Pressione sui rating di questi Paesi Ue, l’allarme di Scope

Violetta Silvestri

23 Aprile 2024 - 15:24

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I rating sul credito dei principali Paesi Ue possono peggiorare da un momento all’altro e il motivo è il deficit. L’allarme, spiegato, dell’agenzia Scope.

Pressione sui rating di questi Paesi Ue, l’allarme di Scope

L’agenzia di rating Scope ha lanciato l’allarme sul credito sovrano degli Stati europei. C’è molta pressione sui conti delle più importanti economie del vecchio continente, dove ampi deficit fiscali rappresentano una minaccia alla stabilità finanziaria.

Il fallimento di alcuni Paesi dell’area euro nel risanare le finanze pubbliche sta mettendo a repentaglio il loro status creditizio secondo Scope Ratings.

Martedì 23 aprile la società ha pubblicato un rapporto in cui osserva come le pressioni fiscali sono in rapido aumento in un contesto di crescita tiepida e costi di finanziamento più elevati. Secondo i suoi calcoli, Francia, Italia, Germania e Spagna pagheranno insieme quasi 170 miliardi di euro di interessi in più nel 2028 rispetto al 2020.

I commenti seguono le previsioni del Fondo Monetario Internazionale della scorsa settimana, nelle quali la traiettoria dell’indebitamento sia per l’Italia che per la Francia è destinata a salire.

L’allarme sul rating sovrano, ecco gli Stati a rischio per Scope

“Siamo preoccupati per i Paesi fortemente indebitati con ampi deficit primari e per i Governi che operano in ambienti politici altamente frammentati e che faticano ad attuare le riforme”, così ha scritto l’analista Alvise Lennkh-Yunus nella nota di Scope.

Grecia, Irlanda, Portogallo, Spagna e Cipro sono stati elogiati per aver apportato cambiamenti e “importanti riforme nell’ambito dei programmi di assistenza finanziaria dell’UE, determinando traiettorie macroeconomiche più favorevoli”, ma altri non hanno sfruttato gli anni di politica monetaria accoodante in modo altrettanto efficace.

“Francia e Belgio, che consideriamo entrambi con outlook negativo, rischiano di non riconoscere pienamente i propri vincoli finanziari”, ha osservato Lennkh-Yunus. “I piani governativi che mirano solo a stabilizzare il debito pubblico agli attuali rapporti elevati implicano che il debito continuerà ad aumentare ogni volta che emergerà la prossima crisi”.

L’allerta verte sempre sullo stesso tema: il peso del debito sul futuro dei conti pubblici. “Il difficile contesto per i governi dell’area euro deriva da tre sfide: crescita moderata, debito pubblico elevato e aumento dei pagamenti di interessi, che coincidono con pressioni per maggiori spese e investimenti destinati principalmente agli anziani, all’ambiente e alla difesa”, ha spiegato Lennkh-Yunus.

Insieme, queste tendenze metteranno a dura prova i bilanci fiscali in media di circa il 3%-4% del Pil nei prossimi anni. Ciò include la sostanziale necessità di investimenti per diventare carbon neutral entro il 2050, stimati tra lo 0,5% e l’1,0% del PIL all’anno per il solo settore pubblico, sulla base dei dati della Commissione Europea, si legge nel rapporto.

Le pressioni sul Prodotto interno lordo rischiano quindi di schiacciare la ripresa delle principali economie europee. Scope ha riportato un grafico eloquente al riguardo: in esso sono evidenziate le varie voci di spesa e investimenti che peseranno sui Paesi e in che entità. Pagamenti su interessi, la differenza tra il costo totale della spesa per l’invecchiamento tra il 2035 e il 2023 sulla base del rapporto sull’invecchiamento della Commissione europea del 2024, gli investimenti green e le risorse per la difesa saranno protagoniste.

Fabbisogno spesa investimenti in % al Pil Fabbisogno spesa investimenti in % al Pil Confronto delle voci di spesa tra Paesi

Senza crescita e sviluppo nel lungo periodo, i conti nazionali rischiano di scoppiare e per questo c’è un allarme downgrade sul rating creditizio di Paesi rilevanti e grandi come la Francia.

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