Pensione a 62 anni e appena 36 anni di contributi nel 2024, le istruzioni Inps

Simone Micocci

24 Marzo 2024 - 09:46

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Confermata nel 2024 (e anche nel 2025) la possibilità di andare in pensione con Quota 97,6 riservata ai lavoratori usuranti.

Pensione a 62 anni e appena 36 anni di contributi nel 2024, le istruzioni Inps

Tra le opzioni che consentono l’accesso alla pensione nel 2024 c’è anche Quota 97,6 (articolo 1 comma 206 e seguenti, della legge di Bilancio 2017), probabilmente la misura più conveniente per chi ha svolto per anni un lavoro che soddisfa le condizioni per poter essere definito “usurante”.

Questa misura, infatti, consente di andare in pensione con 5 anni di anticipo rispetto a quanto previsto dalla pensione di vecchiaia, e con meno contributi rispetto a quelli richiesti da Quota 103 (per la quale ne sono necessari persino 41).

Con Quota 97,6 a chi per molto tempo è stato impiegato in lavori particolarmente faticosi e pesanti sono sufficienti 36 anni di contributi per anticipare la pensione. E a differenza di Quota 103 non ci sono penalizzazioni per l’assegno che verrà calcolato secondo le regole previste in base al regime (se retributivo o contributivo dipende dal periodo) di appartenenza.

A confermare la possibilità di andare in pensione con Quota 97,6 nel 2024 è l’Inps con il messaggio n. 812 del 23 febbraio 2024 (che trovate in allegato), con il quale ha fornito importanti istruzioni anche a coloro che contano di andarci il prossimo anno. Prima della domanda di pensione, infatti, è essenziale chiedere il riconoscimento dell’attività usurante che dà accesso alla misura.

A tal proposito, vista questa importante attività che possono sfruttare tanto coloro che sono impiegati in mansioni particolarmente usuranti, come pure chi generalmente lavora di notte, facciamo chiarezza su cosa bisogna fare per accedervi e quali sono i requisiti da soddisfare.

A chi si rivolge l’agevolazione

Sono tre le categorie a cui si rivolge l’agevolazione in oggetto. Nel dettaglio, vale tanto per i lavoratori pubblici quanto per i privati che:

  • svolgono mansioni particolarmente usuranti, quali:
    • Lavori in galleria, cava o miniera, mansioni svolte in sotterraneo
    • Lavori nelle cave, mansioni svolte dagli addetti alle cave di materiale di pietra e ornamentale
    • Lavori nelle gallerie, mansioni svolte dagli addetti al fronte di avanzamento
    • Lavori in cassoni ad aria compressa
    • Lavori svolti dai palombari
    • Lavori ad alte temperature, mansioni che espongono ad alte temperature, quando non sia possibile adottare misure di prevenzione, quali, a titolo esemplificativo, quelle degli addetti alle fonderie di seconda fusione, non comandata a distanza, dei refrattaristi, degli addetti ad operazioni di colata manuale
    • Lavorazione del vetro cavo, mansioni dei soffiatori nell’industria del vetro cavo eseguito a mano e a soffio
    • Lavori espletati in spazi ristretti e in particolare delle attività di costruzione, riparazione e manutenzione navale, le mansioni svolte all’interno di spazi ristretti, quali intercapedini, pozzetti, doppi fondi, di bordo o di grandi blocchi strutture
    • Lavori di asportazione dell’amianto.
  • svolgono turni notturni per gran parte dell’anno;
  • sono addetti alla linea catena;
  • conducono veicoli di capienza complessiva non inferiore a nove posti, adibiti a servizio pubblico di trasporto collettivo.

A seconda della categoria, se lavoratore subordinato o autonomo, nonché del numero di notti effettuate nel corso dell’anno ci sono dei requisiti differenti da soddisfare.

Requisiti

Per tutte le categorie sopra indicate, nonché per chi svolge lavoro notturno per almeno 78 notti l’anno, il diritto alla pensione si raggiunge una volta che l’età e i contributi raggiungono il risultato di 97,6.

L’età anagrafica però deve essere di almeno 61 anni e 7 mesi, mentre l’anzianità contributiva di 35 anni. Di fatto, questi possono andare in pensione:

  • a 62 anni e 6 mesi di età con 35 anni di contributi;
  • a 61 anni e 7 mesi di età con 35 anni e 11 mesi di contributi.

Questi requisiti si applicano solamente nel caso dei lavoratori subordinati. Per gli autonomi si parla invece di quota 98,6, dove gli anni di contributi sono sempre 35 mentre il requisito anagrafico sale a 62 anni e 7 mesi. Lo stesso vale per i lavoratori dipendenti impiegati in turni lavorativi per almeno 72 notti l’anno ma che non raggiungono le 78 notti richieste per quota 97,6.

In tal caso, quindi, il diritto alla pensione si raggiunge alternativamente a:

  • a 63 anni e 6 mesi di età con 35 anni di contributi;
  • a 62 anni e 7 mesi di età con 35 anni e 11 mesi di contributi.

C’è poi quota 99,6 (età minima 63 anni e 7 mesi) rivolta ai lavoratori autonomi con notti lavorate l’anno tra le 72 e le 77, o ai lavoratori subordinati occupati per un numero di notti compreso tra le 64 e le 71. Per loro il diritto alla pensione si raggiunge:

  • a 64 anni e 6 mesi di età con 35 anni di contributi;
  • a 63 anni e 7 mesi di età con 35 anni e 11 mesi di contributi.

Infine, per i lavoratori autonomi impiegati dalle 64 alle 71 notti l’anno il diritto alla pensione si raggiunge con quota 100,6, soddisfando dunque una delle seguenti condizioni:

  • a 65 anni e 6 mesi di età con 35 anni di contributi;
  • a 64 anni e 7 mesi di età con 35 anni e 11 mesi di contributi.

Come fare domanda

A differenza delle altre opzioni di pensionamento, come ad esempio la pensione di vecchiaia, per accedere a queste agevolazioni non bisogna fare direttamente domanda di pensione.

Il primo step, infatti, prevede il riconoscimento come uno dei lavoratori a cui è riservata l’agevolazione.

Come spiegato dall’Inps con il messaggio n. 812 del 2024, entro il prossimo maggio devono presentare la domanda di riconoscimento coloro che maturano i requisiti dal 1° gennaio 2025.

In caso di ritardo la decorrenza della pensione viene ritardata, secondo determinati termini:

  • 1 mese, per un ritardo della presentazione inferiore o pari a 1 mese;
  • 2 mesi, per un ritardo della presentazione superiore a 1 mese e inferiore a 3 mesi;
  • 3 mesi, per un ritardo della presentazione pari o superiore a 3 mesi.

Per maggiori informazioni su come fare la domanda potete consultare il messaggio Inps seguente, con tutte le istruzioni per i pensionamenti anticipati in programma tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2025.

Messaggio numero 812 del 23-02-2024
Clicca qui per scaricare il messaggio dell’Inps con le istruzioni per il pensionamento con Quota 97,6 nel 2025.

E per chi invece conta di raggiungere i requisiti per Quota 97,6 nel 2024 ma non ha fatto domanda di riconoscimento dello stato di lavoratore usurante o gravoso entro il maggio scorso? Come visto sopra è possibile farne richiesta anche successivamente, mettendo però in conto un ritardo per la decorrenza dell’assegno.

Le informazioni per inviare le domande sono le stesse di quelle indicate nel suddetto messaggio, ma per una maggiore completezza aggiungiamo anche quello (n. 1110 del 2023) riferito ai pensionamenti anticipati per l’anno corrente.

Messaggio Inps n. 1100 del 2023
Clicca qui per tutte le istruzioni su come fare domanda per l’agevolazione in oggetto.

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