Quota 103, i requisiti e le regole per il 2024 (guida aggiornata)

Simone Micocci

1 Febbraio 2024 - 16:57

Quota 103 confermata anche nel 2024 ma con delle novità: cambia l’importo dell’assegno e si allungano i tempi di pagamento. La guida completa.

Quota 103, i requisiti e le regole per il 2024 (guida aggiornata)

Quota 103 si rinnova nel 2024: l’articolo 1, comma 139, della legge di Bilancio 2024 ha confermato anche per quest’anno la possibilità di andare in pensione a 62 anni.

Tuttavia, rispetto al 2023 sono cambiate le regole per l’accesso a Quota 103, tanto che quest’anno la platea dovrebbe essere ridotta. I requisiti sono rimasti gli stessi, tuttavia viene introdotta una penalizzazione che potrebbe disincentivare tutti coloro che vorrebbero ricorrere a Quota 103 per smettere di lavorare in anticipo.

Nel frattempo si sono allungati anche i tempi di pagamento dell’assegno riconosciuto a chi va in pensione con Quota 103, in quanto il legislatore ha modificato i termini per le cosiddette finestre mobili.

Diventa meno conveniente, quindi, andare in pensione con 62 anni di età e 41 anni di contributi, fermo restando ovviamente che sta al lavoratore valutare se ricorrere o meno a questa opzione.

A tal proposito, nell’attesa della circolare Inps con cui verranno ufficializzate le novità introdotte per Quota 103, ecco tutte le regole aggiornate su una delle misure più importanti tra quelle che consentono il pensionamento anticipato.

Requisiti

Quota 103 funziona al pari di quanto già fatto con Quota 100 prima e con Quota 102 poi: il diritto alla pensione, quindi, si raggiunge quando la somma tra età anagrafica e contributi previdenziali dà come risultato 103.

L’età minima viene fissata a 62 anni, mentre i contributi minimi richiesti sono pari a 41 anni.

Di fatto, possiamo dire che Quota 103 è nata dall’unione tra Quota 100 e Quota 41: la prima, infatti, consentiva l’accesso alla pensione a 62 anni di età (a fronte però di appena 38 anni di contributi), mentre la seconda, come si intuisce dal nome, con 41 anni di contributi ma indipendentemente dall’età.

Esempi

Ciò significa che se una persona compie 62 anni nel 2024 può andare in pensione solo se nel frattempo ha raggiunto 41 anni di contributi. Si tratta, quindi, di un anticipo di appena 1 anno e 10 mesi rispetto alle regole ordinarie, visto che oggi esiste la pensione anticipata che consente l’accesso alla pensione una volta maturati 42 anni e 10 mesi di contributi (un anno in meno per le donne), indipendentemente dall’età anagrafica.

Pensiamo adesso a una persona che ha 64 anni di età e 39 anni di contributi: in questo caso la somma dà come risultato 103, ma non viene soddisfatto il requisito contributivo minimo che, come visto sopra, viene fissato a 41 anni. Ragion per cui per andare in pensione con Quota 103 bisognerebbe comunque lavorare per almeno altri 2 anni, o in alternativa l’unica possibilità è attendere il compimento dei 67 anni di età così da accedere alla pensione di vecchiaia.

Ricalcolo contributivo dell’assegno

Come anticipato, una delle novità più importanti di quest’anno riguarda il calcolo dell’assegno. Per chi va in pensione con Quota 103, infatti, il calcolo verrà effettuato interamente con le regole del contributivo, anche per la parte che altrimenti sarebbe stata calcolata con il retributivo.

Solitamente il ricalcolo comporta una riduzione dell’assegno, tanto maggiore quanto più è rilevante la quota che riferisce al regime retributivo.

Prima di fare domanda per la pensione con Quota 103, quindi, conviene informarsi su quali possono essere le conseguenze sull’assegno, in modo da poter effettuare una valutazione a 360 gradi.

Finestra mobile

Anche Quota 103, al pari di Quota 100 e 102, ma anche della pensione anticipata, presenta una finestra mobile. Ciò significa che dalla maturazione dei requisiti alla data effettiva del pensionamento dovrà trascorrere un certo periodo, variabile tra lavoratori privati e pubblici.

Nel dettaglio, i tempi dalla maturazione dei requisiti alla decorrenza dell’assegno sono stati modificati dalla legge di Bilancio 2024:

  • per gli iscritti alle gestioni dipendenti del settore privato la finestra mobile passa da 3 a 7 mesi;
  • per i dipendenti pubblici, invece, si passa da 6 a 9 mesi.

Incentivo per chi rinuncia a Quota 103

Nel 2024 viene confermato anche l’incentivo rivolto a chi pur soddisfando i requisiti di accesso a Quota 103 decidono di continuare a lavorare scatta la possibilità di richiedere all’Inps un bonus in busta paga.

In sostanza, il lavoratore riceve negli ultimi anni che lo separano dalla pensione un bonus pari all’importo dei contributi che avrebbe dovuto versare all’Inps, ma solo per la parte che grava sul lavoratore (pari quindi al 9,19% per i dipendenti del settore privato e all’8,80% nel pubblico impiego). Tuttavia, il minor accredito contributivo comporterà una riduzione della pensione futura.

Limite importo percepibile

Altro aspetto da considerare riguarda l’importo limite di pensione. Per chi va in pensione con Quota 103, infatti, l’assegno non potrà avere un importo superiore di 5 volte il trattamento minimo, quindi poco meno di 2.993,05 euro (valore aggiornato al 2024).

L’importo pieno, se superiore al suddetto limite, verrà erogato solamente una volta raggiunti i requisiti ordinariamente richiesti per l’accesso alla pensione.

Divieto di cumulo con attività lavorative

Così come per Quota 100 e Quota 102, anche Quota 103 vieta il cumulo tra pensione e redditi da lavoro fino al raggiungimento dei requisiti previsti dalla pensione di vecchiaia, quindi fino al compimento dei 67 anni di età.

L’unica eccezione è rappresentata dai redditi provenienti da attività di lavoro occasionale, nel limite di 5 mila euro l’anno.

Si tratta di un meccanismo che serve per evitare che chi sceglie di andare in pensione in anticipo possa poi riprendere a lavorare. D’altronde l’intento del governo è di utilizzare tale misura per favorire il ricambio generazionale nel mercato del lavoro.

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