Migranti dalla Turchia: il ricatto di Erdogan all’Europa

Violetta Silvestri

02/03/2020

La crisi dei migranti provenienti dalla Turchia è un dramma senza soluzione per ora. L’UE è stata sfidata da Erdogan, che sta ricattando l’Europa per ottenere sostegno a Idlib, in Siria. A discapito dei rifugiati, ormai ammassati verso la Grecia.

Migranti dalla Turchia: il ricatto di Erdogan all’Europa

I migranti dalla Turchia sono l’ultima drammatica provocazione di Erdogan all’Europa. Nel pieno della crisi coronavirus e dell’intensificarsi della guerra in Siria, il presidente turco ha riaperto le frontiere della rotta balcanica.

Le ultime notizie sono poco incoraggianti: già nella giornata di ieri, 1 marzo, circa 10.000 rifugiati iracheni, afghani, siriani provenienti dal territorio turco sono stati respinti con decisione dalla polizia greca.

Il flusso, però, sarebbe in costante aumento, visto che molti disperati stanno fuggendo proprio in queste ore in cerca di una terra più sicura della Turchia.

Erdogan ha, di nuovo, utilizzato il ricatto verso l’Europa a discapito dei profughi per ottenere quello che vuole. Ovvero, un sostegno forte contro Assad nella guerra in Siria. Il tema dei migranti è molto sentito dai Paesi europei oggi più che mai, considerando anche l’emergenza del coronavirus.

Con i migranti sulla rotta balcanica, per l’Europa è allarme. L’ultima mossa della Turchia rischia davvero di sconvolgere equilibri molto fragili sulla gestione profughi.

Migranti in massa dalla Turchia a causa del ricatto di Erdogan

Non c’è soltanto la guerra in Siria e, nello specifico, la drammatica situazione a Idlib a complicare lo scenario di quell’area geografica.

Da venerdì 28 febbraio si sta concretizzando un nuovo pericolo che chiama in causa l’Europa: la crisi dei migranti attraverso la rotta terrestre dei Balcani. Tutto è iniziato con la reazione indignata di Erdogan contro l’uccisione di 34 suoi soldati nei pressi di Idlib.

L’intensificazione del conflitto nella regione nord-occidentale ha diversi riscontri per la Turchia. Tra gli altri, gli attacchi armati provocano la fuga delle persone verso la terra turca, proprio ai confini.

Qui già ci sono 3,6 milioni di rifugiati. La paura di Ankara è l’aumento sconsiderato degli arrivi di disperati da Idlib, che farebbe diventare ingestibile la tenuta dei profughi nella Turchia.

Per questo, la polizia turca, la guardia costiera e i funzionari di sicurezza delle frontiere hanno aperto frontiere marittime e terrestri verso l’Europa. Un funzionario turco ha specificato:

“Abbiamo deciso, efficacemente, di non impedire ai rifugiati siriani di raggiungere l’Europa via terra o via mare. Ora tutti i rifugiati, compresi i siriani, sono invitati a entrare nell’Unione Europea.”

La presa di posizione così netta suona molto come un avvertimento - e un ricatto -per l’UE, affinché prenda posizione a suo sostegno nella guerra in Siria o aumenti il budget previsto dagli accordi sui migranti del 2016.

Non è un caso che il ministro degli Interni turco abbia avvertito l’Europa, nella giornata del 1 marzo, dell’arrivo di quasi 80.000 profughi. Un numero enorme e non confermato, ma che ha dato la misura di quanto Ankara voglia spaventare e fare pressing sull’UE.

Intanto, però, l’emergenza migranti è reale. L’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni ha parlato di 13.000 persone ammassate e respinte al confine greco, dove la polizia ha lanciato lacrimogeni e agito in operazioni antisommossa nel confine terrestre settentrionale a Kastanies.

Si teme un’escalation di violenza contro i migranti e un nuovo fronte aperto di tensione in Europa. Lo spettro della crisi migratoria sulla rotta balcanica potrebbe tornare. Anzi, è già tornato, stando anche all’allerta lanciata il 1 marzo da Frontex, agenzia europea per il controllo delle frontiere.

Crisi migranti in Europa e Turchia: quale soluzione?

La nuova crisi di migranti che si sta palesando alle porte della Grecia chiama in causa diversi interlocutori internazionali per cercare una soluzione ed evitare un’ulteriore emergenza umanitaria.

Russia e Turchia si incontreranno il 5 marzo. Intanto, la NATO si sta muovendo e, proprio in questo ambito, la richiesta di Erdogan potrebbe essere pressante: un appoggio militare contro la Russia in Siria.

Una pretesa, questa, che potrebbe nascondersi anche dietro la mossa turca di aprire le frontiere terrestri verso l’Europa ai profughi. In questo modo vorrebbe spingere l’UE a sostenere tutte le richieste di Ankara.

Intanto, l’emergenza migranti c’è e per l’Europa è una minaccia. Ma anche un richiamo all’intervento.

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