Reddito di cittadinanza, novità: ripartono convocazioni e offerte di lavoro

Antonio Cosenza

16/04/2020

Novità reddito di cittadinanza con la conversione in legge del Decreto Cura Italia di marzo: riprendono le convocazioni (ma solo da remoto), consentite le offerte di lavoro congrue nel comune di residenza.

Reddito di cittadinanza, novità: ripartono convocazioni e offerte di lavoro

Reddito di cittadinanza: novità per i beneficiari dalla conversione del Decreto Cura Italia.

Come noto, il Decreto Cura Italia di marzo sospende fino al 17 maggio 2020 gli obblighi legati alla condizionalità prevista dal reddito di cittadinanza. Niente convocazioni per il centro per l’impiego, nessuna sanzione per chi rifiuta un’offerta di lavoro congrua né per chi non partecipa ai PUC, progetti utili alla collettività.

Allo stesso tempo, per i beneficiari del reddito di cittadinanza sono stati sospesi i termini entro i quali questi devono comunicare all’INPS eventuali variazioni legate a redditi e patrimoni.

Ma attenzione, perché ci sono delle novità molto importanti in arrivo dal Senato, dove è in atto la conversione in legge del decreto legge 18/2020 del 17 marzo (ovvero del Decreto Cura Italia). Qui, infatti, è stato approvato un emendamento che modifica la sospensione degli obblighi connessi alla condizionalità del reddito di cittadinanza: una novità che di fatto impone la ripresa delle convocazioni dei percettori della misura soggetti a condizionalità e pone dei limiti alla possibilità di rifiutare le offerte di lavoro.

Nel dettaglio, l’emendamento approvato al Senato modifica quanto stabilito dall’articolo 40 del Decreto Cura Italia in merito alla sospensione degli obblighi di condizionalità per i beneficiari di RdC ed altre prestazioni. Ecco quali sono le modifiche introdotte e cosa cambia per i percettori della misura.

Reddito di cittadinanza: ripartono convocazioni e offerte di lavoro

Al Senato, durante la conversione in legge del decreto-legge 17 marzo 2020 n°18, è stato approvato il seguente emendamento che modifica quanto stabilito originariamente dal Decreto Cura Italia riguardo alla sospensione degli obblighi di condizionalità:

40.4 (testo 3)

1-bis. Fermo restando che le attività di formazione professionale e orientamento al lavoro, nonché le altre attività connesse ai patti per il lavoro e ai patti per l’inclusione sociale che possono essere svolte a distanza vengono rese nelle modalità citate, la sospensione di cui al comma 1 non si applica alle offerte di lavoro congrue nell’ambito del comune di appartenenza.

Cosa ci dice questo emendamento? Due sono gli elementi importanti che interessano ai beneficiari del reddito di cittadinanza, ma anche agli operatori dei centri per l’impiego e ai navigator impegnati nella presa in carico.

Nella prima parte, infatti, viene autorizzata la ripresa degli appuntamenti in programma con i beneficiari del reddito di cittadinanza che hanno firmato un Patto per il Lavoro o per l’Inclusione Sociale.

Gli appuntamenti, quindi, si possono svolgere regolarmente ma dal momento che i centri per l’impiego sono chiusi al pubblico (e lo saranno almeno fino al 3 maggio) potranno essere effettuati solamente da remoto, quindi per via telefonica o, quando e dove possibile, tramite videoconferenza.

Altra parte molto importante è quella che toglie la sospensione degli obblighi legati alla condizionalità per le offerte di lavoro congrue del comune di appartenenza. A tal proposito, ricordiamo che per il reddito di cittadinanza fa riferimento la residenza e non il domicilio.

Cosa significa questo? Che navigator e operatori dei centri per l’impiego potranno presentare offerte di lavoro congrue afferenti al comune di residenza e che in caso di rifiuto della stessa si applicherà la condizionalità prevista dalla legge.

Ciò non vale, invece, per tutte le offerte di lavoro fuori dal comune: queste si potranno rifiutare tranquillamente fino al 17 maggio, quando il funzionamento del reddito di cittadinanza, con annessa condizionalità, riprenderà regolarmente.

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