Perché la pianificazione assicurativa è indispensabile

Vincenzo Tucci

27/08/2022

Con una corretta pianificazione assicurativa permette di affrontare la vita con serenità e quantificare i danni economici dei rischi potenziali. Ecco come funziona e perché è importante.

Perché la pianificazione assicurativa è indispensabile

Si sente spesso parlare di pianificazione assicurativa e della sua importanza, sebbene molti pensino che sia un nuovo mantra dei consulenti assicurativi per vendere, non è così: “la pianificazione assicurativa ha come obiettivo la gestione del rischio, trasformando grandi spese potenzialmente distruttive e altamente incerte in spese piccole e gestibili“.

Come si effettua una pianificazione assicurativa?

Partiamo col dire che ogni persona ha dei bisogni da soddisfare, strettamente correlati al proprio stile di vita, al tipo di lavoro, all’età e per lo stesso motivo è esposto a dei rischi che hanno una bassa, media o alta probabilità di accadere. Cosa si fa?

Esistono due alternative: la prima è assumersi personalmente i rischi, e le relative conseguenze, quindi scegliere senza di fatto aver scelto. Sebbene questa sia l’alternativa più diffusa lo è non in quanto migliore ma perché molti ignorano le opportunità che la pianificazione assicurativa può fornire e i rischi che quotidianamente corrono. La seconda alternativa è quella di affidarsi a specialisti capaci di analizzare i bisogni e le necessità e consigliare al meglio.

I motivi principali per cui molti non hanno una pianificazione assicurativa, sono:

  • mancanza di educazione finanziaria;
  • nessuno vi hai mai fatto capire l’importanza della pianificazione;
  • credere che siano frottole.

Chiarito questo fondamentale punto, possiamo procedere con gli step della pianificazione assicurativa.
Gli step per una buona pianificazione sono cinque:

  • Identificazione dei rischi;
  • Quantificazione del danno potenziale;
  • Probabilità di manifestazione dell’evento;
  • Determinare la priorità dei rischi;
  • Gestire il rischio.

Il processo di identificazione dei rischi, si esegue con la mappatura dei rischi, dove si andranno ad analizzare le diverse aree: Invalidità/inabilità da malattia e/o da infortunio; premorienza, responsabilità verso terzi, danni agli immobili. Effettuata la mappatura si procede con il passaggio successivo, la quantificazione del danno potenziale, in questo secondo step si vanno a quantificare tutti i possibili danni economici che ogni singolo evento può avere nella nostra vita (gli eventi in questo caso sono le aree elencate).

Questo è uno degli step più importanti, quantificare il danno economico è tanto fondamentale quanto soggettivo, per cui a uno stesso rischio vi possono essere danni di entità diversa. Terzo step, probabilità di manifestazione dell’evento, qui vi è uno dei più grandi bias che porta la maggior parte delle persone a male assicurarsi. Per comprendere bene questo punto, introduco due concetti importanti frequenza e gravità. La prima è la probabilità che un evento possa accadere, la seconda è la conseguenza economica del rischio. Qui le persone si concentrano maggiormente sulla frequenza e non sulla gravità. Perché è sbagliato?

Partiamo dal presupposto che non possiamo assicurarci su tutto l’universo assicurabile, e che le nostre finanze ci portano a dover fare delle scelte. Per cui tali scelte cadranno su eventi che al loro verificarsi, causeranno un danno di alta o altissima gravità. Esempio, facciamo l’assicurazione al nostro smartphone 150€, la frequenza qui è alta (è molto probabile che il telefono cada o lo perda) ma la gravità è bassa (il danno economico derivante da una caduta, non metterebbe mai a rischio la situazione economica), caso opposto invece se con i stessi soldi facessi una assicurazione sull’incendio dell’abitazione, qui la frequenza è bassa (difficilmente si verifica un incendio) ma la gravità è molto alta (se dovesse scoppiare un incendio, sono guai sia perché perdo tutti i miei beni e probabilmente non saprei nemmeno dove andare, sia perché l’incendio potrebbe provocare danni ad altri immobili e quindi sarò costretto a risarcire anche i vicini).

Quarto step, alla luce di quanto detto risulterà semplice determinare la priorità dei rischi. I rischi da assicurare sono quelli che presentano un alto grado di gravità, dove al loro verificarsi il danno economico è di entità elevata e quindi compromettono e/o sconvolgono la nostra vita.

Quinto e ultimo step, gestire il rischio, una volta che sono stati individuati tutti i rischi, si procede con la gestione dei rischi utilizzando tre strategie:

  • ridurre i rischi: qui il cliente può cercare di ridurre il rischio, adottando per esempio un buon stile di vita; proteggendo con sistemi moderni la propria abitazione ma non può eliminarli completamente;
  • ritenere i rischi: il cliente decide si sopportare il rischio, accollandosi tutte le possibili spese con il proprio patrimonio
  • trasferire il rischio: dopo una buona pianificazione assicurativa, si trasferiscono i rischi più importanti a una o più compagnie di assicurazione.

In conclusione, affrontare efficacemente i rischi della vita non significa solo creare una visione il più possibile chiara e quantificata dei danni potenziali, ma vivere una vita più serena e tranquilla con la consapevolezza che i rischi, quelli seri, fanno meno paura.

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