Da dove arriva il gas in Europa? I dati di oggi e il piano Ue del futuro

Violetta Silvestri

29/03/2022

Da quali rotte sta arrivando il gas in Europa? Un’analisi aggiornata dei dati offre una visione delle vie di import aperte. Uno sguardo anche ai progetti futuri sulle forniture di gas in Ue: più Gnl?

Da dove arriva il gas in Europa? I dati di oggi e il piano Ue del futuro

Da dove sta arrivando il gas in Europa? Una domanda interessante in questo scenario di forniture carenti e prezzi alle stelle per il combustibile.

I dati elaborati da Bruegel offrono una fotografia sull’attuale situazione dell’import europeo, delle scorte e delle maggiori dipendenze commerciali nel settore energetico del gas.

In più, uno sguardo sul futuro dell’Ue in tema di approvvigionamento dei combustibili, con l’obiettivo di rendersi sempre meno dipendenti dalla Russia.

Gas in Europa: da dove sta arrivando?

Le rotte di importazione del gas più rilevanti nell’Ue si estendono dalla Russia al Nord Africa.

La maggior parte del combustibile viene consegnata dalla Russia attraverso quattro distinti corridoi (Nord Stream, Yamal (attraverso la Polonia), Ucraina e Turkstream (via Turchia). Ma esistono anche altri canali, che partono da Algeria, Libia, Azerbaigian, Norvegia.

Una mappa elaborata da Bruegel aiuta a capire la rete di gasdotti fondamentali per l’Ue, dai quali viene importato attualmente il gas:

Le rotte del gas in Europa Le rotte del gas in Europa

I dati aggiornati al 29 marzo del 2022, mostrano che attraverso il Nord Stream stanno transitando circa 1.114 milioni di metri cubi di gas (nella settimana di metà marzo circa), in calo rispetto al livello dei massimi considerati da Bruegel dal 2015-2020.

La via ucraina, invece, evidenzia un rialzo di forniture rispetto a febbraio, attualmente a circa 610 milioni.

In flessione e sotto il range della media minima, l’import della tredicesima settimana del 2022 via Yamal (Polonia) con circa 161 milioni di metri cubi, mentre un balzo in avanti, rispetto al 2020 e al 2021 lo ha fatto il gas che passa nel Turkstream.

In totale, attualmente l’Ue sta importando (dati aggiornati al 29 marzo) circa 9.623 milioni di metri cubi di gas, i quali provengono da:

  • Russia: circa 2.345 milioni metri cubi, in calo dal 2021;
  • Norvegia: circa 2.658 milioni di metri cubi, in aumento dal 2021;
  • Algeria: 642 milioni di metri cubi, in calo rispetto alla fine del 2021;
  • Gnl (Gas naturale liquefatto): 3.703 milioni di metri cubi, in deciso aumento rispetto al 2022

Interessante, inoltre, la questione scorte. Il database Bruegel ha messo in chiaro i dati di stoccaggio attuali, che mostrano i livelli di riempimento per gli impianti dell’UE e di proprietà di Gazprom rispetto alla media 2015-2020 di quel giorno.

Questo il grafico esplicativo della situazione scorte in tutto il 2022 fino all’osservazione del 29 marzo, con percentuale rispetto alla media 2015-2020 (in rosso scorte UE totali, in blu scorte Gazprom):

Scorte gas in Europa Scorte gas in Europa

Oltre ai volumi di importazione, i livelli di stoccaggio all’interno dei confini dell’UE sono fondamentali per fornire (o meno) rassicurazione ai mercati. E in questo momento, i dati Bruegel mostrano che i livelli di staccaggio totali Ue e di Gazprom in Europa sono ai minimi.

Il futuro del gas in Europa

L’Ue ha parlato con Stati Uniti, Qatar, Egitto, Azerbaigian, Nigeria e Corea del Sud in merito all’aumento delle consegne di gas e gas naturale liquefatto (Gnl), tramite spedizioni aggiuntive o scambi di contratti.

L’ultimo è l’accordo con gli Usa per far arrivare più gas naturale liquefatto.

Le importazioni europee di Gnl hanno raggiunto il record di circa 11 miliardi di metri cubi a gennaio, con poco meno della metà proveniente dagli Stati Uniti.

Questo sembra essere il preludio alla strategia futura dell’Ueper la fornitura di gas. Meno dipendenza dalla Russia e apertura a diverse opzioni di mercato, oltre a piani di stoccaggio comuni e a possibili price cap.

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