma non guadagna a tal punto da poter uscire dalla condizione di povertà, ma non cumulabili al 100%. Il reddito di cittadinanza, infatti, altro non è che un’integrazione del reddito familiare fino a una certa soglia: più questo è elevato e più sarà basso il valore della ricarica mensile, e viceversa.

Nel dettaglio, oggi un’attività lavorativa incide per l’80% sul reddito familiare, ed è questa la ragione per cui in alcuni casi chi prende il reddito di cittadinanza preferisce non andare a lavorare senza particolari garanzie per il lungo periodo, così da non rischiare di ritrovarsi un giorno senza lavoro né reddito di cittadinanza.

Il che in questi anni ha comportato più di un problema, specialmente nel settore del lavoro stagionale dove da qualche estate ormai si fatica a trovare personale. Ecco perché con la legge di Bilancio 2023 viene stabilito che, entro un certo limite, si potrà lavorare senza temere tagli al reddito di cittadinanza.

Reddito di cittadinanza più alto nel 2023, cosa prevede la legge di Bilancio

La novità della manovra riguarda i contratti di lavoro stagionale o intermittente.

Qui si legge che esclusivamente per il 2023, visto che la manovra cancella il reddito di cittadinanza dal 2024, il maggior reddito percepito non concorre alla determinazione del beneficio economico entro il limite massimo di 3.000 euro lordi.

La differenza rispetto a quanto avviene oggi è notevole. Avviare un’attività di lavoro come stagionale con reddito complessivo da 3.000 euro, infatti, comporterebbe un incremento del reddito familiare dell’80%, quindi nella misura di 2.400 euro.

Pensiamo ad esempio al nucleo composto da una persona sola, che con reddito zero percepisce un reddito di cittadinanza mensile di 500 euro. Iniziando a lavorare, il reddito familiare annuo salirebbe, come visto sopra, a 2.400 euro e di conseguenza l’importo del reddito di cittadinanza si riduce passando da 500 a 300 euro mensili.

Ebbene, grazie alla novità suddetta tutto questo non succederà: si potrà lavorare senza temere la riduzione del reddito di cittadinanza, in quanto nonostante un’entrata aggiuntiva di 3.000 euro l’importo mensile dell’aiuto di Stato sarà sempre di 500 euro.

Come anticipato, però, ciò varrà solamente per i contratti di lavoro stagionale o intermittente, mentre per tutte le altre tipologie contrattuali restano le regole vigenti.

Nuovi obblighi di comunicazione

Oggi l’avvio di un’attività lavorativa va comunicato all’Inps, con modello Sr-181 (Com-Esteso) con almeno un giorno di anticipo rispetto all’inizio della stessa. Con tale comunicazione va indicato il reddito presunto percepito, così che l’Inps possa effettuare un ricalcolo della misura tenendo conto della nuova entrata.

Per chi non adempie a tale obbligo viene disposta la decadenza immediata del reddito di cittadinanza, oltre all’impossibilità di presentare una nuova domanda entro i successivi 18 mesi, che si riducono a 6 per i nuclei familiari in cui ci sono minori o disabili gravi a carico.

Ebbene, le modifiche in legge di Bilancio intervengono anche sulla suddetta procedura. Nel dettaglio:

  • la comunicazione di avvio attività non è più necessaria quando il reddito percepito dalla stessa è inferiore o pari a 3.000 euro;
  • la comunicazione resta obbligatoria, e va effettuata entro il giorno precedente all’avvio dell’attività lavorativa, quando i redditi percepiti sono superiori a 3.000 euro. In tal caso, sono comunicati all’Inps solamente i redditi che eccedono la suddetta soglia; quindi se si stima di percepire 5.000 euro totali, bisognerà comunicarne solamente 2.000.

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