Brexit, nuovo referendum è “molto probabile” anche per i conservatori

Mario D’Angelo

14 Aprile 2019 - 12:45

Il ministro delle Finanze britannico Philip Hammond dice che molto probabilmente la questione verrà posta al Parlamento

Brexit, nuovo referendum è “molto probabile” anche per i conservatori

Continua a farsi largo l’ipotesi di un secondo referendum sulla Brexit. Stavolta, però, è proprio un conservatore a definire l’eventualità “molto probabile”. E non si tratta di un semplice parlamentare, ma di un ministro del governo di di Theresa May, strenua fautrice della linea dura per il divorzio dall’Unione Europea. Parlando da Washington, il ministro delle Finanze britannico Philip Hammond ha detto che un nuovo accordo potrebbe passare in Parlamento verso la fine di giugno, e che potenzialmente questo potrebbe chiudere le richieste di un nuovo referendum. Ma non è possibile, al momento, escluderlo totalmente dalla discussione. “In tutta evidenza” è molto probabile che un secondo referendum a un certo punto sarà proposto al Parlamento.

Brexit, possibile un nuovo referendum?

La prima ministra Theresa May, finora, ha fallito tutti i tentativi di convincere il partito dei Tory ha votare compatto per l’accordo Brexit. A nulla, al momento, è servito l’appello all’opposizione di Jeremy Corbyn, pressato da una componente dei Labour per lavorare a una nuova votazione popolare. Una situazione, quella britannica, sempre più complessa, tanto che alla fine anche il Regno Unito dovrà eleggere i propri rappresentanti alle prossime europee di fine maggio.

Philip Hammond ha detto comunque di sperare per un diverso superamento dell’impasse, ma proprio il dialogo con l’opposizione potrebbe aver creato lo spazio nella maggioranza conservatrice per discutere un secondo referendum.

La possibilità che quest’ultimo avvenga, comunque, è legata a una delicata questione di tempistiche. Il Regno Unito, infatti, avrebbe bisogno di 6 mesi per preparare il referendum, e quindi sarebbe facile sforare la data del 31 ottobre, termine della proroga ottenuta dalla Commissione Europea. Per Hammond, una proposta del genere costringerebbe i Labour a definire una volta per tutte la propria posizione sul secondo referendum.

Al vaglio i candidati governatori di BoE

Parlando da Washington, dove sono riuniti diversi colleghi ministri di tutto il mondo per l’incontro del Fondo Monetario Internazionale, Philip Hammond ha espresso preoccupazione per la situazione economico-finanziaria del suo Paese. Mettere fine all’’incertezza”, ha detto Hammond, “libererà in UK grandi potenziali investimenti messi in animazione sospesa”.

A complicare la questione, c’è la fine dell’incarico del governatore di Bank of England Mark Carney, che ha già posticipato due volte le proprie dimissioni per gestire la Brexit. Alcuni candidati qualificati, ha detto Hammond, potrebbero non accettare una posizione così scomoda.

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