Liberatoria fotografica: cos’è, quando serve, e quali rischi

Caterina Gastaldi

3 Novembre 2022 - 18:13

In alcuni casi è necessario richiedere un’autorizzazione per poter utilizzare dei soggetti in foto, si tratta della liberatoria fotografica.

Liberatoria fotografica: cos’è, quando serve, e quali rischi

Quando si parla di liberatoria fotografica si fa riferimento al permesso necessario per ritrarre delle persone in foto. Non è concesso, infatti, fotografare terzi senza il loro permesso, così come non si possono esporre o pubblicare i ritratti di qualcuno, senza che sia stato dato il consenso.

Non si tratta dell’unico caso in cui è dovuta la liberatoria. Infatti può essere richiesta quando vengono ritratte opere protette dal diritto d’autore. Di seguito vediamo cosa fare nelle diverse situazioni, come e quando utilizzare una liberatoria, in quali situazioni non è necessaria, e quali possono essere i rischi nel momento in cui non se ne fa uso.

A cosa serve la liberatoria

La liberatoria fotografia è un documento che è necessario far firmare alle persone che si intende fotografare. Non è infatti concesso fare scatti di terzi senza che i soggetti ritratti ne siano consapevoli e abbiano dato il loro benestare. C’è anche da notare che esistono diverse tipologie di liberatoria, e a seconda del tipo di utilizzo che se ne vuole fare sarà opportuno inserire ogni clausola (per esempio, la pubblicazione sui social, su supporto cartaceo, a scopi di lucro, e così via).

Deve essere fornita e firmata possibilmente prima del momento dello scatto, in duplice copia, dove una rimarrà in mano al fotografo, mentre l’altra dovrà essere lasciata al soggetto fotografato.
Chiaramente, questo non significa che una persona in vacanza non possa fotografare un luogo per timore di ritrarre degli sconosciuti, o che si debba richiedere la liberatoria ai propri parenti per una foto durante il pranzo di Natale.

Una foto fatta alla propria famiglia in vacanza, anche se ritrae terzi, non richiede l’utilizzo di una liberatoria, tranne che in particolari casi. Un’immagine scattata avente come soggetto una persona sconosciuta, come può avvenire nel caso di un cosplay durante una fiera, sarà invece una questione diversa.

A livello teorico, infatti, purché la foto rimanga nel contesto privato e sia stata fatta in un luogo pubblico non è necessario richiedere il permesso, tuttavia è sempre buona norma sia farlo, sia informare riguardo all’uso che se ne vuole fare, e la persona in questione potrà richiedere che la foto non venga pubblicata in alcun modo.

Quando non serve la liberatoria

In generale le situazioni in cui la liberatoria non è necessaria sono:

  • i luoghi pubblici e gli eventi in cui ci sono molte persone, quando nella foto sono presenti molte persone (ed è quindi una foto “dell’evento” o “del luogo” e non della persona);
  • foto fatte da fotogiornalisti che lavorano e collaborano con testate riconosciute, mentre sono intenti a svolgere il proprio lavoro;
  • nel caso di foto di personaggi famosi, quando non sono in situazioni private, che sia scattata quindi in luoghi pubblici, e che non leda la sua reputazione od offenda in alcun modo la persona ritratta.

Si tratta principalmente di un documento utilizzato da chi fa il lavoro di fotografo, o professioni similari, oppure che andrà a pubblicare l’immagine su qualche supporto, social compresi.

Il permesso di pubblicazione

Come accennato in precedenza, all’interno della liberatoria va inserita la richiesta del permesso di pubblicare l’immagine. Nel caso in cui si scegliesse di svolgere questa operazione in seguito, sarà comunque sempre necessario contattare la persona ritratta e far firmare una seconda liberatoria per questo scopo.

Aver scattato una foto infatti non implica il diritto di poterla pubblicare. Bisogna sempre notare, poi, che la persona in questione ha comunque sempre il diritto di ritirare il permesso dato per la pubblicazione, in qualsiasi momento.

Il permesso di pubblicazione, così come quello di fare foto, è valido per la singola immagine (o sessione eventualmente) e deve venire rinnovato ogni volta.

Foto vietate

Oltre a non avere mai il diritto di pubblicare un’immagine, anche senza scopo di lucro, senza il permesso di chi vi è ritratto, esistono anche situazioni in cui è sempre vietato fare scatti. Si tratta, chiaramente, delle foto fatte in luoghi privati senza la consapevolezza del soggetto.

In questo caso infatti si andrebbe a ledere la privacy del soggetto, e si potrebbe facilmente incorrere nel reato di stalking. Non si possono quindi fare foto degli interni delle case private, o delle macchine, in particolare quando sono presenti persone (ma anche da vuote l’intento può risultare malizioso), senza avere il consenso o in un contesto ampio, come nel caso della fotografia della facciata di un intero palazzo.

Foto che ritraggono opere di terzi

Può essere necessario richiedere una liberatoria quando la foto ritrae opere d’arte di terzi e si desidera pubblicarla o condiverla fuori dal proprio contesto privato. È obbligatoria la liberatoria quando, in generale, si intende trarre del profitto dall’immagine in questione.

Cosa rischia chi non rispetta la legge?

La pubblicazione di immagini di terzi senza il loro permesso è una violazione della privacy, e si può rischiare fino a 2 anni di reclusione per illeciti di questo tipo. In particolare si possono correre rischi gravi quando l’intento della pubblicazione rientra nello scopo di lucro o nell’intenzione di danneggiare il soggetto.

Nel secondo caso infatti, quando viene offesa la reputazione del soggetto, si può rientrare nel campo del reato di diffamazione. La persona in questione rischierà dai 6 mesi ai 3 anni di reclusione e dovrà risarcire il soggetto diffamato, oltre a dover pagare una multa non inferiore ai 516 euro.

Siccome le conseguenze possono essere importanti, è sempre opportuno munirsi di liberatoria nel caso in cui si pensasse di averne bisogno, ed eliminare la foto nel momento in cui viene richiesto.

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