Coronavirus: cosa sta succedendo veramente a Hong Kong?

Anna Maria Ciardullo

02/04/2020

Dopo la notizia di un nuovo lockdown a Hong Kong, non sono mancate le smentite. Ma cosa sta succedendo davvero?

Coronavirus: cosa sta succedendo veramente a Hong Kong?

Cosa sta succedendo davvero ad Hong Kong? Secondo le indiscrezioni riportate dalla stampa italiana, una temuta ondata di ritorno del coronavirus avrebbe costretto la regione a un nuovo lockdown causato da una comparsa improvvisa di nuovi casi positivi. Tuttavia, non mancano le smentite.

Il 27 marzo scorso, l’ex colonia britannica ha confermato 65 nuovi contagi in 24 ore l’aumento maggiore registrato dall’inizio dell’emergenza. Questo il motivo per cui sarebbero state ripristinate le misure restrittive e di distanziamento sociale.

Queste ultime, erano state in precedenza revocate visto il calo dei contagi e il bilancio delle vittime, rimasto fermo a 4. Il totale dei casi attivi sul territorio, in questo momento, è di 614 su 765 casi confermati.

Che sta succedendo a Hong Kong adesso?

Hong Kong ha attribuito agli stranieri la nuova ondata di diffusione del coronavirus. Cittadini europei e nordamericani che in pochi giorni avrebbero causato 41 dei 65 nuovi casi positivi. Per questo, l’aeroporto è stato chiuso agli arrivi dall’estero.

A marzo, i cittadini di Hong Kong avevano goduto di un lento ritorno alla normalità, ricominciando a lavorare e a utilizzare i trasporti pubblici. Anche bar e ristoranti avevano di nuovo ripreso a riempirsi.

Ma, per rispondere alla nuova emergenza, la regione avrebbe introdotto l’ennesima serrata, ripristinando le restrizioni ai negozi, agli uffici, ai mezzi pubblici e alle attività di ritrovo sociale come ristoranti e locali notturni.

Secondo il The Guardian, nel lockdown rientrerebbero anche gli eventi musicali, dopo che 43 infezioni sono state collegate a concerti dal vivo. Eppure, c’è chi da Hong Kong nega che ci sia in atto una nuova quarantena.

Hong Kong: le dichiarazioni di Heather Parisi

La notizia del secondo lockdown di Hong Kong, ha spinto la showgirl Heather Parisi, che vive lì da molti anni, a chiarire la situazione sui social. Su Instagram ha pubblicato una foto che mostra i suoi figli correre gioiosi per la strada.

Nel suo post si legge:

“a Hong Kong non c’è obbligo a rimanere a casa. È stato introdotto invece l’obbligo di non fare assembramenti in più di quattro persone e l’obbligo di non sedersi in più di quattro ai tavoli di pub e ristoranti.”

Quindi, secondo le testimonianze della Parisi, le notizie di una nuova quarantena sarebbero inesatte e le sue parole lascerebbero intendere solo una lieve ripresa delle misure di contenimento.

Hong Kong non è la Cina” ha precisato la donna, esortando i media italiani a non confondere le notizie relative ai due diversi Stati. Addirittura, a detta sua, a HK non si sarebbe mai verificata neppure una vera e propria “prima quarantena”, come invece sta accadendo nel resto del mondo.

L’ondata di ritorno in Cina

Diversa è, in effetti, la situazione cinese. Sono attualmente 600 mila le persone in isolamento nell’Henan, contea di Jia, regione confinante con l’Hubei, dove si pensa sia stato l’epicentro della pandemia.

Per gli altri cittadini, sono necessari permessi speciali per uscire di casa e per andare al lavoro, il controllo della temperatura corporea e l’obbligo di indossare la mascherina. A livello locale, inoltre, sono state chiuse le aziende, ad eccezione di quelle considerate necessarie.

Aperti anche supermercati, farmacie, stazioni di servizio e hotel. In questa nuova fase dell’emergenza sanitaria, obiettivo principale è scongiurare l’ipotesi di un’ondata di ritorno temuta a causa della possibilità di importazione di nuovi contagi dall’estero e dalla presenza dei soggetti asintomatici, difficili da individuare.

In ogni caso, nel dubbio su cosa stia succedendo veramente a Hong Kong e anche in Cina, la possibilità di gestire il ritorno alla normalità con periodici allentamenti e reintroduzioni delle misure restrittive, non interessa solo questi Paesi, ma è tra gli argomenti più discussi tra esperti e governi di tutto il mondo.

Almeno finché non si raggiungerà la tanto agognata immunità di gregge o si avrà a disposizione un vaccino per tutti.

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