Minaccia nucleare ai massimi livelli dalla Guerra Fredda: “Il mondo non è preparato per una bomba atomica”

Alessandro Nuzzo

18 Aprile 2024 - 19:43

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Le tensioni tra Russia e Ucraina e in Medio Oriente hanno portato ai massimi livelli la minaccia nucleare con uno scenario che sarebbe devastante.

Minaccia nucleare ai massimi livelli dalla Guerra Fredda: “Il mondo non è preparato per una bomba atomica”

Nessuno si immaginava che la minaccia nucleare potesse diventare così reale e invece è proprio così. Prima Vladimir Putin e la guerra in Ucraina, adesso le tensioni in Medio Oriente, in particolare l’Iran, hanno fatto innalzare l’allerta a livelli massimi che non si vedeva dai tempi della guerra fredda.

Una guerra combattuta a suon di bombe atomiche che, anche se usate a livello regionale, secondo gli esperti basterà per annichilire gran parte della popolazione mondiale. A questa conclusione si è arrivati al Nuke Expo, organizzazione composta dal Comitato Internazionale della Croce Rossa, dalla Croce Rossa Belga, Croce Rossa Norvegese e dall’organizzazione norvegese People’s Aid.

Gli scienziati sono impegnati a generare modelli per mappare le conseguenze di una guerra nucleare sull’ambiente, sul clima e sull’agricoltura. Ad esempio si è preso in analisi un presunto attacco nucleare regionale tra India e Pakistan ma anche una su larga scala ad esempio tra Usa e Russia. Che cosa accadrebbe nel mondo? In entrambe le ipotesi le conseguenze sarebbero devastanti.

Milioni di morti

Partendo da uno scenario da guerra regionale ad esempio tra India e Pakistan, anche l’utilizzo di poche bombe atomiche avrebbe conseguenze sull’intero globo. Le particelle esplose entrerebbero nell’atmosfera causando una nube nera. Questo raffredderebbe la Terra da 1,5 fino a 7 gradi. E non lo farebbe nel giro di anni ma di pochi mesi. Il risultato sarebbe che le scorte di cibo in gran parte del mondo sarebbero minacciate, causando la morte di fame di miliardi di persone. Senza contare l’impatto sugli ecosistemi e la possibile estinzione di specie animali e vegetali. Un conflitto su larga scala ad esempio tra Russia e Usa porterebbe probabilmente alla morte di 5 miliardi di persone.

Viviamo in un modo iperconnesso: dalla finanza, all’energia, dalle telecomunicazioni all’alimentazione, tutto è intrecciato su scala globale. Basta che un solo di questi settori cade che come effetto domino si trascina dietro tutti gli altri causando la caduta dell’intera civiltà. "Finirebbe il cibo, le medicine e il carburante. Inoltre non ci sarà più un sistema finanziario, il che significa che i pagamenti non saranno più possibili. Tutto ciò darà luogo a disordini sociali su larga scala”, ha affermato Nick Ritchie, esperto di sicurezza internazionale presso l’Università di York.

In una simulazione sono stati studiati i possibili effetti su una singola città, Bruxelles. Secondo la simulazione se una bomba venisse sganciata sulla città belga, 177.000 persone morirebbero all’istante e 300.000 resterebbero ferite in modo molto grave. Ciò è dovuto in parte alla palla di fuoco, ma anche alle onde d’urto, alle radiazioni di calore e alle radiazioni radioattive. Questo dato tiene conto solo dell’immediato ma non dei possibili effetti a lungo termine a causa delle radiazioni.

Le conseguenze insomma sarebbero devastanti e non ci sarebbe scampo per tantissime persone. Non c’è nulla che si possa fare per loro e per questo secondo il tenente colonnello Jan Beeldens bisogna dare priorità alle città circostanti. Bisognerebbe avvisare la popolazione tramite sistemi di allarme invitandola a restare in casa per ridurre al minimo le conseguenze delle radiazioni radioattive.

L’unica arma resta la prevenzione a simili attacchi affinché non accadano mai. Perché agire sulle conseguenze sarebbe impossibile data la gravità della situazione. In teoria anche lavorare su possibili piani di emergenza su attacchi nucleari non avrebbe senso ma sarebbe solo uno spreco di risorse. Proprio perché nella realtà dei fatti c’è ben poco che si può fare dopo un attacco simile.

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