Economia globale in pillole, 5 cose da sapere assolutamente

Violetta Silvestri

9 Marzo 2024 - 15:24

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L’economia globale si arricchisce di eventi, dati, aspettative: cosa è successo di importante in una settimana? In 5 punti, cosa dovresti assolutamente sapere a livello economico.

Economia globale in pillole, 5 cose da sapere assolutamente

Un’altra settimana è passata e con essa importanti eventi e dati macro hanno segnato l’andamento economico e finanziario globale.

Dalla Bce alla Borsa di Tokyo, fino alla Cina e ai risultati Usa sul lavoro, i protagonisti dei mercati hanno lasciato segni cruciali per capire dove si sta dirigendo l’economia mondiale in un contesto così complesso e mutevole quale quello attuale.

In 5 punti, ecco cosa devi sapere assolutamente per orientarti nell’economia e nella finanza.

1. La Bce si sofferma su giugno

La Banca centrale europea ha di nuovo lasciato i tassi di interesse invariati, specificando nella riunione del 7 marzo che l’obiettivo dell’inflazione al 2% sarà raggiunto garantendo un livello sufficientemente restrittivo della politica monetaria fino al tempo necessario.

Nessun accenno preciso al prossimo e atteso taglio dei tassi, ma con una indicazione rilevante: i dati di aprile e, soprattutto, di giugno saranno cruciali per prendere le decisioni sui tassi. Lo ha detto la stessa Lagarde in conferenza, aumentando così le aspettative sulla diminuzione del costo del denaro in estate.

2. L’Eurozona cresce poco

L’ultima prospettiva trimestrale della Bce fissa l’inflazione al 2,3% quest’anno – in calo rispetto al 2,7% di dicembre – e rivede le previsioni per il 2025 al 2%. L’economia, nel frattempo, dovrebbe espandersi dello 0,6% nel 2024 rispetto allo 0,8% precedente.

La maggior parte dei funzionari sta convergendo attorno a un piano temporale per il taglio dei tassi di giugno, anche se alcuni vorrebbero un’azione più rapida mentre l’economia del continente fatica a uscire da più di un anno di stagnazione.

La mancata espansione dell’economia dell’Eurozona nel quarto trimestre è dovuta al crollo del commercio. Le prospettive della regione per quest’anno non sono molto migliori.

3. Contraddizioni dal lavoro Usa

Secondo un rapporto del Bureau of Labor Statistics, il mese scorso le buste paga non agricole sono salite di 275.000 unità dopo una revisione al ribasso di 167.000 unità rispetto ai due mesi precedenti.

Scavando sotto la superficie, i dati hanno mostrato che parte dell’aumento del tasso di disoccupazione al 3,9% è dovuto al fatto che le persone entrano nel mondo del lavoro e non trovano immediatamente occupazione.

Julia Pollak, capo economista di ZipRecruiter, ha notato che il continuo calo dell’occupazione nel manifatturiero, nonostante i pesanti investimenti federali nel settore, rimane un enigma da risolvere.

4. Incognita Cina

Questa settimana la Cina ha tenuto il suo 14esimo Congresso nazionale del popolo, dove ha presentato i piani per la sua economia, anche se con meno dettagli rispetto al passato.

Il caporedattore dell’Economist, Zanny Minton Beddoes, ha inserito il tutto nel contesto di una crescita più lenta e del “senso di perdita di fiducia” del popolo cinese.

Intanto, i prezzi al consumo in Cina sono aumentati per la prima volta da agosto, interrompendo una serie di contrazione che ha messo sotto pressione il potenziale di crescita della seconda economia mondiale.

L’indice dei prezzi al consumo è salito dello 0,7% a febbraio rispetto all’anno precedente, secondo l’Ufficio nazionale di statistica, riprendendosi dal calo più grande dal 2009 a gennaio. I prezzi alla produzione sono scesi del 2,7%, continuando la serie di cali più lunga dal 2016.

“Penso che sia troppo presto per concludere che la deflazione in Cina è finita, ha affermato Zhang Zhiwei, presidente e capo economista di Pinpoint Asset Management. “La domanda interna è ancora piuttosto debole. Ci vuole tempo perché la spinta fiscale venga trasmessa all’economia e aiuti la domanda interna a riprendersi.”

Pechino ha dichiarato che quest’anno mira a stimolare la crescita economica di circa il 5%, simile a quella dell’anno scorso, anche se questa volta un obiettivo più ambizioso.

Tra gli altri stimoli, le autorità hanno piani dettagliati per emettere 1.000 miliardi di yuan (139 miliardi di dollari) in obbligazioni sovrane speciali a lunghissimo termine e attingere a ulteriori fondi non spesi dalla fine dello scorso anno. I politici fissano un tasso di inflazione obiettivo del 3%.

A differenza di altri paesi, tra cui gli Stati Uniti, che stanno lottando per contenere la crescita dei prezzi, la Cina si trova ad affrontare un periodo di deflazione dopo la spinta iniziale della riapertura post-pandemia. Il rischio è che i prezzi più bassi spingano i consumatori ad accumulare sempre più liquidità e le aziende a frenare la spesa, pesando ulteriormente sulla crescita economica.

5. Crisi Argentina

I consumatori in Argentina stanno esaurendo le opzioni per proteggersi dagli aumenti galoppanti dei prezzi mentre le misure di austerità del presidente Javier Milei mandano il Paese sempre più in recessione.

La spesa delle piccole e medie imprese – il più grande settore occupazionale dell’Argentina – è crollata del 25,5% a febbraio rispetto a un anno fa, il terzo mese consecutivo di perdite a due cifre.

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