Morto Giorgio Napolitano: carriera e fatti principali dell’ex presidente della Repubblica

Alessandro Cipolla

22/09/2023

22/09/2023 - 20:30

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Giorgio Napolitano è morto all’età di 98 anni: da tempo presentava un quadro clinico complesso, ecco la carriera e i fatti principali del presidente emerito della Repubblica.

Morto Giorgio Napolitano: carriera e fatti principali dell’ex presidente della Repubblica

Giorgio Napolitano è morto. All’età di 98 anni, il presidente emerito della Repubblica è venuto a mancare dopo che le sue condizioni di salute, da tempo definite come complesse, sono peggiorate negli ultimi giorni, fino ad arrivare oggi giovedì 22 settembre 2023 alla tragica notizia.

Unanime il cordoglio del mondo politico alla notizia della morte di Giorgio Napolitano che, in qualità di presidente emerito della Repubblica, una volta abbandonato il Quirinale era stato anche senatore a vita.

Napolitano senza dubbio era stato una delle figure politiche più importanti non solo della cosiddetta seconda Repubblica, ma anche della prima visto che era entrato per la prima volta in Parlamento nel 1953 tra le fila del Partito Comunista Italiano.

Durante la sua lunga carriera politica, Giorgia Napolitano era stato ministro, presidente della Camera e poi, dal 2006 al 2015, presidente della Repubblica prima di dimettersi nel corso del suo secondo mandato.

Giorgio Napolitano era stato il primo presidente della Repubblica nella storia del nostro Paese a essere riconfermato per un secondo mandato al Colle, con anche il suo successore Sergio Mattarella che poi è stato rieletto per un mandato bis.

Giorgio Napolitano: carriera politica e principali fatti

La morte di Giorgio Napolitano lascia un grande vuoto nella politica italiana. Il senatore a vita e presidente emerito della Repubblica, durante i suoi nove anni passati al Quirinale era stato decisivo per le sorti del Paese.

Napolitano era nato a Napoli nel giugno 1925, con discendenze nobili da parte della madre mentre il padre era un avvocato e poeta. Prima della sua laurea in Giurisprudenza, nel 1945 aveva aderito al Partito Comunista Italiano dopo che, durante gli anni dell’università, in precedenza aveva fatto parte del Gruppo Universitario Fascista del capoluogo campano.

All’interno del Pci subito aveva fatto strada tanto da essere eletto per la prima volta deputato nel 1953: eccezion fatta per la IV legislatura - ovvero dal 1963 al 1968 - Giorgio Napolitano da allora era rimasto in Parlamento fino al momento della sua morte.

Deputato per dieci volte, senatore per tre e anche europarlamentare per due legislature, Napolitano aveva militato sempre all’interno del Partito Comunista Italiano - diventandone una sorta di “ministro degli Esteri” - per passare poi al Pds prima e ai Ds poi.

Nel 1992 in pieno periodo di Tangentopoli era stato eletto presidente della Camera, per ricoprire poi l’incarico di ministro dell’Interno durante il primo governo Prodi. Nel 2006 poi era arrivata l’elezione a presidente della Repubblica, il primo ex Pci a ricoprire tale incarico.

Sempre per restare in tema di “prime volte”, Naplitano era stato il primo inquilino del Quirinale a essere riconfermato per un secondo mandato, dimettendosi poi per “difficoltà dovute all’età” nel gennaio 2015, mantenendo comunque fino alla sua morte il ruolo di Presidente emerito e di senatore a vita.

Padre ai tempi del Viminale della legge Turco-Napolitano che aveva istituito i centri di permanenza temporanea per gli immigrati clandestini, durante la sua permanenza al Colle era stato decisivo per la nascita del governo Monti e poi quello successivo guidato da Letta, il primo che vedeva insieme Forza Italia e Pd.

In passato molto si è parlato del suo rapporto definito non ostile nei confronti di Silvio Berlusconi, con Giorgio Napolitano che era stato accusato di aver promulgato diverse leggi ad personam come il lodo Alfano, lo scudo fiscale del 2009 e il legittimo impedimento.

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