Mutui, Bce apre al taglio dei tassi di interesse. Cosa cambia per la rata?

Claudia Cervi

25 Gennaio 2024 - 14:15

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La Bce conferma i tassi al 4,5% ed esclude nuovi rialzi. Ecco cosa cambia per la rata e quale scegliere secondo gli esperti tra mutuo fisso, variabile e surroga.

Mutui, Bce apre al taglio dei tassi di interesse. Cosa cambia per la rata?

Mutui, Bce apre al taglio dei tassi di interesse. Nella prima riunione di politica monetaria del 2024, la Banca Centrale Europea ha lasciato i tassi al 4,5%. Gli esperti invitano alla prudenza ma concordano sul fatto che il costo del denaro non dovrebbe più essere aumentato. Buone notizie per chi ha un mutuo o vuole aprirne uno, variabile o fisso?

Forse è ancora presto per dirlo, dato che Christine Lagarde, presidente della BCE, ha confermato che i tassi resteranno fermi per tutto il tempo necessario a garantire che l’inflazione ritorni in modo duraturo verso il target del 2%. Lagarde ha riconosciuto che la politica monetaria sta producendo risultati tangibili, ma ha frenato gli entusiasmi, avvertendo che l’eccessivo ottimismo sui mercati non è giustificato e che non si può ancora affermare con certezza quando ci sarà una riduzione dei tassi.

In questo contesto, vediamo quali sono le previsioni e le implicazioni per i mutuatari, cercando di capire come i recenti sviluppi influenzeranno il costo e le offerte di mutui nel corso dell’anno.

Mutui, Bce apre al taglio dei tassi di interesse

Dopo un periodo di costante aumento dei tassi di interesse, il mercato dei mutui in Italia inizia a sperimentare una battuta d’arresto.

Secondo il rapporto mensile dell’Associazione Bancaria Italiana (Abi), per la prima volta dopo due anni di rialzi, il tasso sui nuovi mutui erogati è sceso dal 4,5% al 4,42% a dicembre 2023. Questa tendenza sembra confermarsi anche nei primi mesi del nuovo anno, con una leggera diminuzione dei tassi, grazie a una curva ribassista degli indici Irs di medio/lungo periodo.

L’ottimismo per un mercato più favorevole nel 2024 è supportato dalla ripresa delle domande di mutuo e dalle proiezioni al ribasso dei future sui tassi già dalla prossima primavera. Tuttavia, la direzione del mercato sarà influenzata dalle decisioni future della Bce. Pertanto, l’andamento dei mutui nel 2024 dipenderà in gran parte da come Francoforte gestirà le tensioni geopolitiche, le minacce di stagnazione e il livello dell’inflazione.

La decisione della Bce di interrompere il rialzo dei tassi, sebbene promettente, richiede un monitoraggio costante delle condizioni economiche globali.

Secondo gli esperti di Intesa Sanpaolo, “Gli elementi rilevanti per la decisione (di tagliare i tassi di riferimento) saranno costituiti dai rinnovi salariali e da quanto i rincari del costo del lavoro si trasferiranno ai prezzi finali. Quest’ultimo aspetto, però, dipende anche dalle tendenze e dalle aspettative sulla domanda, che riteniamo sarà ancora debole nei prossimi mesi. Lo scenario che riteniamo più probabile è quello che il primo taglio dei tassi sia deciso a giugno. In seguito, la riduzione potrebbe anche essere rapida, soprattutto se la ripresa del secondo semestre tardasse a manifestarsi, o lo scenario inflattivo si confermerà positivo. Per il momento, la nostra previsione è di 50-75 punti base di taglio nel 2024, seguiti da un’accelerazione a inizio 2025”.

Mutuo fisso, variabile o surroga: cosa fare secondo gli esperti?

La riduzione dei tassi di interesse attesa nel corso del 2024 avrà implicazioni significative sul costo dei mutui, con un abbassamento della rata mensile dei mutui a tasso variabile e consentendo a chi deve accenderne uno nuovo di scegliere opzioni più convenienti.

Al momento, i tassi fissi si collocano tra il 3% e il 4%, offrendo un’opzione interessante per i mutuatari. Al contrario, i mutui a tasso variabile, legati all’Euribor che rimane ancora su livelli alti, superano ancora il 4%. Questo divario marcato tra le due tipologie di tassi potrebbe persistere nel corso del 2024, portando a un’elevata preferenza per i mutui a tasso fisso.

Con i tassi mutui in calo, la surroga potrebbe confermarsi vantaggiosa nel 2024, seguendo il trend positivo del 2023 (21% delle richieste totali). Questa opzione consente di trasferire il mutuo da una banca all’altra per ottenere condizioni più favorevoli. Ad esempio, un mutuo variabile da 200.000 euro avviato cinque anni fa, con surroga al 3,3%, potrebbe vedere la rata scendere da 1.244 a 962 euro. Simili vantaggi si riscontrano in altri scenari, come un mutuo a 20 anni con rata da 1.452 euro, che con surroga al 3,2% si ridurrebbe a 1.195 euro. La scelta della surroga, tuttavia, comporta una scommessa, specialmente considerando la variabilità dei tassi nel tempo.

Cosa cambia per la rata?

Esaminando attentamente la dinamica della rata di un mutuo a tasso variabile sottoscritto nel gennaio 2022 per un importo di 126.000 euro, con una durata di 25 anni e un Loan-to-Value (Ltv) del 70%, emergono prospettive interessanti.

A dicembre 2023, la rata ha superato i 750 euro, riflettendo l’impatto dell’incremento dei tassi di interesse nel corso dell’anno precedente. Tuttavia, le proiezioni dei futures, aggiornate al 19/01/2024, delineano un scenario di ribasso: la rata potrebbe scendere a circa 740 euro nel secondo trimestre del 2024, arrivare a 710 euro nel terzo trimestre, per poi concludere l’anno a circa 660 euro, registrando così una riduzione di quasi 100 euro rispetto a dicembre 2023.

Proiettando lo sguardo al futuro, si prevede che a giugno 2025 la rata possa stabilizzarsi intorno ai 630 euro, evidenziando un significativo decremento di 119 euro.

La cornice di aumento dei tassi di interesse che ha caratterizzato l’anno trascorso ha innescato notevoli variazioni nei principali indicatori economici legati ai mutui. Nonostante una flessione del 8% nella richiesta media, attestatasi a 127.595 euro nel 2023 secondo l’Osservatorio mutui Facile.it - Mutui.it, l’aumento dei tassi ha determinato una crescita significativa del 13% nella rata media per i nuovi mutui. La rata mensile, che nel 2022 era a 612 euro, ha sperimentato un incremento, posizionandosi a 695 euro.

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