Buste paga, è allarme: Italia di nuovo in crisi come nel 2008, stipendi al ribasso

Simone Micocci

9 Giugno 2023 - 15:20

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Stipendi fermi al palo: per l’Italia la crisi del 2008 non sembra essersi mai conclusa.

Buste paga, è allarme: Italia di nuovo in crisi come nel 2008, stipendi al ribasso

Cercare lavoro in Italia non è conveniente come in altri Paesi: come confermato dal recente report realizzato da Indeed - la famosa piattaforma che raccoglie gli annunci di lavoro - in collaborazione con la Banca centrale d’Irlanda, per quanto riguarda la crescita dei salari il nostro Paese è molto indietro rispetto al resto d’Europa.

La tendenza innescata dalla crisi economica del 2008 non si arresta anzi: possiamo dire, guardando gli ultimi dati, che per l’Italia la crisi non è mai finita.

Nel dettaglio, con il suo report Indeed fa chiarezza sulla crescita dei salari nell’ultimo anno: lo fa analizzando gli annunci di lavoro - con le relative proposte di retribuzione - in 8 differenti Paesi, tra cui appunto figura anche l’Italia. Ovviamente si tratta di un indicatore che non fotografa integralmente la situazione del livello degli stipendi in Italia in quanto tiene conto solamente delle offerte di lavoro, escludendo di fatto chi uno stipendio già lo ha.

Ma guardando ad altri report sappiamo che neppure su quel fronte l’Italia se la passa meglio: gli stipendi non crescono ormai da anni e l’alto tasso d’inflazione ne sta persino erodendo il potere d’acquisto. Insomma, in termini reali - considerando quindi quanto si può acquistare con la propria retribuzione - possiamo dire che oggi in Italia si guadagna persino meno rispetto agli anni scorsi.

Il report di Indeed conferma: Italia fanalino d’Europa per gli stipendi

La crisi del 2008 in Italia è ancora attuale. Il nostro, infatti, è l’unico Paese in cui - stando all’indicatore di Indeed - i salari non sono cresciuti negli ultimi 15 anni.

Per l’Italia, come tra l’altro più volte fatto notare dall’Ocse, c’è da anni una stagnazione dei salari: non c’è crescita e non è un caso che non appena c’è stato un aumento straordinario dei prezzi il governo è dovuto tempestivamente intervenire con interventi necessari per tagliare il cuneo fiscale e aumentare così perlomeno lo stipendio netto (a parità di lordo).

Si potrebbe pensare che la crisi del 2008 abbia penalizzato tutti i Paesi e non solo il nostro, ma appunto il report Indeed ci dice che non è così. Tra quelli presi in considerazione, infatti, generalmente “la crescita dei salari rimane ben al di sopra dei livelli storici”. Nell’ultimo anno, infatti, la crescita annuale complessiva dei salari è stata pari al:

  • 7,2% nel Regno Unito
  • 6,2% in Germania;
  • 5,3% Stati Uniti;
  • 5,0% in Spagna e Paesi Bassi;
  • 4,9% in Francia;
  • 4,8% in Irlanda;
  • 1,6% in Italia.

Quindi, nonostante nell’area Euro - escludendo dunque Stati Uniti e Regno Unito - nell’ultimo anno c’è stata una crescita salariale del 4,7% (appena più bassa rispetto al picco del 5,1% raggiunto lo scorso ottobre) in Italia la situazione preoccupa. La crisi degli stipendi nel nostro Paese non sembra infatti avere fine e oggi non siamo molto lontani dal livello raggiunto nel 2008 (quando però il crollo era perlomeno giustificato dalla crisi economica).

Problema di difficile risoluzione

Una situazione che non può che allarmare, anche perché a oggi non sembrano neppure esserci margini per un aumento degli stipendi in Italia. Il nostro Paese, infatti, è molto indietro anche nella classifica di uno dei fattori che più incide sul livello dei salari: la produttività.

È vero infatti che nell’ultimo rapporto Istat nel 2022 la produttività del lavoro in Italia è cresciuta - ma di appena lo 0,6%, rispetto all’1,3% della media Ue - ma lo è altrettanto il fatto che tra il 1995 e il 2021 c’era stata una crescita media di appena lo 0,4%.

Se la produttività non cresce, e di conseguenza neppure la nostra economia, aumentare gli stipendi sarà molto complicato.

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