Reddito di cittadinanza: beneficiari utilizzati per l’emergenza Coronavirus?

Antonio Cosenza

24/03/2020

Reddito di cittadinanza: i percettori saranno chiamati per dare assistenza al Comune nel periodo di emergenza? Facciamo chiarezza.

Reddito di cittadinanza: beneficiari utilizzati per l’emergenza Coronavirus?

Reddito di cittadinanza: “i beneficiari della misura presto saranno utilizzati per alcuni lavori di pubblica utilità, necessari visto il diffondersi dell’emergenza Coronavirus”.

È questa l’ennesima bufala che corre sul web: beneficiari del reddito di cittadinanza utilizzati come supporto al Comune nelle operazioni di sanificazione, o anche per dare assistenza alle fasce di popolazione più deboli.

Ma da cosa nasce questa fake news? Effettivamente in questi giorni sono stati molti gli appelli fatti al Governo riguardo alla possibilità di impiegare i beneficiari del reddito di cittadinanza per svolgere lavori di pubblica utilità collettiva (i cosiddetti PUC) per conto dei Comuni.

Ad esempio, il leader di Fratelli d’Italia - Giorgia Meloni - ha chiesto di impiegare i percettori nelle “operazioni di sanificazione” degli ambienti del Comune, anziché restare a casa.

I consiglieri regionali della Lega emiliano-romagnola, hanno invece chiesto di utilizzare i percettori idonei al lavoro nella manodopera del comparto agro-alimentare regionale, nel quale c’è urgente fabbisogno di personale.

Ma non solo appelli dalla politica: anche il Codacons (associazione dei consumatori) nelle scorse ore ha fatto appello all’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e agli Enti Locali affinché venga predisposto un “PUC” valido per tutti i Comuni così da prevedere l’impegno dei beneficiari del reddito di cittadinanza in servizi utili alla collettività, “in maniera organizzata e nel rispetto dei dettami di massima sicurezza”. Questo perché i beneficiari del reddito di cittadinanza potrebbero rappresentare oggi una “preziosa risorsa e fonte di aiuto in un momento così tragico della storia del Paese”.

Insomma, le richieste non mancano: ma quante possibilità ci sono che ciò possa accadere realmente, ovvero che i beneficiari del reddito di cittadinanza vengano chiamati immediatamente per lo svolgimento di lavori di pubblica utilità? Facciamo chiarezza.

Reddito di cittadinanza: beneficiari a servizio delle amministrazioni? Facciamo chiarezza

Le richieste presentate in questi giorni riguardo all’utilizzo dei beneficiari del reddito di cittadinanza nei lavori di pubblica utilità, necessari visto il periodo di emergenza da Coronavirus, possono essere condivisibili o meno, fatto sta che sono irrealizzabili.

Sia dal punto giuridico che - come da nostro personale parere - da quello pratico.

Partiamo dal primo aspetto, quello giuridico. Come molti di voi sapranno nel Decreto “Cura Italia” è stata disposta la sospensione della condizionalità prevista dalla misura per un totale di due mesi.

Fino al 18 di maggio, quindi, per i beneficiari del reddito di cittadinanza non ci saranno convocazioni per i Patti per il Lavoro, né tantomeno seminari di orientamento o sanzioni per il mancato rispetto degli obblighi previsti dalla politica attiva.

Ebbene, la sospensione riguarda anche l’obbligo di partecipare - qualora previsti dal Comune di appartenenza - ai lavori di pubblica utilità collettiva. Ecco perché la notizia per cui i percettori del reddito verranno presto chiamati per svolgere alcuni lavori utili è una bufala: è la legge stessa che non lo consente.

La seconda criticità ci sarebbe dal punto di vista pratico. Ad oggi i Comuni - che devono sottostare alle regole per la limitazione del contagio da Coronavirus - sarebbero impreparati a gestire un così elevato numero di persone garantendo allo stesso tempo la loro sicurezza. E in un periodo in cui si chiede alle persone di “stare a casa”, non sarebbe opportuno mobilitare una così ampia platea di beneficiari senza un piano ben preciso.

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