Hong Kong: USA contro Cina. E l’Europa?

Violetta Silvestri

29/05/2020

Se gli Stati Uniti hanno ormai scelto una chiara strategia contro la Cina, anche sulla questione Hong Kong, la stessa certezza su quale posizione assumere non c’è in Europa. Come si muoverà l’UE verso Pechino? Ci sono più interessi in gioco

Hong Kong: USA contro Cina. E l’Europa?

L’esplosiva situazione di Hong Kong sta influenzando le diplomazie internazionali.

La Cina, infatti, resta una nazione strategica per l’economia globale, anche per l’Europa. Se, quindi, gli Stati Uniti hanno deciso di inasprire una guerra commerciale in corso da tempo, minacciando nuove sanzioni contro Pechino, la stessa strada severa non sarà seguita dall’Europa.

Nonostante le crescenti tensioni sull’ex colonia britannica l’UE ha in cantiere un importante accordo sugli investimenti con la Cina quest’anno. Come comportarsi con il dragone considerando le proteste di Hong Kong?

I leader europei sono chiamati a una mediazione non facile, visto che l’ultima mossa della potenza asiatica ha rafforzato il piano di controllo su Hong Kong e l’abbandono del dogma “un Paese, due sistemi”.

Difesa dei diritti umani e dell’autonomia dell’ex colonia britannica e tutela degli interessi commerciali: l’Europa è chiamata a un delicato compromesso. Cosa farà?

L’Europa, la Cina, le proteste di Hong Kong

Gli Stati Uniti, il Canada, l’Australia e la Gran Bretagna hanno condannato apertamente e senza mezzi termini la legge sulla sicurezza di Pechino, difendendo Hong Kong come un “bastione della libertà”.

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha promesso reazioni dure e il segretario di Stato Mike Pompeo ha messo in dubbio il continuo status commerciale preferenziale di Hong Kong.

E l’Europa? L’Unione Europea si è espressa con cautela, sfoderando la diplomazia. La questione Hong Kong-Cina è più delicata che mai in questo momento.

Il capo della politica estera dell’UE Josep Borrell ha dichiarato “profonda preoccupazione” per la mossa di Pechino sula legge per la sicurezza. In precedenza aveva ribadito che Bruxelles “attribuisce grande importanza alla conservazione dell’alto grado di autonomia di Hong Kong”.

Questo, però, non spingerà l’UE verso sanzioni economiche contro la Cina perché, come spiegato sempre da Borrell, “non sono una soluzione ai nostri problemi”.

Angela Merkel ha anche affermato che l’UE, il più grande blocco commerciale del mondo, deve mantenere un dialogo critico e costruttivo con Pechino.

I ministri degli esteri europei si incontreranno per trovare una posizione comune sulla Cina, ma le ritorsioni commerciali non sono all’ordine del giorno. Voci diplomatiche dall’UE hanno confermato che preservare le relazioni cinesi è fondamentale per i Paesi europei, quindi le misure sanzionatorie non saranno proprio discusse.

Probabilmente, quindi, si cercherà un giusto compromesso: difendere l’autonomia di Hong Kong e non causare strappi con la Cina. Con la quale, occorrerà trovare un atteggiamento di nuovo realismo, secondo parole di Borrell.

Cina partner o rivale dell’Europa? La risposta è economica

L’Unione Europea è in imbarazzo in questa vicenda complessa di Hong Kong. Questo perché la revisione delle relazioni con Pechino è un tema caldo già da tempo, che tocca diversi punti cruciali per gli interessi UE.

Innanzitutto di tipo economico. La questione chiave è se la presa di potere della Cina ad Hong Kong peserà sull’accordo per gli investimenti dell’UE con Pechino, che la Germania, per esempio, vuole concludere quest’anno. Berlino preme per avere un’intesa completa prima del delicato vertice UE-Cina che si terrà a Lipsia a settembre.

La difesa dei diritti di Hong Kong peserà sul negoziato commerciale in corso con i cinesi? Ai funzionari dell’UE responsabili dell’accordo con la Cina non è stato assegnato il mandato di includere le questioni relative ai diritti umani di Hong Kong, stando a quanto riportato da Politico.

Ma un cambiamento giuridico sulla ex colonia britannica, sempre più indirizzata verso il controllo di Pechino, potrebbe avere ripercussioni economiche per la stessa Europa, allontanando gli investitori.

L’Unione europea è il secondo partner commerciale di Hong Kong, dopo la Cina, mentre la Germania è di gran lunga il principale interlocutore per business, con scambi bilaterali pari a circa 13,97 miliardi di € (15,3 miliardi di $) nel 2019.

L’ indipendenza di Hong Kong, quindi, resta auspicabile anche per l’UE. L’Europa dovrà lavorare intensamente per stabilire la giusta strategia con Pechino.

Iscriviti a Money.it