Busta paga dipendenti pubblici, ecco quando scatta la nuova Irpef (e aumenta lo stipendio)

Simone Micocci

2 Febbraio 2024 - 12:25

condividi

Quando arriva l’aumento in busta paga per i dipendenti pubblici? Cresce l’attesa per l’applicazione della nuova Irpef nel cedolino Noipa: ecco fino a quando bisognerà pazientare ancora.

Busta paga dipendenti pubblici, ecco quando scatta la nuova Irpef (e aumenta lo stipendio)

Come solitamente avviene, Noipa ha bisogno di tempo per adeguare i sistemi per il calcolo dello stipendio dei dipendenti pubblici alle novità legislative.

È successo ad esempio con lo sgravio contributivo del 6/ o 7% a seconda della misura dello stipendio e lo stesso sarà per l’applicazione delle nuove regole di calcolo dell’Irpef in busta paga come previste dall’ultima legge di Bilancio (e per il momento in vigore solamente per l’anno 2024).

A oggi, infatti, nel cedolino viene trattenuta l’Irpef calcolata sulle regole in vigore nel 2023, e lo stesso sarà per il prossimo pagamento. Ci sono dipendenti pubblici, quindi, che stanno pagando più tasse di quelle effettivamente dovute.

Tuttavia, come abbiamo appreso in queste ore, non bisognerà attendere ancora molto: l’adeguamento della tassazione, con relativa applicazione delle nuove detrazioni da lavoro dipendente, è in programma nel cedolino di marzo 2024.

Busta paga dipendenti pubblici marzo 2024, in arrivo le nuove aliquote

Con il cedolino Noipa di marzo 2024 vengono aggiornate le aliquote Irpef come modificate dalla recente riforma fiscale che solamente per il 2024 (almeno per il momento) riduce gli scaglioni da quattro a tre fissando per la parte di reddito compresa tra 15 mila e 28 mila euro una percentuale Irpef del 23% (anziché del 25%).

Le nuove aliquote, che decorrono dall’1 gennaio 2024, sono quindi le seguenti:

  • 23% per i primi 15 mila euro di reddito;
  • 23% (e non più 25%) anche per la parte compresa tra 15.001 e 28 mila euro di reddito;
  • 35% per la parte compresa tra 28.001 e 50 mila euro;
  • 43% per la parte che supera i 50 mila euro.

Di fatto, ne risulterà un risparmio del 2%, che si riverserà in busta paga, per la parte di reddito compresa in questa soglia, per un massimo di 260 euro annui (20 euro mensili) per coloro che guadagnano almeno 28 mila euro l’anno.

Per tutti gli altri, invece, la nuova Irpef comporterà un vantaggio che possiamo così sintetizzare:

Importo stipendio annuo lordoImporto stipendio mensile lordo Risparmio mensile Irpef tra il 2023 e il 2024Risparmio annuo Irpef tra il 2023 e il 2024
Fino a 15 mila euro Fino a 1.153 euro --- ---
15.600 1.200 euro 0,92 euro 12 euro
18.200 1.400 euro 4,92 euro 64 euro
20.800 1.600 euro 8,92 euro 116 euro
23.400 1.800 euro 12,92 euro 168 euro
26.000 2.000 euro 16,92 euro 220 euro
28.000 2.153 euro e superiori 20 euro 260 euro

A tal proposito, fonti Noipa ci riportano che per questo adeguamento, con relativo aumento dello stipendio per chi gode dei vantaggi della riforma fiscale, bisognerà attendere marzo 2024, quando contestualmente dovrebbe esserci anche il conguaglio con la restituzione degli arretrati per chi ha versato di più in questi mesi.

In arrivo anche la modifica delle detrazioni

Nel contempo vengono riviste anche le detrazioni: va ricordato infatti il passaggio a una no tax area di 8.500 euro anche per gli stipendi, con una detrazione per redditi da lavoro subordinato che passa da 1.880 euro a 1.955 euro annui per i redditi inferiori a 15 mila euro (1.153 euro mensili).

Una revisione delle detrazioni c’è pure per chi ha uno stipendio annuo lordo superiore a 50 mila euro, in quanto il legislatore ha annullato l’effetto della minore Irpef dovuta per la parte compresa tra i 15 e i 28 mila. Lato imposte, quindi, sopra i 50 mila euro annui non ci sono differenze rispetto al 2023.

Restano inalterati invece i requisiti per avere diritto al trattamento integrativo (ex bonus Renzi) di 100 euro, spettante a chi è entro la soglia compresa tra 8.174 e 15 mila euro.

Iscriviti a Money.it