Calenda sbatte la porta e va via

Vincenzo Caccioppoli

08/08/2022

Cade il sipario sull’accordo stilato con enorme fatica dal segretario del Pd Enrico Letta.

Calenda sbatte la porta e va via

Carlo Calenda ha deciso di abbandonare il cartello elettorale costruito da Letta e correre da solo (o più probabilmente con Renzi per costruire quel famoso terzo polo di cui tanto si parla).

Bisogna riconoscere al povero Enrico Letta di avere utilizzato una chiarezza ed una sincerità che non sono certo scontate in politica. Non ha mai nascosto infatti quello che l’obiettivo è evitare che al governo possano andare Meloni, Berlusconi e Salvini. Mettere insieme Azione di Calenda con la sinistra di Fratoianni, i verdi di Bonelli e il partitino di Luigi Di Maio era davvero un’operazione che pareva destinata a fallire miseramente, ancora prima che potesse prendere forma. A confronto la larga e litigiosa maggioranza che sosteneva il governo Draghi era allegramente coesa.

Il pericolo delle “destre” e della difesa della costituzione era un collante troppo debole per tenere unita una coalizione così variopinta e differente su principi, idee ed istanze che dovrebbero essere messe al servizio del paese. Forse sia Letta che Calenda sapevano già, in cuor loro, che l’alleanza era destinata a rompersi prima delle elezioni. Hanno osato ma in fondo ambedue pensavano che mettere insieme tutto e il contrario di tutti non avrebbe potuto funzionare nemmeno dal punto di vista elettorale. Troppo diversi tra di loro i due personaggi, schivo e moderato il primo, troppo egocentrista il secondo che si era anche autoproposto come futuro premier in caso di vittoria del centrosinistra.

Certo è che nello schieramento di centrosinistra - come in un gioco dell’oca - si è tornati praticamente al punto di partenza.
Bisognerà vedere quali saranno le prossime mosse di Enrico Letta che a questo punto vede il suo progetto naufragare e a cui non resta altro che farsi paladino dei soliti refrain di rappresentante di una specie di riedizione del Comitato di Liberazione. Calenda dal canto suo dovrà nuovamente misurarsi col suo ego spropositato e provare a correre da solo per cercare di rubare voti a sinistra e a destra. Forse potrebbe accettare un’alleanza col suo miglior nemico Matteo Renzi, ma la questione di fondo rimane che il centrosinistra dimostra ancora una volta di aver perso completamente la propria identità e che debba sventolare come unica linea programmatica quella della paura dell’arrivo dell’uomo (o donna) forte. Ma ormai gli italiani sembrano aver capito che gli avversari in politica vanno sconfitti sui contenuti e sui temi, non sulla loro demonizzazione che fa perdere sempre di più il contatto con la realtà.

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