Pensione: come riunire i contributi versati in diverse gestioni previdenziali

Simone Micocci

5 Aprile 2018 - 09:16

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Riunire i contributi versati in diverse gestioni previdenziali obbligatorie è molto importante ai fini pensionistici; ecco come fare e come scegliere lo strumento più adatto alle vostre esigenze.

Pensione: come riunire i contributi versati in diverse gestioni previdenziali

In Italia ci sono diverse gestioni previdenziali obbligatorie a seconda dei casi e dell’impiego ricoperto. Per questo motivo può accadere che una persona nel corso della sua carriera abbia ricoperto diversi lavori, maturando i contributi previdenziali in gestioni differenti.

Riunire questi contributi sotto un’unica gestione però è molto importante ai fini pensionistici; in questo modo, infatti, è possibile recuperare dei contributi maturati che altrimenti andrebbero persi, utili sia per andare prima in pensione che per incrementare il futuro assegno pensionistico.

Per riunire i contributi maturati in diverse gestioni previdenziali obbligatorie ci sono tre strumenti possibili:

  • ricongiunzione;
  • totalizzazione;
  • cumulo.

Non esiste uno strumento più conveniente dell’altro; ecco perché è importante approfondire come funzionano così da capire qual è il più adatto al vostro caso. Ne faremo chiarezza in questo articolo dove abbiamo messo in risalto i punti in comune e le differenze di questi tre strumenti utili per riunire i contributi maturati in gestioni previdenziali differenti.

Ricongiunzione contributi

Con la ricongiunzione è possibile riunire i contributi versati in un’unica forma di previdenza. Se il lavoratore ha maturato i contributi in diverse casse professionali potrà quindi riunirli in un unico fondo con la convenienza che tutti i periodi assicurativi ricongiunti vengono considerati come se fossero stati versati direttamente nel fondo in cui sono stati unificati.

La richiesta di ricongiunzione va presentata da coloro che svolgono ancora un’attività lavorativa. L’istanza va consegnata all’INPS, il quale per prima cosa valuta lo storico contributivo del richiedente indicandogli i costi da sostenere.

Sì, perché la ricongiunzione dei contributi ha un costo per il lavoratore, una spesa variabile in base allo stipendio percepito, all’età, ai contributi versati e dalla parte di questi che si intende trasferire nella gestione unica.

Come si calcola il costo della ricongiunzione? Il sistema di calcolo varia a seconda del periodo in cui sono stati versati i contributi. Ad esempio, se questi risalgono al periodo precedente al 1 gennaio 2013 - e di conseguenza fanno parte del calcolo retributivo - la spesa a carico del richiedente viene quantificata in termini di riserva matematica.

Per quelli successivi alla suddetta data, quindi che rientrano nel calcolo contributivo, il costo viene quantificato in base alla retribuzione percepita nei 12 mesi precedenti alla presentazione dell’istanza e dall’aliquota contributiva IVS in vigore nella stessa data.

Totalizzazione

Questo strumento è simile alla ricongiunzione ma presenta una grande differenza con quest’ultima. Ricorrendo alla totalizzazione, infatti, si possono sì riunire i contributi versati in diverse gestioni in un unico fondo, ma in questo caso la pensione viene erogata come se fosse la somma dei trattamenti previdenziali riconosciuti dai diversi enti.

Con la totalizzazione quindi si percepiscono diversi trattamenti previdenziali in un’unica pensione; il vantaggio è che in questo modo non si rischia di perdere quei contributi versati in una gestione previdenziale ma insufficienti per maturare una pensione.

Inoltre c’è un altro grande vantaggio per chi ricorre alla totalizzazione: questo strumento è gratuito.

Tuttavia ci sono anche degli svantaggi: ad esempio con la totalizzazione la pensione viene calcolata interamente con il metodo contributivo, anche per quei contributi versati nel periodo in cui si utilizzava il metodo retributivo. Di conseguenza l’assegno percepito sarà più basso di quello atteso.

Cumulo

L’ultimo strumento di cui vogliamo parlarvi è il cumulo dei contributi, per il quale l’INPS ha appena raggiunto l’accordo con le singole Casse per l’accredito delle pensioni dal mese di aprile 2018.

Così come la totalizzazione anche con il cumulo i contributi versati restano nelle singole gestioni fino al momento del pensionamento; solo una volta maturati i requisiti per la pensione (sia di vecchiaia che anticipata) le quote della pensione previste dalle singole Casse vengono trasferite all’INPS al quale spetta l’erogazione dell’assegno pensionistico.

Quindi anche in questo caso la pensione è la somma di tutte le quote maturate in ogni singola gestione. Anche il cumulo è gratuito, tuttavia rispetto alla totalizzazione presenta un grande vantaggio: in questo caso per il calcolo dell’assegno pensionistico non si applica direttamente il metodo contributivo, bensì quello che viene utilizzato da ogni singola gestione. In questo modo l’importo della pensione subisce una penalizzazione minore rispetto a quella prevista dalla totalizzazione.

Inoltre il cumulo gratuito dei contributi può essere utilizzato anche dai liberi professionisti, poiché si possono riunire anche i contributi versati nelle varie Casse professionali.

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