Reddito di cittadinanza: sanzioni più severe per chi ha firmato il Patto per il Lavoro

Antonio Cosenza

3 Marzo 2020 - 11:19

Reddito di cittadinanza: con la firma del Patto per il Lavoro si inaspriscono le sanzioni. Il beneficio decade già alla seconda assenza alle convocazioni dei centri per l’impiego.

Reddito di cittadinanza: sanzioni più severe per chi ha firmato il Patto per il Lavoro

Reddito di cittadinanza, nuove sanzioni per coloro che hanno firmato il Patto per il Lavoro con il centro per l’impiego.

Rispetto a quanto previsto per le assenze alle prime convocazioni da parte dei CPI, ovvero quelle finalizzate alla sottoscrizione del Patto per il Lavoro, con l’avvio del piano di ricerca personalizzata le sanzioni in caso di assenza agli appuntamenti diventano più severe.

Ma andiamo con ordine: come noto la legge 26/2019 sanziona coloro che non si presentano (senza fornire un giustificato motivo per l’assenza) alle convocazioni per la firma del Patto per il Lavoro. Nel dettaglio, nel 7° comma dell’articolo 7 della suddetta legge, viene specificato che in caso di mancata presentazione al primo appuntamento (anche qualora la convocazione avvenga dal Comune e non dal Centro per l’impiego per la firma del Patto di Inclusione) si applica il seguente regime sanzionatorio:

  • decurtazione di una mensilità del beneficio in caso di prima mancata presentazione;
  • decurtazione di due mensilità alla seconda mancata presentazione;
  • decadenza della prestazione in caso di ulteriore mancata presentazione.

È per questo motivo, ad esempio, che nei prossimi giorni l’INPS dovrebbe effettuare la prima decurtazione di una mensilità del reddito di cittadinanza visto che sono diversi i beneficiari segnalati per non essersi presentati alla prima convocazione.

Il regime sanzionatorio, però, non si estingue con la firma del Patto per il Lavoro, semmai si inasprisce. In questo caso, infatti, in caso di assenza ad un’iniziativa di orientamento o formazione si applica quanto disposto dall’articolo 20, comma 3 - lettera A - del d.lgs 150/2015. Sanzioni che - come vedremo di seguito - sono più severe rispetto a quelle previste dalla legge istitutiva del reddito di cittadinanza.

Reddito di cittadinanza: sanzioni e obblighi per chi ha firmato il Patto per il Lavoro

La firma del Patto per il Lavoro è solo l’inizio del percorso che dovrebbe portare il beneficiario del reddito di cittadinanza ad un reinserimento lavorativo. Un percorso fatto di diversi obblighi per il beneficiario, come quelli dettati dall’articolo 20 - comma 3, lettera A - del d.lgs 150/2015, nel quale si legge che vige l’obbligo di “partecipazione a iniziative e laboratori per il rafforzamento delle competenze nella ricerca attiva di lavoro quali, in via esemplificativa, la stesura del curriculum vitae e la preparazione per sostenere colloqui di lavoro o altra iniziativa di orientamento”.

Rispondere alla prima convocazione del centro per l’impiego, quindi, non è sufficiente per mettersi al riparo dalle sanzioni previste nel caso di mancato rispetto delle regole vigenti. Anzi: più si va avanti e più le sanzioni per le inadempienze diventano severe.

Ad esempio, già alla prima assenza ai suddetti seminari e laboratori per l’orientamento al lavoro, che il CPI organizza appositamente per coloro che hanno firmato il Patto per il Lavoro, scatta la decurtazione di due mensilità del reddito di cittadinanza (anziché una come nel caso della prima convocazione). Alla seconda assenza, invece, il reddito di cittadinanza viene tolto.

La decadenza del reddito di cittadinanza scatta anche quando un beneficiario che ha sottoscritto il Patto per il Lavoro:

  • non si presenta alle iniziative di carattere formativo o di riqualificazione o ad altra politica attiva o di attivazione;
  • si rifiuta di partecipare ai PUC (progetti utili alla collettività) qualora questi siano stati previsti dal Comune di residenza;
  • rifiuta una delle tre offerte di lavoro congrue.

Sanzioni molto severe che obbligano il beneficiario del reddito di cittadinanza che ha sottoscritto il Patto per il Lavoro (al quale a breve verrà riconosciuto anche l’assegno di ricollocazione) a dedicare il massimo impegno nel percorso che porterà, si spera, al reinserimento lavorativo.

Assenze attività Patto per il Lavoro: come giustificare per non perdere il reddito di cittadinanza

Come anticipato, però, è comunque possibile non presentarsi ad una delle suddette attività nel caso in cui sussista un giustificato motivo oggettivo. Nel dettaglio, sono riconosciuti come tali:

  • documentato stato di malattia ed infortunio;
  • servizio civile o di leva o richiamo alle armi;
  • stato di gravidanza, per i periodi di astensione previsti dalla legge;
  • citazioni in tribunali;
  • gravi motivi familiari documentati e/o certificati;
  • limitazione legale della mobilità personale,
  • ogni altro comprovato impedimento oggettivo e/o causa di forza maggiore, ovvero ogni fatto o circostanza che impedisca al soggetto di presentarsi presso gli uffici, senza la possibilità di valutazione di carattere soggettivo e discrezionale da parte di quest’ultimo.

In presenza di questi motivi, quindi, la mancata partecipazione non potrà essere sanzionata e il beneficiario non subirà alcuna sanzione del reddito di cittadinanza.

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