Reddito di cittadinanza, stretta dell’Inps: domande respinte e tolto subito a chi lo prende, ecco perché

Simone Micocci

12 Dicembre 2022 - 12:27

Stretta al Reddito di cittadinanza annunciata dall’Inps: sempre più domande verranno respinte, a rischio tutti i furbetti che lo prendono senza averne i requisiti.

Reddito di cittadinanza, stretta dell’Inps: domande respinte e tolto subito a chi lo prende, ecco perché

Secondo l’ultimo report Inps, sono 240 mila le domande di Reddito di cittadinanza respinte nei primi 10 mesi del 2022, mentre 50 mila richieste sono state sospese a seguito di ulteriori controlli da parte dell’Inps, in collaborazione con le Forze dell’ordine.

Tali dati confermano una stretta immediata da parte dell’Inps nei confronti di tutti i furbetti del Reddito di cittadinanza, molto più severa rispetto a quanto fatto negli anni scorsi. A spiegarne le ragioni, e a confermare che in futuro le persone a cui verrà tolto il Reddito di cittadinanza, o comunque alle quali verrà rifiutata la domanda, rischiano di aumentare ulteriormente, è Vincenzo Caridi, direttore generale dell’Inps.

In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera ha spiegato le motivazioni che si celano dietro all’ultima stretta sul Reddito di cittadinanza, confermando che rispetto all’inizio i controlli sulle domande sono diventati sempre più stringenti.

Da temere, quindi, non è solamente la stretta annunciata dalla legge di Bilancio 2023, con la quale viene stabilito che il Reddito di cittadinanza il prossimo anno potrà spettare per un massimo di 8 mesi, ma anche i controlli dell’Inps. Qualora si dovesse finire sotto la lente d’ingrandimento, infatti, si rischia di perdere immediatamente il diritto al Reddito di cittadinanza, oltre a conseguenze ben più gravi come può essere la restituzione delle somme indebitamente percepite.

Reddito di cittadinanza, arriva la stretta dell’Inps: ecco chi è a rischio

Tempi duri in arrivo per i furbetti del Reddito di cittadinanza. Rispetto all’inizio - quando secondo la legge l’Inps poteva controllare, prima di accettare la domanda di Reddito di cittadinanza, solamente i dati in suo possesso - adesso l’Istituto ha accesso a diversi data base, potendo così verificare tutti i dati rilevanti ai fini della concessione del beneficio.

Ad esempio, inizialmente l’Inps poteva verificare solamente se nel nucleo familiare c’erano componenti con altri lavori o percettori di ammortizzatori sociali: questi erano gli unici controlli ex ante, quindi prima del riconoscimento del beneficio, mentre per tutta un’altra serie d’informazioni si rimandava a un secondo momento.

Ecco perché erano frequenti i casi di furbetti del Reddito di cittadinanza, ossia di famiglie che lo hanno percepito pur non avendone tutti i requisiti.

E i controlli erano comunque limitati, visto che per accedere agli altri database in possesso delle singole amministrazioni bisognava sottoscrivere le apposite convenzioni. Del perché non fossero state sottoscritte prima dell’approvazione di una misura che da sola costa allo Stato circa 10 miliardi di euro non è dato saperlo.

Un modus operandi che, spiega Vincenzo Caridi, anche all’Inps “stava stretto”: tuttavia la legge prevedeva l’obbligo di erogare comunque la prestazione entro 30 giorni, e per questo non si poteva fare altrimenti.

Fortunatamente, oggi la maggior parte delle convenzioni sono state firmate, quindi l’Inps può consultare, già in fase di approvazione della domanda, diverse informazioni: dall’Aci per i veicoli al ministero della Giustizia per i delitti ostativi all’erogazione della prestazione.

C’è solo una convenzione che deve essere ancora sottoscritta ma per la quale, spiega Caridi, si dovrebbe arrivare a un accordo entro la fine dell’anno: si tratta di quella con il Dap, con il quale verrà evitato che a percepire il Reddito di cittadinanza siano anche i detenuti. Un controllo aggiuntivo quindi, che dovrebbe scattare già da gennaio 2023.

Reddito di cittadinanza, in corso i controlli ex post

Nel frattempo, l’Inps continuerà con i controlli ex post, quindi nei confronti di chi già percepisce il Reddito di cittadinanza, iniziati già a inizio 2022, i quali hanno contribuito a individuare circa 50 mila furbetti.

L’obiettivo è scovare le frodi, in collaborazione con le Forze dell’Ordine, così da interrompere immediatamente le erogazioni del sostegno e far scattare le sanzioni accessorie: dalla restituzione di quanto erogato al rischio carcere.

Quali controlli non sono ancora possibili?

Tuttavia, non mancano le lacune. Anche oggi, infatti, per l’Inps è complicato controllare alcuni dati presenti nell’Isee. Il problema, spiega il direttore dell’Istituto, è che il reddito che bisogna verificare è riferito a due anni prima dalla presentazione dell’Isee, il che genera non poche difficoltà.

Ancora peggio per la verifica del patrimonio immobiliare, in quanto “per problemi tecnici ancora non è possibile incrociare i dati autocertificati con quelli in possesso del catasto”. In tal caso, quindi, il controllo ex ante non è possibile ed eventuali discrepanze potranno essere accertate solo in un successivo momento, con controlli a campione oppure effettuati a seguito di segnalazioni.

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