Gli Stati Uniti iniziano attacchi di rappresaglia in Iraq e Siria

Redazione

03/02/2024

03/02/2024 - 21:28

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Gli obiettivi degli attacchi sarebbero legati all’Iran. Pesanti accuse contro il governo USA da parte dei paesi colpiti

Gli Stati Uniti iniziano attacchi di rappresaglia in Iraq e Siria

Nella giornata di ieri l’esercito statunitense ha lanciato attacchi aerei in Iraq e Siria contro più di 85 obiettivi legati alla Guardia Rivoluzionaria iraniana (IRGC) e alle milizie da essa sostenute, come rappresaglia per l’attacco dello scorso fine settimana in Giordania che ha ucciso tre soldati statunitensi.

La notizia sta circolando in queste ore e rafforza sempre di più i venti di guerra che potrebbero coinvolgere anche l’Italia che, dopo la riforma delle forze armate dello scorso novembre, ha visto il ministro Crosetto esprimersi in modo molto possibilista circa il richiamo di riservisti italiani.

Tornando allo scenario mediorientale, gli attacchi, che hanno incluso l’uso di bombardieri B-1 a lungo raggio volati dagli Stati Uniti, sono stati i primi di una risposta a più livelli da parte dell’amministrazione del presidente Biden all’attacco dei militanti sostenuti dall’Iran, e altre operazioni militari statunitensi sono attese nei prossimi giorni.

Sebbene gli attacchi non abbiano preso di mira siti all’interno dell’Iran, hanno segnalato un’ulteriore escalation del conflitto in Medio Oriente dopo la guerra di quasi quattro mesi tra Israele e i militanti palestinesi di Hamas a Gaza.

Gli attacchi hanno colpito obiettivi tra cui centri di comando e controllo, strutture di stoccaggio di razzi, missili e droni, oltre a strutture logistiche e di rifornimento di munizioni, ha dichiarato l’esercito statunitense in un comunicato.

Le forze statunitensi hanno colpito più di 85 obiettivi in sette località, quattro in Siria e tre in Iraq.

Gli attacchi hanno preso di mira la Forza Quds, il braccio paramilitare e di spionaggio estero dell’IRGC che influenza pesantemente le milizie alleate in tutto il Medio Oriente, dal Libano all’Iraq, dallo Yemen alla Siria.

Il tenente generale statunitense Douglas Sims, direttore dello Stato Maggiore, ha dichiarato che gli attacchi sembrano essere riusciti, innescando grandi esplosioni secondarie quando le bombe hanno colpito l’armamento dei militanti, anche se non è chiaro se alcuni militanti siano stati uccisi.

Il Ministero della Difesa siriano ha dichiarato che la «palese aggressione aerea» delle forze statunitensi ha provocato la morte di numerosi civili e soldati, il ferimento di altri e danni significativi a proprietà pubbliche e private.

L’esercito iracheno ha affermato che gli attacchi sono stati effettuati nella zona di confine con l’Iraq e ha avvertito che potrebbero dare il via a nuova instabilità nella regione.

«Questi attacchi aerei costituiscono una violazione della sovranità irachena, minano gli sforzi del governo iracheno e rappresentano una minaccia che potrebbe portare l’Iraq e la regione a conseguenze disastrose», ha dichiarato il portavoce militare iracheno Yahya Rasool in un comunicato.

L’Iran non ha ancora risposto pubblicamente. La televisione di Stato iraniana, nel suo resoconto degli attacchi, ha descritto gli americani come forze terroristiche.

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