Il reddito di cittadinanza mi è stato tolto: posso fare una nuova domanda?

Antonio Cosenza

01/03/2020

Reddito di cittadinanza decaduto a causa della perdita dei requisiti. Solo ISEE corrente e nuova domanda RdC/PdC possono sbloccarne l’erogazione.

Il reddito di cittadinanza mi è stato tolto: posso fare una nuova domanda?

Reddito di cittadinanza: per molti quella di gennaio è stato l’ultima ricarica ricevuta. Con il rinnovo dell’ISEE, infatti, l’INPS ha effettuato una nuova verifica dei requisiti economici necessari per beneficiare della misura, con un conseguente ricalcolo del beneficio secondo i nuovi parametri indicati nella DSU aggiornata.

Ebbene, per alcuni beneficiari (i numeri non sono ancora noti), il nuovo ISEE ha certificato un superamento delle soglie reddituali per beneficiare di reddito e pensione di cittadinanza e per questo l’INPS ha smesso di erogare il beneficio.

Attenzione: non per tutti coloro a cui il reddito di cittadinanza non è stato ancora pagato è scattata la decadenza della misura. È probabile, infatti, che questo sia solamente sospeso e che la ricarica verrà effettuata a breve.

Scoprire se il reddito di cittadinanza vi è stato tolto oppure è solamente sospeso è molto semplice: basta andare nella propria area privata del sito Inps e verificare lo stato della domanda. Nel caso in cui troviate una “mano rossa” sotto il pagamento di febbraio significa che il reddito (o la pensione) di cittadinanza vi è stato tolto; la “mano arancione”, invece, sta ad indicare una semplice sospensione.

Ma soffermiamoci sulla prima casistica, ossia il reddito di cittadinanza decaduto per perdita dei requisiti economici. Cosa si può fare in questo caso? La nuova domanda è l’unica possibilità per tornare a beneficiare nuovamente del sostegno economico, vediamo perché.

Reddito di cittadinanza decaduto: cosa fare?

Se il reddito di cittadinanza è decaduto a causa del nuovo ISEE c’è poco da fare: è inutile, infatti, presentare una nuova domanda in quanto verrebbe comunque respinta.

Cosa fare allora? L’unica soluzione è richiedere prima l’ISEE corrente e poi provare a presentare una nuova domanda. Questo perché l’ISEE corrente è quello strumento che permette di aggiornare il valore ISEE dei cittadini ai quali la situazione lavorativa (o economica) è peggiorata rispetto a quella di due anni prima.

Ricordiamo, infatti, che l’ISEE ordinario prende come riferimento redditi e patrimoni relativi al 2018. Con l’ISEE corrente - che come vedremo di seguito può essere richiesto solamente in determinate condizioni - si prende invece in esame la situazione concernente al 2019.

Quindi, qualora l’ISEE corrente certifichi una situazione reddituale peggiore di quella indicata nell’ISEE ordinario, allora si potrebbe fare una nuova domanda del reddito di cittadinanza così da sbloccare l’erogazione del beneficio.

Come detto in precedenza, però, non tutti possono richiedere l’ISEE corrente. Ciò è possibile solo al verificarsi di alcune situazioni, quali:

  • una variazione dell’attività di lavoro autonomo o dipendente (o di trattamenti assistenziali, previdenziali o indennitari, anche esenti IRPEF),
  • in alternativa una variazione del reddito complessivo del nucleo familiare superiore al 25%.

Quindi, chi lavorava nel 2018 ma poi è stato (ed è ancora) disoccupato può richiedere l’ISEE corrente. Parimenti possono farlo anche quei nuclei familiari per i quali c’è una variazione reddituale tra 2018 e 2019 pari almeno al 25%.

Viste le condizioni che permettono il rilascio dell’ISEE corrente è molto probabile che in questo caso la domanda (dato il peggioramento della situazione lavorativa e reddituale) possa dare esito positivo con il reddito di cittadinanza che verrebbe nuovamente riconosciuto.

ISEE corrente: i chiarimenti

L’ISEE corrente si può richiedere al CAF; basta portare con sé l’ISEE ordinario e la certificazione attestante la variazione della condizione lavorativa (come ad esempio la lettera di licenziamento o la chiusura della Partita IVA), così come pure le indicazioni riguardo ai redditi percepiti nell’anno 2019.

Attenzione: l’ISEE corrente, a differenza di quello ordinario, non ha validità di 12 mesi bensì di 6 mesi. Inoltre, se in presenza di un ISEE corrente valido un componente trova una nuova occupazione, oppure fruisce di nuovi trattamenti previdenziali, assistenziali e indennitari non rientranti nel reddito complessivo ai fini Irpef, bisognerà presentare un nuovo ISEE corrente entro due mesi dall’inizio della variazione.

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