Ferdinando Carretta, perché uccise la famiglia e quanto è stato in carcere

Luna Luciano

9 Novembre 2023 - 19:54

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Il 4 agosto 1989 Ferdinando Carretta uccise il padre, la madre e il fratello Nicola, ma confessò il crimine solo 9 anni dopo, durante un’intervista di «Chi l’ha visto»: ecco perché uccise la famiglia.

Ferdinando Carretta, perché uccise la famiglia e quanto è stato in carcere

Il caso Carretta è uno dei più inquietanti della storia della cronaca nera italiana. Ferdinando Carretta il 4 agosto 1989, in quello che lui confessò essere un “attimo di follia”, impugnò la sua arma da fuoco e uccise a colpi di pistola prima il padre Giuseppe, poi la madre Marta e infine il fratello Nicola. E con estrema lucidità impiegò giorni per ripulire la scena del crimine e far sì che si perdessero le tracce sue e della famiglia.

Un caso di cronaca nera che sconvolse l’Italia intera e che fin da subito attirò l’attenzione mediatica. Dopo anni di depistaggi e dopo che la polizia britannica segnalò la presenza di Carretta in Inghilterra alle autorità italiane, l’assassino rientrò in Italia e confessò i suoi crimini durante un’intervista televisiva a Chi l’ha visto.

Una confessione che sconvolse l’opinione pubblica, specialmente conoscendo le dinamiche familiari e del delitto. A ricostruire i fatti ci penserà il documentario true crime che andrà in onda questa sera alle 21,20, 9 novembre 2023, su Rai 2, per il terzo appuntamento di Delitti in famiglia.

Ma che fine ha fatto Carretta, per quanto tempo è stato in carcere e perché assassinò la sua famiglia? È opportuno sciogliere ogni dubbio. Di seguito tutto quello che serve sapere sul caso Carretta.

Chi è e cosa ha fatto Ferdinando Carretta: perché uccise la famiglia?

Ferdinando Carretta, classe 1962, aveva appena 27 anni quando uccise il padre Giuseppe, 53 anni e la madre Marta Chezzi (50 anni) e il fratello Nicola di appena 23 anni, in quanto testimoni dell’accaduto, nella loro casa di via Rimini, a Parma, il 4 agosto 1989, il giorno in cui la sua famiglia doveva partire per le vacanze in camper.

A causa della dipendenza da eroina di Nicola, i genitori avevano concentrato la propria attenzione sul figlio minore, lasciando in secondo piano Ferdinando. Questo fattore potrebbe aver contribuito - ma non se ne ha la certezza - al clima teso in famiglia. Infatti, stando alla ricostruzione di amici e familiari, i coniugi sembravano eccessivamente severi e i litigi in famiglia - anche per ragioni banali - erano piuttosto frequenti e particolarmente violenti.

In questo clima di tensioni Ferdinando Carretta avrebbe maturato l’idea di sterminare la sua famiglia e poco prima di mettere a segno il triplice omicidio, avrebbe acquistato una semiautomatica Walther 6.35 in un’armeria di Reggio Emilia in quanto deteneva un regolare porto d’armi per il servizio militare. Dopo aver ucciso la sua famiglia Carretta avrebbe fatto perdere le sue tracce.

La denuncia della scomparsa della famiglia giunse un mese dopo il terribile accaduto. Ad allertare le Forze dell’Ordine fu la sorella di Marta, Adriana Chezzi, segnalando il mancato rientro dalle vacanze della famiglia. Il caso catturò l’attenzione mediatica e per lungo tempo la stampa ipotizzò una fuga legata a fondi neri che Giuseppe avrebbe riscosso al Sud per conto della ditta per cui lavorava.

Il ritrovamento del camper della famiglia, il 19 novembre 1989 a Milano, grazie alla segnalazione di un telespettatore di Chi l’ha visto, fece sì che l’indagine fosse affidata al pubblico ministero Antonio Di Pietro che rifiutò le ipotesi di sparizione volontaria. Ma solo dopo 9 anni arrivò la svolta del caso. A Londra grazie a un fortunoso controllo di routine, l’agente della polizia metropolitana che raccolse le generalità di Ferdinando, suonandogli familiare il nome, allertò Scotland Yard, che informò l’Interpol, che a loro volta avvisarono le autorità italiane.

E se in un primo momento Carretta, allora 40enne, dichiarò di non sapere nulla della sua famiglia “fuggita ai Caraibi”, fu sempre lo stesso Ferdinando a confessare l’omicidio, una volta rientrato in Italia, durante un’intervista televisiva di Chi l’ha visto.

Il movente della strage, invece, non è mai stato del tutto chiarito. si è ipotizzato che il movete fosse l’eredità di famiglia, altri hanno attribuito il gesto omicida ai problemi di salute mentale, altri ancora che Ferdinando si fosse sentito messo da parte dai genitori. Ma stando alla confessione di Ferdinando si trattò di un raptus omicida.

Ferdinando Carretta: le indagini e il video della confessione a Chi l’ha visto

La verità venne fuori, quindi, solo 9 anni dopo l’omicidio della famiglia alla confessione di Carretta in Tv durante l’intervista di Chi l’ha visto. Ferdinando Carretta confessò l’omicidio con estrema lucidità:

Ho preso quella pistola, quell’arma da fuoco e ho sparato ai miei genitori e a mio fratello. I corpi sono rimasti nell’appartamento e poi ho cercato al meglio che potessi di eliminare ogni traccia, sangue, bossoli [...] in modo da non lasciar traccia. [...]Questo è stato un atto di follia, un atto di follia completa

Queste le parole che sconvolsero l’Italia. Solo da quel momento è stato possibile conoscere le dinamiche dell’omicidio. Ferdinando raccontò di aver atteso che gli altri inquilini uscissero, poi di essere andato in bagno ed essersi detto: “O muoiono loro, o muoio io”. Subito dopo avrebbe ucciso il padre con cinque colpi al petto, al rumore sarebbe accorsa la madre che avrebbe freddato con un unico colpo. Infine avrebbe atteso il ritorno del fratello Nicola, per eliminare anche lui.

Dopo aver nascosto i corpi nel bagno, avrebbe quindi ripulito la casa. Qui era poi rimasto alcuni giorni insieme ai cadaveri, prima di avvolgerli in tre teli di plastica e di abbandonarli in una discarica abusiva in Via Rolo: i corpi non saranno mai ritrovati.

Avrebbe quindi inscenato la fuga della famiglia, riscuotendo un assegno bancario di cinque milioni di lire falsificando la firma del padre e lo stesso aveva fatto con il conto del fratello. Partito per New York, si era poi stabilito nel Regno Unito. Carretta ripeté la confessione davanti a un magistrato e confessò di aver sognato ogni notte il padre in tutti quegli anni.

Che fine ha fatto Ferdinando Carretta e per quanto è stato in carcere?

Arrestato e processato, Ferdinando Carretta venne dichiarato colpevole di triplice omicidio il 15 aprile 1999 dalla Corte d’Aassise di Parma, ma lo ritenne incapace di intendere e volere al momento del fatto, venne quindi rinchiuso nell’ospedale psichiatrico giudiziario di Castiglione delle Stiviere.

Nel febbraio 2004 Carretta ha ottenuto la semilibertà e il 21 giugno 2006 ha lasciato l’ospedale per entrare in una comunità di recupero a Forlì, in seguito a una licenza concessa dal magistrato. Una decisione osteggiata dalla zia Adriana Chezzi, che aveva intrapreso una lotta legale per l’eredità. Eredità che Ferdinando ottenne il 15 ottobre 2008, insieme alla casa del massacro che mise in vendita.

Uscito dalla comunità l’11 giugno 2009 e il 9 maggio 2015 Carretta ottenne la libertà e si stabilì a Forlì. Ed è nella sua casa che è stato ritrovato morto il 1° giugno 2023, all’età di 61 anni, a seguito di una lunga malattia.

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