Ebrahim Raisi, chi è il presidente dell’Iran e programma politico

Alessandro Nuzzo

14 Aprile 2024 - 10:43

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Alla guida dell’Iran dal 2021, Ebrahim Raisi è un ex magistrato già in passato sanzionato dagli Stati Uniti per violazione dei diritti umani.

Ebrahim Raisi, chi è il presidente dell’Iran e programma politico

Nella notte tra sabato 14 e domenica 15 aprile l’Iran ha attaccato direttamente Israele. Lo ha fatto lanciando circa 300 tra droni e missili diretti verso obiettivi militari ubicati nello Stato ebraico. Per fortuna la contraerea è riuscita ad intercettare e abbattere il 99% di questi missili e solo alcuni sono riusciti a raggiungere una base militare causando però danni lievi.

È però una novità nel rapporto di odio tra Israele e Iran. Mai lo stato di Teheran aveva osato spingersi così oltre attaccando direttamente Israele. Lo ha fatto ufficialmente come risposta all’attacco subito alla sua ambasciata in Siria lo scorso 1° aprile. Attacco tra l’altro mai rivendicato da Israele. Tel Aviv ha giurato vendetta all’azione militare e la stessa Iran ha detto che risponderà con maggiore forza e tenacia qualora Israele osasse compiere un nuovo attacco nei suoi confronti.

Dietro alla decisione di attaccare Israele c’è la figura di Ebrahim Raisi, diventato presidente dell’Iran il 18 giugno 2021 con un plebiscito di voti. Vediamo chi è e il suo programma politico sopratutto nei confronti del nucleare.

Chi è Ebrahim Raisi, presidente dell’Iran

Nato il 14 dicembre 1960, Ebrahim Raisi ha lavorato come magistrato prima di scendere in politica e diventare il presidente dell’Iran nel 2021 ottenendo il 62% dei voti in una tornata elettorale che fu la più bassa di sempre con un’affluenza del 49%. Dopo aver ricoperto vari ruoli di rilievo all’interno del sistema giudiziario iraniano, nel 2019 la Guida Suprema Ali Khamenei lo nominò a capo della magistratura.

Il suo passato di giudice è però pieno di ombre che non sono passate inosservate in Occidente. È stato accusato dell’esecuzione di minorenni, tortura di prigionieri ed è ritenuto responsabile delle repressioni brutali in diverse ondate di protesta. Accuse che hanno portato nel 2019 gli Stati Uniti ad inserire Ebrahim Raisi nella lista di alti funzionari iraniani soggetti a sanzioni a causa di violazioni dei diritti umani.

Negli ultimi anni, spinto anche da una campagna elettorale in atto, Raisi si è calato nel ruolo di paladino della lotta contro la corruzione che secondo lui è responsabile del declino economico dell’Iran. Con la sua presidenza la repressione interna è aumentata, alla luce anche della sua estrazione religiosa integralista e severa.

Nel suo programma politico c’è grande apertura verso i temi più cari ai giovani per cercare di trovare consenso proprio in quella fetta di popolazione votante. Ad esempio si è detto spesso dispiaciuto della carenza di banda larga che impedisce ai giovani iraniani di connettersi con il mondo. Lui stesso è un personaggio molto popolare sui social dove vanta milioni di followers.

Sul piano della politica internazionale ha assunto da sempre forti posizioni anti-Israele ed ha ribadito la volontà di eliminare le sanzioni che stanno impedendo all’economia iraniana di crescere. «Tutte le sanzioni americane illegali contro la nostra nazione devono essere tolte», disse nel suo discorso di insediamento in Parlamento.

Ha cercato anche di negoziare gli accordi sul nucleare con gli Stati Uniti cercando di riprendere i colloqui.

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