Niente Irpef sotto i 10 mila euro, la soluzione Meloni contro le proteste in Italia

Giorgia Bonamoneta

10 Febbraio 2024 - 13:22

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Le proteste degli agricoltori proseguono anche dopo l’incontro con i ministri e la premier Giorgia Meloni. Tra le opzioni sul tavolo l’esenzione dell’Irpef sotto i 10 mila euro.

Niente Irpef sotto i 10 mila euro, la soluzione Meloni contro le proteste in Italia

Niente Irpef sotto i 10 mila euro, ma non solo. Così il governo Meloni si impegna con i rappresentati delle sigle agricole presenti alla riunione svoltasi a palazzo Chigi. Salvini però non è d’accordo, serve fare di più e punta a “rivendicare l’orgoglio e la difesa dell’agricoltura italiana” direttamente a Bruxelles.

Tra una polemica interna e una esterna, Giorgia Meloni continua a dirsi soddisfatta, ma persino gli agricoltori sono critici e si sentono presi in giro dai rappresentanti chiamati ad ascoltare le proposte. Tanto che le proteste non si sono fermate e il GRA è stato occupato dalle 20 alle 23 come da programma.

Riunione per fermare le proteste degli agricoltori

Nel pomeriggio di venerdì 9 febbraio i rappresentanti di Cia-Agricoltori Italiani, Coldiretti, Confagricoltura, Fedagripesca e Copagri si sono seduti insieme alla premier Giorgia Meloni, il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida e il ministro per gli Affari europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il Pnrr Raffaele Fitto. L’incontro aveva come focus le possibili soluzioni alle proteste e un punto di incontro con gli agricoltori.

L’incontro è durato un paio di ore, ma non è stato risolutivo, tanto che nella serata si è svolta la protesta dei trattori che ha bloccato le strade. Dalle 20 alle 23 oltre cento trattori hanno percorso l’anello stradale intorno a Roma, il Grande Raccordo Anulare (GRA). Il fronte di protesta si è spaccato, da una parte gli agricoltori e dall’altra i sindacati che Danilo Calvani, che guida il comitato Cra, ha definito “carnefici”.

Gli impegni presi dal governo Meloni

La riunione ha messo sul tavolo le problematiche e le possibili soluzioni. Dopo ore di confronto sono emerse delle opzioni, a partire dall’esenzione dell’Irpef ai redditi che non superano i 10 mila euro.

Le sigle agricole e i ministri hanno quindi concordato dei punti, quali:

  • esenzione dell’Irpef  ai redditi che non superano i 10 mila euro;
  • rafforzamento dei controlli dell’Autorità di contrasto per per far rispettare i prezzi agricoli;
  • difesa del Made in Italy (cabina di regia interforze contro le importazioni che non rispettano gli standard sanitari, la tracciabilità e le norme sull’origine);
  • potenziamento del fondo di garanzia dell’Ismea per consentire alle imprese di accedere al credito bancario con tassi di interesse ridotti;
  • stanziamento di 300 milioni per il prossimo triennio per far fronte alle emergenze in agricoltura.

Punti che il leader della Lega non ha trovato sufficienti. Lo stop all’Irpef è stato accolto, ma secondo Matteo Salvini si può fare di più, come “rivendicare l’orgoglio e la difesa dell’agricoltura italiana direttamente a Bruxelles”. Anche la segretaria del Partito Democratico ha criticato il governo, commentando:

La Meloni dice agli agricoltori, vi abbiamo sempre difeso dalle scelte europee. Ma chiedo chi li difende dalle sue, perché il governo in un anno e passa ha perso tempo e non ha affrontato la vera questione, il giusto prezzo.

Da parte sua Meloni rivendica la scelta di aver bocciato la carne coltivata, che continua a chiamare erroneamente e ideologicamente “carne sintetica”, perché secondo quanto affermato: “È una minaccia dal punto di vista etico, sociale, ambientale e per la salute” (la “minaccia” di cui parla non è provata da studi scientifici, che al contrario sono concordi nel dire che le prime ricerche sono molto positive).

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