Germania sempre più “malato d’Europa”. L’industria peggiora, i dati

Violetta Silvestri

22/02/2024

22/02/2024 - 11:42

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Gli ultimi dati Pmi hanno confermato che la Germania è in profonda crisi, con il settore manifatturiero in peggioramento. Tutti i numeri sull’economia tedesca e dell’Eurozona.

Germania sempre più “malato d’Europa”. L’industria peggiora, i dati

Il disastro del settore manifatturiero in Germania continua, mentre l’Eurozona invia segnali di ripresa.

Questo è il quadro emerso dalle ultime rilevazioni dei Pmi composito, manifatturiero e dei servizi. La nazione tedesca si conferma il “malato d’Europa”, con una crisi del suo comparto chiave, quello che l’ha fatta diventare il motore del continente, che non accenna a migliorare.

La recessione economica tedesca, infatti, si è aggravata a febbraio e un lieve miglioramento dell’attività dei servizi non è riuscito a compensare un deterioramento sorprendentemente brusco del settore manifatturiero, secondo quanto evidenziato dall’indagine Pmi preliminare.

I dati hanno quindi evidenziato la crescente divergenza tra la Germania e il resto della regione e si inseriscono in un contesto di crescenti preoccupazioni sulla performance economica del Paese, che è appesantita dalla prolungata debolezza del suo settore manifatturiero. Mercoledì il Governo ha anche tagliato le sue previsioni di crescita per quest’anno ad appena lo 0,2%, dopo una contrazione nel 2023.

In Germania la crisi peggiora. Lo dicono i dati

La recessione manifatturiera tedesca si è inaspettatamente aggravata a febbraio, con l’attività in frenata a un ritmo più rapido a fronte del calo della domanda interna ed estera.

L’indice dei responsabili degli acquisti di S&P Global per il settore industriale del Paese è sceso a 42,3 da 45,5 del mese precedente, ben al di sotto di qualsiasi stima degli economisti in un sondaggio di Bloomberg. Grazie al miglioramento delle condizioni nel settore dei servizi, l’attività economica complessiva è diminuita solo da 47 a 46,1.

“Dopo un barlume di speranza negli ultimi mesi, l’industria tedesca è ora in un clima cupo”, ha affermato Tariq Kamal Chaudhry, economista della Hamburg Commercial Bank. I dati hanno rivelato “un calo della produzione, insieme al crollo dei nuovi ordini sia a livello nazionale che internazionale”.

Il calo dei prezzi dei fattori di produzione e i tempi di consegna più brevi, che a prima vista sembrano positivi alla luce della pressione sui prezzi e della crisi del Mar Rosso, sottolineano in realtà la debolezza cronica della domanda, ha sottolineato Chaudry.

“La Germania sta agendo come un freno alla crescita dell’Eurozona”, ha affermato Norman Liebke, economista della Hamburg Commercial Bank. “Mentre la Francia si sta riprendendo più fortemente sia nel settore dei servizi che in quello manifatturiero, la Germania è in ritardo”.

L’indice Pmi dei servizi è invece salito a 48,2 a febbraio dal 47,7 del mese precedente, battendo le aspettative degli analisti di 48,0, ma ancora in territorio di contrazione.

Eurozona in miglioramento

L’attività del settore privato nell’Eurozona ha toccato il massimo degli ultimi otto mesi, con servizi e dati piuttosto stabili in gran parte della regione che hanno compensato una situazione sempre più disastrosa nel settore manifatturiero tedesco.

I numeri hanno mostrato che l’indice dei responsabili degli acquisti di S&P Global è aumentato a 48,9 a febbraio, più forte del 48,4 previsto dagli economisti e il più vicino al livello 50 che segna l’espansione. Tutto merito dei servizi, che inaspettatamente hanno smesso di contrarsi dopo sei mesi.

Nel frattempo, il settore manifatturiero ha assistito a un inasprimento del rallentamento, di cui la Germania è responsabile.

“C’è un barlume di speranza mentre l’Eurozona si avvia verso la ripresa. Ciò è particolarmente evidente nel settore dei servizi”, ha dichiarato Norman Liebke, economista della Hamburg Commercial Bank.

L’ottimismo è migliorato e le aziende hanno aumentato l’organico al ritmo più rapido da luglio, segno che si aspettano che lo slancio continui. L’indice sull’occupazione è salito a 51,2 da 50,1.

Il Pmi dei servizi è balzato a 50,0 dal 48,4 di gennaio, superando di gran lunga le aspettative del sondaggio per 48,8.

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