Reddito di cittadinanza, dal 2023 cambiano i requisiti: dall’età ai figli a carico, ecco chi manterrà l’assegno e chi no

Stefano Rizzuti

14/11/2022

Novità in arrivo per il Reddito di cittadinanza con la manovra: dal 2023 potrebbero cambiare i requisiti e decisivi diverranno l’età (la soglia è quella dei 60 anni), i figli a carico o le fragilità.

Reddito di cittadinanza, dal 2023 cambiano i requisiti: dall’età ai figli a carico, ecco chi manterrà l’assegno e chi no

Il Reddito di cittadinanza non verrà abolito, ma una revisione con la legge di Bilancio è praticamente certa. Il governo Meloni punta a riformare la misura introdotta dal Conte I, recuperando così risorse per circa un miliardo di euro attraverso una stretta che riguarderà anche i requisiti per ottenere il sostegno mensile.

Dei tagli, quindi, ci saranno. Il Reddito resterà per i beneficiari che non sono in grado di lavorare, ma per tutti gli altri il rischio di perdere l’assegno mensile è concreto. Chi è in condizione occupabile, ovvero è in grado di lavorare, potrebbe dover rinunciare alla misura almeno per un periodo limitato di tempo.

Ma come cambierà il Reddito di cittadinanza? La riforma che verrà inserita in manovra non è ancora stata definita nei dettagli, ma nelle ultime ore si fa sempre più largo l’ipotesi che una importante modifica riguarderà i requisiti per accedere al sussidio. Vediamo cosa potrebbe cambiare in base all’età dei percettori e al loro stato familiare.

I nuovi requisiti del Reddito di cittadinanza

Ad anticipare alcune delle novità che potrebbero riguardare il Reddito di cittadinanza è stato Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Chi ha tra i 18 e i 59 anni e non ha figli a carico, ha spiegato, se può lavorare “perderà l’assegno”, anche se non immediatamente.

Il Reddito verrà mantenuto dagli invalidi, da chi è in difficoltà, da chi ha minori a carico e non ha adeguati mezzi di sostentamento. L’obiettivo del governo è tutelare maggiormente chi non può lavorare, ha spiegato Fazzolari, incentivando invece chi è occupabile. Alla fine, comunque, verrà ridotta la platea dei beneficiari.

Come cambia Il Reddito: decisiva la soglia dei 60 anni

L’idea del governo si basa in gran parte sul programma elettorale di Fratelli d’Italia, nel quale si parla di abolizione del Reddito. In realtà la misura di sostegno non verrà cancellata, né cambierà nome quasi certamente. Resteranno le tutele per chi non ha redditi, come i fragili e chi non può lavorare: i disabili, i nuclei familiari con minori a carico e anche gli over 60. Proprio la soglia dei 60 anni diventerà scriminante per togliere o meno il sussidio.

Tridico difende il Reddito di cittadinanza

Pasquale Tridico, presidente dell’Inps, torna intanto a difendere il Reddito di cittadinanza per il suo ruolo “straordinario e positivo nella riduzione della povertà”. Chi percepiva il sussidio nel 2019, spiega Tridico, ormai in parte non lo riceve più: “C’è stato un ricambio di circa il 45%”.

Il presidente dell’Inps aggiunge: “Non va immaginato il Reddito di cittadinanza come qualcosa di statico o con le persone che stanno sul divano dal 2019”. Poi Tridico torna sulle condizioni dei beneficiari della misura: “Il 65% dei percettori sono anziani, disabili e minori e persone che non hanno mai lavorato; il 10%, 350mila persone, ha trovato lavoro; un altro 5% ha il reddito e non lavora e potrebbe essere inserito nel mercato con politiche mirate”.

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