Pensioni, annunciati nuovi aumenti ogni mese (ma ecco cosa succederà davvero)

Simone Micocci

10 Maggio 2024 - 09:39

Pensioni, annunciati aumenti per il cedolino di giugno. Lo stesso era stato fatto a marzo e aprile, ma di concreto non c’è stato nulla. Ecco quindi cosa bisogna aspettarsi nei prossimi mesi.

Pensioni, annunciati nuovi aumenti ogni mese (ma ecco cosa succederà davvero)

Da qualche mese ormai si continua a parlare di aumenti delle pensioni, per quanto di concreto a riguardo non ci sia nulla. Il mese scorso siamo intervenuti per un fact checking sulle ultime notizie delle pensioni in quanto da più parti venne annunciato un aumento in programma a maggio.

Adesso la storia si ripete, questa volta con l’attenzione spostata sul cedolino in pagamento a giugno per il quale si parla di “ricalcolo della pensione” con annesso aumento.

Di fatto, stando alle ultime notizie sulle pensioni, per i pensionati sembra esserci un aumento ogni mese. Peccato che poi l’importo resti sempre lo stesso.

La trattazione non cambia: la ragione per cui dovrebbe aumentare la pensione è dovuta alla revisione dell’Irpef e all’arrivo degli arretrati. Ogni mese infatti si fa riferimento a un gruppo fantomatico di pensionati che non ha ancora beneficiato dei vantaggi della nuova Irpef e che quindi riceverà aumenti e arretrati con il prossimo cedolino.

Tuttavia, ad oggi non sembrano esserci numeri rilevanti per poter parlare di aumenti generalizzati, con l’Inps stessa che conferma che le operazioni di conguaglio della nuova Irpef sono già state concluse da un pezzo.

Nessun aumento della pensione a giugno

Così come stato ad aprile, come pure a maggio, neppure a giugno bisogna aspettarsi un aumento delle pensioni come invece è stato annunciato da più parti.

La ragione è sempre la stessa: tutti gli aggiornamenti sul calcolo delle pensioni sono già stati effettuati nei mesi scorsi, dalla rivalutazione degli importi scattata a gennaio alla nuova Irpef applicata per la prima volta a marzo (con relativo pagamento degli arretrati).

Ovviamente potrebbe esserci un caso isolato in cui la pensione in pagamento tra sabato 1 giugno (per chi ha l’accredito in Posta) e lunedì 3 giugno potrebbe contenere un aumento. D’altronde sono diverse le ragioni per cui l’Inps potrebbe procedere con il conguaglio, ad esempio in favore di quei pensionati che beneficiano di trattamenti legati al reddito e che negli ultimi mesi hanno presentato il modello Red. Ma si tratta di una non notizia: per quanto aumenti delle pensioni possano effettivamente esserci ogni mese, non ci sono gli elementi per annunciare un incremento generalizzato che rischia solamente di illudere i pensionati.

Tutti gli aumenti delle pensioni nel 2024

Cogliamo l’occasione per riepilogare quali sono gli aumenti delle pensioni in programma quest’anno, distinguendo quelli già applicati sul cedolino da quelli che invece sono in arrivo nei prossimi mesi.

Come anticipato, il primo aumento c’è stato sul cedolino di gennaio, quando i trattamenti previdenziali e assistenziali sono stati adeguati al costo della vita (con tasso di inflazione del 5,4%).

Dopodiché a marzo c’è stato l’aggiornamento della nuova Irpef, in quanto con la riforma fiscale è stata ridotta - dal 25% al 23% - l’aliquota contributiva che si applica sulla parte di reddito compresa tra 15 mila e 28 mila euro. Un’operazione che nel migliore dei casi, per chi ha una pensione pari o superiore a 28 mila euro, ha garantito un incremento di 260 euro l’anno, 21,66 euro al mese su ogni cedolino.

Per un ulteriore aumento bisognerà poi attendere la pensione in pagamento a luglio, quando per i pensionati che percepiscono un assegno di importo non superiore a 15.563,86 euro è in arrivo la quattordicesima, somma aggiuntiva che nel migliore dei casi ha un importo pari a 655 euro.

Dopodiché già ad agosto potrebbe arrivare il rimborso Irpef in favore di quei pensionati che hanno presentato dichiarazione dei redditi con modello 730/2024, indicando l’Inps regolarmente come sostituto d’imposta, entro il 20 giugno, a patto ovviamente che dal ricalcolo delle imposte, con annesse detrazioni e deduzioni, ne risulti un credito Irpef.

Per chi invece presenta la dichiarazione dei redditi in ritardo, l’eventuale rimborso arriva tra settembre e novembre.

A dicembre poi ci sarà il pagamento della tredicesima, con il vantaggio poi che sul cedolino non si applicano le addizionali (né a saldo né ad acconto), incrementando così il valore netto dell’assegno.

Poi a gennaio è in programma il nuovo aumento garantito dalla rivalutazione che tuttavia dovrebbe essere molto più basso rispetto a quelli riconosciuti negli ultimi anni. La percentuale stimata nel Documento di economia e finanza, infatti, è di appena l’1,6% e seppur soggetta a variazioni non dovrebbe discostarsi di molto.

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