Ecco come scoprire quanto hai versato di contributi

Simone Micocci

09/04/2024

10/04/2024 - 07:41

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Vuoi sapere quanti contributi hai versato? Ecco quali sono le soluzioni possibili.

Ecco come scoprire quanto hai versato di contributi

Nel corso della carriera è importante essere informati costantemente sull’ammontare dei contributi previdenziali versati all’Inps, informazione essenziale per farsi un’idea rispetto a quanto spetta di pensione futura.

A tal proposito, va detto che sono perlopiù due i fattori che incidono sull’ammontare dei contributi:

  • da una parte la gestione previdenziale di appartenenza e la relativa aliquota contributiva applicata;
  • dall’altra il guadagno percepito, sul quale appunto si applica la relativa aliquota.

Se siete in possesso di queste due importanti informazioni, quindi, potete farvi un’idea di quanto avete versato di contributi nonché su quanto prevedete di fare nei prossimi anni. Ma si tratta solamente di una stima, poiché l’unico modo per sapere con esattezza quanto contributi avete è quello di rivolgervi all’Inps, facendo richiesta dell’estratto conto contributivo o in alternativa utilizzando l’apposito servizio “La mia pensione futura”, dove il sistema restituisce anche una previsione rispetto a quello che sarà l’importo futuro dell’assegno.

Ecco come farsi un’idea dei contributi versati

Come anticipato, ogni gestione previdenziale fissa una quota di contributi dovuta dagli assicurati. Solitamente l’importo è calcolato applicando l’aliquota contributiva prevista sul reddito imponibile percepito nello stesso periodo.

A tal proposito, le cosiddette aliquote di computo Inps in vigore dal 2018 sono le seguenti:

  • Lavoratori dipendenti: 33%
  • Artigiani e commercianti: 24%, 12% nel caso di pensionati over 65 (su richiesta dell’interessato);
  • Agricoli autonomi: 24%, 12% nel caso di pensionati over 65 (su richiesta dell’interessato);
  • Lavoratori autonomi Gestione Separata: 25%;
  • Collaboratori (e figure assimilate) Gestione Separata: 33%
  • Soggetti già titolari di pensione e provvisti di altra tutela pensionistica obbligatoria iscritti alla Gestione Separata: 24%.

Quindi, se negli ultimi 10 anni siete stati lavoratori dipendenti avete versato per ogni anno il 33% di contributi calcolati sul reddito imponibile previdenziale (che non è altro che lo stipendio lordo, compreso di imposte). Ad esempio, con un guadagno medio di 20.000 euro, sono stati accantonati circa 66 mila euro (6.600 euro l’anno), mentre chi ha avuto una carriera più ricca, guadagnando ad esempio 40 mila euro, ne ha messi da parte 132 mila, esattamente il doppio.

A cosa servono i contributi versati

Va ricordato che solamente nel calcolo contributivo della pensione, applicato per i periodi lavorativi successivi all’1 gennaio 1996, i contributi versati definiscono l’importo futuro della pensione.

In tal caso, infatti, l’ammontare dei contributi - rivalutati e accantonati nel cosiddetto montante contributivo - si trasforma in pensione applicando un coefficiente tanto più vantaggioso quanto più si ritarda l’accesso alla pensione.

Per quanto riguarda i periodi antecedenti all’1 gennaio 1996, o persino all’1 gennaio 2012 per coloro che entro il 31 dicembre 1995 potevano già vantare 18 anni di contributi, si applica un metodo di calcolo differente dove più che dei contributi versati si tiene conto della retribuzione percepita negli ultimi anni di lavoro. Con il cosiddetto sistema retributivo, infatti, si fa una media dei redditi e per ogni anno di contributi se ne prende un 2%.

Come sapere esattamente quanti sono i contributi versati

Come anticipato, però, l’unico modo per avere un’informazione precisa sull’ammontare dei contributi versati è quello di rivolgersi all’Inps. Sono perlopiù due i servizi da poter utilizzare, entrambi accessibili dall’area personale (previa autenticazione con Spid, Cie o Cns):

  • la richiesta di estratto conto contributivo, ossia il documento che elenca i contributi registrati in favore del lavoratore, comprensivo di quelli figurativi, volontari e da riscatto, in base alla gestione pensionistica di appartenenza. Questo può essere rilasciato anche da caf e patronati;
  • la mia pensione futura, servizio che oltre a controllare i contributi versati in Inps (con la possibilità di comunicare eventuali periodi mancanti), permette di simulare quale sarà presumibilmente l’importo della pensione al termine dell’attività lavorativa (dando anche un’indicazione su qual è la data possibile per il pensionamento). Una stima effettuata sulla base di tre elementi fondamentali, quali: età, storia lavorativa e retribuzione (o reddito del caso dei lavoratori autonomi).

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