Perché il Pakistan sta deportando 1,7 milioni di afgani

Alessandro Cipolla

15/11/2023

In pochi ne parlano ma il Pakistan sta deportano 1,7 milioni di afghani fuori dai propri confini nazionali: il perché della nuova tragedia per questo tormentato popolo.

Perché il Pakistan sta deportando 1,7 milioni di afgani

Cosa sta succedendo al confine tra Pakistan e Afghanistan? Mentre il mondo intero è concentrato sulla guerra tra Israele e Hamas, un conflitto che ha fatto passare in secondo piano quello sempre più cruento tra Russia e Ucraina, una nuova tragedia si sta consumando nel cuore dell’Asia.

Il Pakistan e l’Afghanistan condividono oltre 2.600 chilometri di confine, una linea che negli ultimi anni più volte è stata varcata dai civili in fuga da Kabul a causa dell’occupazione sovietica e delle bombe americane prima, della guerra civile poi e infine del ritorno dei Talebani.

In totale si stima che 3,7 milioni di afghani da anni vivano in Pakistan, con la migrazione che è iniziata negli anni ‘70 per poi accelerare dopo il caos che si è generato nel Paese a seguito dell’attentato terroristico dell’11 settembre.

Negli ultimi tempi alcuni attentati terroristici si sono verificati anche in Pakistan; il governo di Katmandu ha incolpato gli afghani di queste azioni, dichiarando che gli irregolari sono una minaccia per il Paese.

Questi attacchi sono avvenuti lungo il confine tra i due Paesi e, per il governo pakistano, sarebbero stati perpetrati dai Talebani con l’ausilio di alcuni afghani irregolari.

Pakistan e Afghanistan, cosa sta succedendo

A inizio ottobre il ministero dell’Interno pakistano ha deciso che tutti gli afghani irregolari - si stima siano circa 1,7 milioni, poi ci sono 800.000 rifugiati e 1,3 milioni di richiedenti asilo - presenti in Pakistan avrebbero dovuto lasciare il Paese entro il primo novembre.

Il ministro dell’Interno Sarfraz Bugti così ha invitato gli irregolari a fare il ritorno in Afghanistan, altrimenti a partire da novembre sarebbero stati arrestati e poi espulsi: per poter restare serve ora essere in possesso di un visto valido e non più solo della carta d’identità.

Scaduto il termine del primo novembre, le forze dell’ordine pakistane hanno iniziato a eseguire gli “ordini” del ministro Bugti, arrestando tutti gli afghani non in regola con i documenti: soltanto nei primi giorni ne sarebbero fermate 4.000 persone.

Secondo Save the Children, nelle ultime settimane 120.000 afghani presenti in Pakistan sarebbero tornati in patria, con il destino di tutti gli altri che appare essere segnato: o varcano il confine di propria volontà oppure verranno arrestati e rimpatriati.

Proprio il timore dell’arresto avrebbe spinto i primi irregolari a tornare in Afghanistan, un Paese dove al comando adesso ci sono di nuovo i Talebani e dove è in atto una crisi umanitaria fortissima aggravata anche dai recenti terremoti.

Al momento soltanto alcune associazioni umanitarie hanno protestato contro questa deportazione messa in atto dal Pakistan, da parte delle ambasciate e dei palazzi però a regnare è il silenzio.

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